Esempio di microimpresa che sta riuscendo a crescere in maniera sostenibile sfruttando quanto di più avanzato messo in circolo dalle nuove tecnologie, Ideart – 800mila euro di fatturato nel 2022 e sei dipendenti – mantiene comunque quel grado di artigianalità ed empatia nei confronti della clientela che le consente, nel settore della grafica pubblicitaria, di servire sia le grandi aziende che l’imbianchino del paese. Di casa a Saint-Pierre, comune della Valle D’Aosta occidentale, l’idea commerciale partorita una ventina d’anni fa da Stefano Fontanelle (nella foto in alto) è partita da una scommessa fatta nel garage di casa, dove il titolare e socio unico della Pmi valdostana prese la decisione di lasciare un lavoro che gli era ormai diventato stretto e cambiare completamente strada mettendosi in proprio.
“L’interrogativo legato al dubbio di aver fatto o meno la scelta giusta è comunque durato poco. Ideart ha infatti subito avuto una buona risposta da parte della zona e così, iniziato a lavorare in solitaria, ho potuto progressivamente ingrandire gli spazi aziendali come anche inserire nel progetto altre persone – spiega Fontanelle –. Cosa facciamo? Il nostro è un mercato piuttosto vasto e ci permette di spaziare anche nel mondo dell’abbigliamento personalizzato legato alle manifestazioni sportive, sci in particolare, ma siamo pronti a soddisfare pure la squadra di amici che vuole rendere ancora più al passo con i tempi le divise da gioco per il calcio a 5, la pallavolo o le bocce. Per loro manteniamo alta la qualità del prodotto non essendo in ogni caso concentrati esclusivamente sulla vendita. Vogliamo infatti farli sempre sentire a casa, coccolarli, accompagnandoli nella scelta della grafica più gradita”.
Per restare vigili sulle novità tecnologiche che escono periodicamente nel settore, Ideart ha assoluta necessità di adeguare, strada facendo, il proprio bagaglio esperienziale. Un universo in costante movimento, quello della grafica pubblicitaria, dove è essenziale poter investire in macchinari all’avanguardia per essere in grado di fornire servizi di grafica, stampa (anche sublimatica) e ricamo. “Dobbiamo perciò restare informati sulle novità che balzano all’attenzione del cliente, andando a cercare quello che fa al caso nostro – chiarisce il fondatore dell’azienda di Saint-Pierre –. Certi capi, ciclismo su tutti, li produciamo direttamente noi, altri ce li porta il cliente per essere arricchiti, mentre un’ultima parte li compriamo da alcuni brand da cui ci approvvigioniamo, più nel campo del promozionale che del tecnico-sportivo, comunque. L’obiettivo a breve termine che ci siamo posti è riuscire a gestire tutto internamente a Ideart, perché, come ha fatto ben capire il difficile periodo del lockdown, essere indipendenti da cosa accade ad altri può rivelarsi la carta vincente per non andare incontro a problemi seri”.
E proprio nel momento in cui il mondo ha subìto gli effetti più pesanti generati dal Covid-19, la Pmi valdostana ha maturato l’idea di mettersi a disposizione della comunità cambiando per qualche tempo la propria mission. “Avevamo metri e metri di tessuto non tessuto Tnt e lo abbiamo fatto fruttare nella produzione principalmente di mascherine chirurgiche al tempo introvabili. Non che ne siamo usciti con grandi guadagni, ma abbiamo in ogni caso continuato a lavorare mentre molte altre realtà commerciali, invece, sono state costrette a fermarsi – sottolinea Fontanelle –. Anche se poi problemi burocratici ci hanno impedito di certificare le mascherine, siamo contenti di essere riusciti a fornirle gratuitamente a parrocchie, circoli di anziani, mentre una parte è andata in vendita per rientrare delle spese”.
Attenti a fare il massimo possibile per restare nei margini della sostenibilità ambientale, in Ideart vengono trattati articoli bio provenienti dalla filiera organica. “Per quanto riguarda la stampa, per esempio, non ci serviamo di vernici e prodotti diluenti o chimici, cercando di fare scelte di questo genere sempre nei limiti delle attuali tecnologie. E una notevole fetta della nostra clientela, soprattutto quella impegnata nelle corse in montagna, è molto sensibile a questo tema. Per loro di Skyway Monte Bianco, impegnati nel portare avanti il progetto Save the Glacier [Salviamo il ghiacciaio, ndr], rispettare la natura anche attraverso l’uso di materiali e vestiario ambientalmente sostenibili è sempre stato un obiettivo primario”.
Concentrato anche nella fornitura di abbigliamento da lavoro in gran parte d’Italia ad una grossa società che opera nei settori autostradale e ospedaliero, il team guidato da Stefano Fontanelle ha in programma di arricchire ulteriormente la propria offerta nei prossimi mesi. “Ho da sempre una grande passione per il ciclismo e in particolare per la mountain bike, di cui, tra l’altro, da poco sono diventato maestro e così abbiamo deciso di presentare in estate una nuova linea di abbigliamento tecnico per questa disciplina. Progetto che rientra in uno di più ampio in grado di consentirci di far crescere in maniera progressiva la produzione di abbigliamento sportivo”, conclude il titolare di Ideart.