“Dovevo restare qui nel golfo di Orosei per non più di tre, quattro mesi e invece questa mia storia sarda prosegue piacevolmente da oltre dodici anni”. Una traiettoria di vita, quella che ha deciso di prendere Flavio Gagliardi (nella foto accanto), socio e direttore dell’Acquario di Cala Gonone – 500mila euro di fatturato nel 2023 e otto dipendenti –, partita dalla decisione presa dal comune di Dorgali di far riparare la struttura sotto la supervisione dell’Acquario di Genova guidato dal Gruppo Costa.
Il progetto iniziale, pensato nel 2005, si era infatti arenato in corso d’opera a causa di una carenza di fondi, lasciando di fatto nel perimetro scelto lo scheletro di tre vasche. “L’idea pare fosse venuta ad un gruppo di imprenditori di zona che, recatisi in viaggio a Singapore, avevano pianificato di portare anche sull’isola i magnifici acquari visti da quelle parti – spiega Gagliardi –. Il tutto studiato con l’aiuto del famoso architetto americano Peter Chermayeff, tra i più importanti costruttori di acquari al mondo”.
Purtroppo, però, poi il sito rimase inattivo praticamente fino al 2010, quando, cambiata in un certo senso la destinazione d’uso con la costruzione di vasche exhibit (al momento arrivate a 27 unità), poté prendere finalmente il via il percorso esperienziale che nel solo primo anno ha fatto arrivare all’interno dell’Acquario di Cala Gonone ben 85mila visitatori provenienti da molte parti del pianeta, con la Germania in testa all’attuale classifica del gradimento estero. “Un notevole interesse per gran parte atteso, considerato la novità che stavamo portando sul territorio sardo. Successo motivato anche dal fatto che siamo aperti tutto l’anno, Natale compreso, per offrire alle persone che decidono di passare un’oretta o più qui da noi la conoscenza di tante creature marine provenienti dall’Amazzonia, oppure dalle coloratissime acque dei tropici o ancora dal nostro Mediterraneo”.
Gestito dalla società Panaque, l’Acquario di Cala Gonone – che ospitando pure altri generi animali è l’unico giardino geologico autorizzato dal ministero dell’Ambiente in Sardegna – si è ormai stabilizzato sulle 50mila presenze annue, mentre nel tempo è invece cambiato il genere di clientela che si avvicina alla struttura sarda. “Se nei primi anni avevamo a che fare con un’affluenza mista tra italiani e stranieri di qualsiasi età, ora vengono a trovarci soprattutto famiglie con bambini, con i nostri connazionali scesi al 30% del totale – chiarisce il direttore dell’acquario –. Sono cresciuti parecchio, infatti, i numeri dei turisti provenienti da oltre confine che, tra luglio ed agosto, sono principalmente balneari. Tra aprile e maggio, invece, sono preponderanti le visite delle scolaresche, mentre a giugno quelle dei gruppi vacanza composti da bambini”.
Poi, nei giorni di maltempo, l’Acquario di Cala Gonone diventa spesso punto di raccolta di vacanzieri in arrivo da tutta la Sardegna. “Se per esempio, in particolare nel mese d’agosto, capita una giornata di pioggia o non adatta per andare in spiaggia, la gente si mette in macchina e viene a dare un’occhiata alle specie marine che vivono nelle nostre vasche. Ci è perciò capitato di contare addirittura 2mila presenze, grazie anche alle aperture notturne estive, in certi giorni climaticamente meno favorevoli per il turista”.
Un percorso di sviluppo progressivo che, almeno inizialmente, ha comunque dovuto fare i conti con lo scetticismo di una parte degli abitanti del posto. “Ci si chiedeva il perché dell’apertura di un acquario quando c’era invece bisogno del nuovo porto e questo clima non proprio conciliante è durato fino a quando i proprietari di ristoranti, alberghi, bed and breakfast e altri tipi di strutture ricettive hanno iniziato a capire che l’acquario stava contribuendo ad aumentare il giro economico sul territorio”.
Nel processo di crescita complessiva, che poggia anche sulla ricerca della maggiore sostenibilità ambientale possibile, l’Acquario di Cala Gonone continua a mettere in campo soluzioni di vario genere che passano, per prima cosa, dalla partecipazione a campagne di comunicazione attente e incisive. “In questa ottica ci occupiamo del riciclo e del riutilizzo della plastica e abbiamo convenzioni con enti di ricerca delle università di Sassari, Cagliari, Bologna e della romana Tor Vergata, che hanno bisogno di fare campionamenti ma magari non dispongono di personale sufficiente per seguire gli animali. Con l’istituto zooprofilattico di Torino, invece – sottolinea Gagliardi –, abbiamo portato a compimento un’importantissima ricerca appena uscita che riguarda lo squalo palombo nato qui a Cala Gonone in partenogenesi, senza cioè che la femmina si fosse prima accoppiata con il maschio. Evento finora unico al mondo almeno per questo genere di squalo”.
Già allargata nel corso del 2024 la baia in cui sono ospitate le razze, la volontà per l’immediato futuro è quella di rinnovare la più grande vasca presente nell’acquario, circa 300 metri cubi. “È un progetto a cui si sta interessando il Comune, proprietario della struttura, mentre l’altra idea forte è legata alla nostra voglia di proseguire l’opera di efficientamento energetico per fare sì che si possa arrivare ad essere il meno energivori possibile”, conclude Flavio Gagliardi.