Prima azienda italiana specializzata nell’allevamento di sanguisughe per scopi scientifici e terapeutici, ILFARM – 12mila euro di fatturato nel 2023 e 4 soci – ha iniziato ad operare nel 2022 a Varese, all’interno dell’Università degli studi dell’Insubria, con l’obiettivo di non dover più acquistare necessariamente all’estero questa specie di Anellidi appartenenti alla sottoclasse Hirudinea per svolgere ricerche.
“In altre parole, ci siamo chiesti se non avremmo potuto allevarle in proprio per cercare di valorizzare il modello sanguisughe nella sperimentazione scientifica anche nel nostro Paese, progetto che alla fine è riuscito a concretizzarsi attraverso la nascita della startup guidata da noi soci – spiega Nicolò Baranzini, cofondatore di ILFARM –. Al momento siamo un unicum in Italia, situazione che da una parte rende il tutto molto stimolante, ma che ci obbliga anche a dover fare i conti con una mancanza di normative capace di rendere questo processo di crescita assai meno fluido rispetto a quanto sperato”.
In pratica, all’interno dei confini nazionali, non si ha ancora la certezza di quali figure professionali possano utilizzare le sanguisughe, pur se qualche cosa pare finalmente muoversi per aiutare a far diradare gli interrogativi sul tema. “La domanda principale che ci facciamo continua ad essere quella legata a chi possa trattare e applicare le sanguisughe. Solo medici e infermieri oppure tutti? In svariati posti nel mondo questi trattamenti vengono riconosciuti come medicina bionaturale: abbiamo perciò chiesto alla Regione Lombardia se avrebbero potuto essere classificati in questo modo pure da noi, ma ci hanno risposto di no. In Germania, unico paese al mondo, sono invece farmaco a tutti gli effetti e in più sono state create figure professionali ad hoc, come del resto in Inghilterra. Ma anche in questo caso il giudizio dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco, ndr) su un possibile cambio di scenario è stato per ora negativo. Ultimamente, però, ci è parso di capire ci fosse qualche apertura e perciò pensiamo che, tra non molto, potranno esserci novità sull’utilizzo delle sanguisughe”.
Nel frattempo, ILFARM si sta dedicando al consolidare il proprio lavoro mettendo a frutto le collaborazioni avviate con università e gruppi di ricerca sia universitari che ospedalieri. “Oltre alla business unit che si occupa della parte commerciale, in parallelo ci stiamo muovendo nel mondo dell’Hirudoterapia, trattamenti che molti associano a pratiche medioevali, ma che invece sono usate, per esempio, nel postoperatorio dopo interventi di microchirurgia per ripristinare il microcircolo e i tessuti”.
Trattamenti che si estendono pure al settore del benessere, mondo spesso borderline rispetto all’utilizzo delle sanguisughe in quello medico. “In effetti sconfinare da una parte o dall’altra non è troppo difficile – sottolinea Baranzini –. Ci sono tante patologie, infatti, che possono essere affrontate con l’Hirudoterapia: tra queste il gomito del tennista come anche i problemi derivanti dalle infiammazioni ad una spalla”.
Un discorso a parte, invece, merita tutto quanto riguarda l’uso di questo tipo di Anellidi in campo estetico. “È un terreno a sé stante, ma, in un certo senso, altrettanto interessante. Si possono cercare di attenuare le rughe, per esempio, attraverso le molecole presenti nelle sanguisughe e in modo alternativo al botulino”.
Assai determinati a finanziare le proprie ricerche non solo con la vendita ad ospedali e medici delle sanguisughe allevate indoor nella sede distaccata di Crosio della Valle, sempre in provincia di Varese, i soci di ILFARM hanno individuato altri sbocchi interessanti per il percorso avviato non più di due anni fa. “Mentre ci siamo proposti, come traguardo più importante da raggiungere, di cercare di far regolamentare il settore, la nostra intenzione è comunque quella di non tenere tutto per noi ma creare un network italiano, riuscendo a contribuire ad introdurre nel tempo nuove figure professionali”. Pure per questo motivo, la Pmi lombarda è impegnata nell’organizzazione di corsi e workshop per medici e infermieri intenzionati ad utilizzare, maneggiare e applicare le sanguisughe nella maniera corretta. “Inoltre abbiamo avviato un programma di corsi anche per i veterinari che vogliono capire come usarle su cani e gatti – chiarisce il cofondatore di ILFARM –. Il passo successivo speriamo possa poi essere l’ingresso di questi trattamenti naturali anche nel mondo dei cavalli”.
Per il futuro, infine, gli obiettivi dei vertici dell’azienda varesina sono ben chiari. “Far crescere ulteriormente la struttura e poter così creare un nostro laboratorio al di fuori dell’università che ci ospita. Vorremmo anche dotarci di un allevamento outdoor e, soprattutto, riuscire a dare lavoro a ragazzi appena laureati, progetto che finora si è dimostrato purtroppo di difficile attuazione”, conclude Nicolò Baranzini.
(nella foto in alto, da sinistra: il dottor Nicolò Baranzini, la dottoressa Laura Pulze, la professoressa Annalisa Grimaldi e il professore Francesco Arquati)