
Grande protagonista della festa, intima e toccante, organizzata quest’anno per il suo novantatreesimo compleanno e per il mezzo secolo di vita della sua idea vincente, nel 1973 Alfonso Vescovi ha fatto partire quel progetto Tecnoclima in grado di portare, attraverso l’uso delle proprie apparecchiature, prima aria calda e poi anche fredda in tutti i cinque continenti. Un impegno industriale (iniziato con il decisivo sostegno della famiglia Riello) che l’azienda con quartier generale a Pergine Valsugana, in provincia di Trento – 20 milioni di euro di fatturato nel 2022 a fronte di 80 dipendenti –, continua a svolgere a ritmi così sostenuti che Ilaria Vescovi, amministratore delegato e figlia del fondatore, sorridendo ama definirlo “al limite dello sfinimento”.

DA SINISTRA: IL FRATELLO GIULIO, LA MADRE CARMELITA, ILARIA VESCOVI E IL PADRE ALFONSO
“Ogni tanto dovremmo dire pure di no, perché rischiamo di morire di indigestione più che di fame. Ma di fatto non ci riusciamo, come spiegano ampiamente i numeri delle commesse – commenta Ilaria Vescovi (nella foto in alto) – Il fatto è che ormai siamo piacevolmente coinvolti in una serie di progetti a largo spettro, cose estremamente interessanti e in parte innovative capaci di attirare sempre la nostra attenzione. L’aria calda si può infatti utilizzare in vari ambienti commerciali, con modalità tra loro diversissime”.
Impieghi tanto particolari e specifici tra cui quello universalmente codificato come Sistema Vescovi, studiato da papà Alfonso per riscaldare le chiese senza mettere a rischio le opere d’arte presenti all’interno dei luoghi di culto. “Lo inventò e successivamente brevettò per generare il giusto calore, limitando al contempo il rumore delle apparecchiature necessarie. Soluzione che garantisce un’adeguata temperatura oltre che la sicurezza dentro le chiese. Mio padre si rifiutò di dare il via libera ad un solo progetto, quello che, negli anni ‘70, avrebbe interessato la Cappella Sistina. Le tecnologie del tempo non consentivano infatti di assicurare la perfetta riuscita dell’intervento, ma ora dovremmo avere gli strumenti per portarlo a termine. Una sfida che, eventualmente, potremmo anche raccogliere”, sottolinea Vescovi.
Tra le curiosità di cinquant’anni di lavoro nel settore del riscaldamento e del raffrescamento dell’aria, Tecnoclima e il suo fondatore possono vantare anche il servizio reso tanti anni fa al futuro Papa Giovanni Paolo II. “Sì, papà fu ospite per una settimana a Cracovia da Wojtyla, al tempo vescovo della città polacca, e sfruttò quei giorni per creare un impianto di riscaldamento per la cattedrale”.
Le applicazioni degli oltre 300 modelli prodotti negli stabilimenti di Tecnoclima non si fermano qui, comunque. Si va dal trattamento essiccante di cibo e altri prodotti con l’aria calda a quello indispensabile per riscaldare addirittura le miniere. “I nostri apparecchi, tra le altre cose, sono infatti impiegati per riscaldare serre, allevamenti come pure per essiccare frutta, caffè e tabacchi – chiarisce l’ad dell’azienda trentina –. In più ci hanno chiamato per portare calore all’interno della più grande miniera di diamanti del mondo, situata in Russia, in Jacuzia e che ha un diametro di ben un chilometro e mezzo. Lì siamo stati capaci di far passare la temperatura dentro gli ambienti sotterranei da -60 a +3 gradi”.

RISCALDAMENTO DI UNA SERRA IN EGITTO
Dopo aver nel tempo aperto filiali a Lione, Mosca, Dubai e in altre zone d’Italia, la brillante Pmi di base a Pergine Valsugana ha raggiunto una quota relativa alla presenza estera assai consistente, confermandosi in questa maniera leader internazionale del settore. “L’80% del nostro fatturato viene oramai da un export che ci ha consentito di sbarcare in più di 50 paesi del mondo – spiega Ilaria Vescovi –. E i prodotti Tecnoclima sono particolarmente apprezzati in Russia, Medio Oriente, Nord Africa oltre che in Europa”.
Sul tema delle energie rinnovabili e dell’attenzione all’ecosistema, invece, l’impresa trentina è parecchio avanti rispetto alla media di settore, avendo fatto nel recente passato scelte che le hanno fatto sostanzialmente precorrere i tempi. “Al momento l’85% dei nostri prodotti sono già in sintonia con le normative più restrittive che entreranno in vigore nel corso dei prossimi dieci anni. Ci interessano molto pure le idee che sono uscite sull’utilizzo dell’idrogeno, argomento assai interessante per chi, come noi di Tecnoclima, è sempre alla ricerca di innovazione applicabile alla propria produzione. Siamo inoltre attenti a tutto ciò che riguarda il risparmio e l’efficienza energetica, temi su cui stiamo lavorando in grande profondità”.
Nel frattempo, l’azienda della famiglia Vescovi continuerà anche ad occuparsi delle altre, molteplici applicazioni dei principi legati all’uso dell’aria. “La nostra è sì una nicchia di mercato, ma comunque a livello mondiale – conferma la figlia del fondatore di Tecnoclima –. Se esiste un cliente tipo? Beh, direi proprio di no visto che veniamo contattati da parroci, allevatori, dal grande investitore del mondo delle serre come da proprietari di strutture sportive o di capannoni industriali. Tutti quelli che hanno grandi volumi da riscaldare o rinfrescare, ma pure chi ha bisogno di pastorizzare le uova per il successivo utilizzo come integratori alimentari per uso sportivo, oppure per il trattamento delle tarme del legno o per l’essicazione delle larve per il loro uso nei nuovi farinacei presenti sul mercato. Richieste sicuramente particolari e talvolta al limite dell’impensabile”, conclude Ilaria Vescovi.