
Al confine tra Basilicata e Puglia, nella zona industriale di Matera, da trent’anni Domar – 27 milioni di euro di fatturato nel 2022 a fronte di 100 dipendenti – si occupa di produrre accessori per lo più in plastica per camion con la tecnica dello stampaggio ad iniezione, pezzi grandi, non particolarmente tecnologici, ma obbligatori soprattutto in alcuni mercati europei. Tra loro spiccano i parafanghi, di cui l’azienda lucana riesce a fabbricare un milione e mezzo di pezzi l’anno, paraspruzzi, complementi e kit, tipo di produzione che pone Domar in un settore industriale di fatto al servizio dell’automotive.
“Oggi solo il 15% di ciò che esce dai nostri stabilimenti resta in Italia, questo considerato anche il fatto che siamo presenti in ben 60 paesi in giro per il mondo – spiega Marica Lorusso (nella foto in alto), amministratore delegato e alla guida, assieme alla sorella Debora (che si occupa di risorse umane) della Pmi lucana –. In particolare, il brand è fortemente radicato, oltre che in Europa, nel Sudest asiatico, in Sud America e Nord America, nell’Africa del sud e del nord e nei paesi arabi”. Grandi risultati ottenuti sfruttando l’indubbia forza commerciale del tipo di prodotto trattato, ma anche per la cura che Domar mette nelle relazioni con qualsiasi genere di cliente. “Sono tutti tasselli di un puzzle che, tenuti assieme, ci permettono di avere una quota di mercato pari al 30% in Europa, mentre in Italia siamo arrivati all’85%. Pure la parte tecnologica di automazione fa tanto in termini di efficienza, permettendoci di esportare verso ogni latitudine nonostante la posizione geografica della nostra impresa non sia così logisticamente favorevole. Peraltro, negli ultimi tempi debbo dire che le cose sembrano andare un po’ meglio, soprattutto perché i porti di Bari, Taranto e Salerno paiono funzionare secondo le aspettative”.

UNA FASE DELLA LAVORAZIONE
Una crescita progressiva generata oltre confine dal peso specifico di un prodotto made in Italy rispetto a quelli messi sul mercato da un qualsiasi competitor estero, vantaggio che Domar sta continuando a cavalcare con evidente successo. “Sui mercati internazionali l’essere un’azienda italiana è da sempre considerato già di per sé un valore – conferma Lorusso –. Partiamo con qualche punto di vantaggio sugli altri, insomma, venendo identificati con l’eccellenza nel confronto con i tre competitor, imprese tedesche, inglesi e finlandesi, che sono al nostro livello strutturale in Europa. Ce ne sarebbero anche altre di realtà industriali, ma con volumi molto bassi e che fanno un lavoro diciamo di nicchia, mentre noi, numeri alla mano, siamo ormai troppo grandi per gestire il troppo piccolo”.
Messa in difficoltà come molte altre aziende italiane dalla penuria di materiali registrata nel post Covid-19, Domar da quel momento ha fatto di tutto per non trovarsi più nella condizione di dover rallentare il proprio ciclo commerciale. “Dalla nostra materia prima, la plastica, dipendiamo tanto e dovendola avere sempre a disposizione, per cercare di evitare soprese, la maggior parte dei fornitori l’abbiamo ormai nel nord Italia. Prima di Natale, in ogni caso, facciamo scorte per non rischiare che magari la neve impedisca i rifornimenti dei vari tipi di plastica di cui abbiamo bisogno al ritorno dalle feste. Ma comunque siamo riusciti ad andare avanti e a non dover chiudere neanche durante la pandemia. Il motivo? Perché per i fornitori siamo partner più che clienti: con loro abbiamo un rapporto consolidato”, sottolinea l’ad della Pmi materana.
Come pure con i dipendenti, con cui le due sorelle Lorusso hanno stabilito alcuni principi inderogabili. “Ci teniamo molto a che i nostri collaboratori possano lavorare in un ambiente il più possibile sereno e quindi produttivo, avendo la possibilità di fare affidamento anche su un welfare adeguato. L’obiettivo che ci siamo date, insomma, è quello di mettere le persone al centro del progetto – chiarisce Marica Lorusso –. Questo è uno dei punti cardine da veder applicato compiutamente nell’ottica di riuscire a trasformare l’azienda per migliorarla e farla crescere ancora”.

LO STABILIMENTO DELLA DOMAR
Con un presente così pieno di idee, Domar ha già lo sguardo ben rivolto verso il futuro, progettualità che non mancherà mai nel giornaliero dei suoi vertici aziendali anche in considerazione dell’attenzione, dell’ascolto assicurato pure alla Pmi materana dalla regione Basilicata. “Da sempre abbiamo menti portate a pensare in quale direzione indirizzare nuovi investimenti e perciò da queste parti non si sta mai fermi. Stiamo infatti ragionando sul prossimo passo da compiere, che potrebbe essere quello di andare oltre lo stabilimento di 25mila metri quadri dove ci siamo trasferiti nel 2016 e in cui ormai stiamo un pochino stretti. Quindi, pur guardando all’anno prossimo con la dovuta cautela, sappiamo qual è la posizione di Domar sul mercato e vogliamo agire di conseguenza senza farci frenare sulla strada dello sviluppo aziendale”.