Grazie anche ad un’intesa attività di rappresentazione d’interesse, portata avanti sin dal marzo dello scorso anno, ieri il Parlamento europeo ha accolto le istanze dei paesi più virtuosi, tra cui l’Italia, sul nuovo Regolamento imballaggi e rifiuti d’imballaggio (PPWR), adottando un testo che riconosce maggiormente il ruolo del riciclo accanto a quello del riuso.
Nel complesso, il voto di ieri può essere considerato positivo per l’industria, soprattutto considerando la proposta iniziale della Commissione europea e il voto dello scorso 24 ottobre della Commissione parlamentare per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI). In particolare, le modifiche all’articolo 22 salvaguardano gli imballaggi per i prodotti alimentari, riconoscendo, da un lato, il ruolo che quelli monouso giocano nel salvaguardare la salute delle persone e, dall’altro, l’importanza di tutti i casi in cui il riciclo si dimostra una soluzione migliore rispetto al riuso dal punto visto ambientale. Sullo stesso articolo, sono state approvate le norme, già votate nella relazione della Commissione per l’industria, la ricerca ed energia, che prevedono delle deroghe per i paesi che riescono a raggiungere un tasso di raccolta differenziata ammirevole, sopra la soglia dell’85%.
Gli emendamenti all’articolo 26, invece, impongono obiettivi di riuso più realistici, rimuovendo alcuni limiti e prevedendo delle esenzioni che vengono incontro alle esigenze concrete degli operatori. Anche per questo articolo, è stata approvata una deroga per i paesi che riescono a superare l’85% di tasso di raccolta differenziata. Inoltre, alla Commissione non sarà permesso adottare modifiche unilaterali senza il parere parlamentare.
Tra gli aspetti negativi che rimangono, ci sono la discriminazione a favore di alcuni materiali e le norme che riguardano il cauzionamento.
Più in generale, il Parlamento ha sostenuto obiettivi generali di riduzione dei rifiuti prodotti dagli imballaggi proposti nel regolamento: il 5% entro il 2030, il 10% per il 2035 e il 15% entro il 2040. Gli eurodeputati hanno confermato il divieto di vendita dei sacchetti di plastica molto leggeri (inferiori a 15 micron), a meno che non siano necessari per motivi igienici o forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi, per aiutare a prevenire lo spreco di cibo. Viene poi fortemente limitato l’uso di alcuni formati di imballaggio monouso, le confezioni in miniatura degli hotel per i prodotti da toilette e le pellicole termoretraibili per le valigie negli aeroporti.
Per prevenire effetti negativi sulla salute, il testo dell’eurocamera chiede di vietare l’uso delle cosiddette “sostanze chimiche per sempre” aggiunte intenzionalmente (sostanze alchiliche per- e polifluorurate o PFAS) e del bisfenolo A negli imballaggi a contatto con gli alimenti. Un’altra novità è che i distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore della ristorazione (inclusi hotel, ristoranti e bar) dovrebbero offrire ai consumatori la possibilità di portare e utilizzare il proprio contenitore. Infine, gli europarlamentari hanno richiesto che i paesi dell’Ue garantiscano la raccolta differenziata del 90% dei materiali contenuti negli imballaggi (plastica, legno, metalli ferrosi, alluminio, vetro, carta e cartone) entro il 2029.
La palla passa ora al Consiglio dell’Unione europea, chiamato a sua volta ad adottare le proprie modifiche al testo presentato dalla Commissione prima di iniziare le negoziazioni con il Parlamento nella cosiddetta fase di trilogo.
(In alto, foto di archivio del Parlamento europeo)