
Seppur di poco, il ruolo del riciclo non è stato riconosciuto dalla commissione Ambiente (Envi) del Parlamento europeo, che ha invece confermato la preferenza per il riuso che è alla base della proposta di revisione del Regolamento Imballaggi e rifiuti di imballaggio della Commissione europea. Il 24 ottobre, infatti, per soli due voti a passare sono stati i compromessi proposti dalla relatrice Frédérique Ries (Renew), che, pur migliorando sotto alcuni aspetti la legge formulata in prima battuta dal Berlaymont, non tengono conto delle istanze provenienti da paesi come l’Italia, dove il riciclo svolge un ruolo di primo piano nel garantire la sostenibilità ambientale.
In particolare, dai lavori della Commissione Envi risultano confermate le disposizioni critiche riguardanti l’eliminazione immediata di diverse tipologie di imballaggi monouso, gli obiettivi obbligatori di riutilizzo e la disciplina unica della responsabilità estesa.Una serie di emendamenti supportati da Confindustria avrebbe garantito una proposta nel complesso più equilibrata e ragionevole, soprattutto rispetto alle necessità di mantenere un’elevata ambizione in materia di riduzione dei rifiuti di imballaggio, di prendere decisioni basate su un solido approccio scientifico e di creare incentivi per promuovere ulteriormente lo sviluppo dell’economia circolare.
Nello specifico, questi compromessi miravano a:
- introdurre un’esenzione mirata dagli obiettivi di riutilizzo relativi a bevande alcoliche e non alcoliche per i paesi e i materiali che possono raggiungere risultati eccellenti nel riciclo degli imballaggi. Formulazione che avrebbe garantito la coesistenza tra riutilizzo e riciclo nell’industria delle bevande, sulla base del sistema che funziona meglio nelle diverse circostanze.
- Impedire alla Commissione europea di adottare ulteriori obiettivi di riutilizzo e ulteriori restrizioni tramite atti delegati, richiedendo invece che ciò accada unicamente tramite un’eventuale ulteriore proposta legislativa e garantendo il controllo sul processo dei co-legislatori.
- Introdurre un’esenzione orizzontale dagli obiettivi di riutilizzo basata sulla valutazione del ciclo di vita degli imballaggi e sul miglior risultato ambientale, criterio fondamentale per garantire che le decisioni sul tipo di imballaggio e sul materiale da utilizzare nelle diverse circostanze siano basate su una solida valutazione scientifica delle alternative esistenti.
- Eliminare le restrizioni relative agli imballaggi che servono a proteggere il prodotto e a migliorare la sicurezza dei consumatori.
- Definire una data precisa per l’entrata in vigore delle restrizioni sui formati di imballaggio monouso per garantire la certezza del diritto per gli operatori economici e ridurre la frammentazione del mercato interno.
Nonostante l’iniziativa legislativa della Commissione punti a ridurre la produzione di rifiuti di imballaggi, senza questi accorgimenti c’è il rischio che la nuova legge finisca col provocare effetti negativi per l’ambiente, la competitività delle imprese e la sicurezza del consumatore. Tanto è vero che non vi sono evidenze scientifiche che supportino il riuso a discapito del monouso riciclabile. Inoltre, la proposta impone un unico modello di responsabilità estesa del produttore, cioè lo strumento con il quale le imprese si fanno carico, anche finanziariamente, dei costi di gestione dei loro prodotti giunti a fine vita per il loro riciclo.
Va poi evidenziato per completezza che nel testo approvato dalla commissione Envi sono presenti ancora altri punti critici, nello specifico quelli relativi alle mancate esenzioni per certe categorie di materiali (svantaggiate rispetto ad altre), alle problematiche legate agli imballaggi da trasporto e agli estremi provvedimenti adottati per le procedure di accesso alla giustizia.
L’IMPORTANZA DEL RICICLO IN ITALIA
L’industria italiana è leader in Europa e nel mondo nell’economia circolare, tanto da aver raggiunto con nove anni di anticipo gli obiettivi europei di riciclo fissati per il 2030, con il 73% di tutti gli imballaggi riciclati.Inoltre, spesso il riciclo degli imballaggi monouso è la migliore opzione ambientale, perché consuma meno acqua, meno energia, assicura l’igiene e il contrasto allo spreco alimentare. Ma laddove è più conveniente, l’Italia già realizza 2,2 milioni di tonnellate di riuso. Obbligare le aziende a seguire un’unica strada, invece, vorrebbe dire venir meno al principio della neutralità tecnologica. Imprese e territori dovrebbero avere la libertà di raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici europei innovando nel rispetto delle proprie esigenze e delle specificità dei diversi settori coinvolti.
Per tutti questi motivi Confindustria continuerà a lavorare affinché il voto finale, previsto nella seconda plenaria di novembre, bilanci maggiormente la differenza di trattamento che la proposta riserva al riciclo e garantisca una legislazione finale più in linea con gli obiettivi ambientali ed economici dell’Europa.