
BusinessEurope ha lanciato oggi la sua campagna in vista delle elezioni europee, per sostenere un cambio di approccio nella prossima legislatura Ue e, soprattutto, una rinnovata attenzione all’industria al motto di Reboot Europe.
Le priorità chiave per costruire un’Europa più forte formano insieme la parola Reboot, che in informatica indica l’operazione di riavvio di un computer, da cui lo slogan Reboot Europe: un’Unione europea resiliente (Resilient) con energia (Energy) a prezzi accessibili, una regolamentazione migliore e più semplice (Better regulation), un commercio aperto (Open) e basato su regole che porti a maggiori opportunità (Opportunity) nel mercato unico attraverso l’innovazione tecnologica (Technology) e lo sviluppo dei talenti.
“Di fronte ai molteplici rischi geopolitici e all’incertezza economica, l’Ue deve mettere la competitività in primo piano e utilizzare il prossimo ciclo dell’Ue per ‘riavviare’ le sue politiche per le sfide di oggi – ha affermato il presidente di BusinessEurope Fredrik Persson –. Dopo cinque anni incentrati sulla regolamentazione della transizione verde e digitale, l’Europa deve migliorare la propria attrattiva come luogo di investimento”.
Per BusinessEurope l’economia europea è in ritardo – si legge nel comunicato stampa –. Nel 2023 il Pil dell’Ue crescerà solo dello 0,5% contro il 3,1% degli Stati Uniti e il 5,2% della Cina. Nel 2019-2021 gli investimenti diretti esteri sono diminuiti del 68% nell’Ue contro un aumento del 63% negli Stati Uniti, e gli investimenti greenfield nell’Ue sono diminuiti del 15%, contro un aumento del 18% negli Usa nel 2021-2022.

LA CRESCITA DEL PIL NEL 2023: EUROPA, STATI UNITI E CINA A CONFRONTO
“Per raggiungere questo obiettivo, l’Ue deve realizzare una vera e propria strategia per il mercato unico e perseguire una politica commerciale ambiziosa – ha spiegato Persson –. Con il 6% della popolazione mondiale, l’Ue rappresenta il 16,2% del commercio mondiale ed è il primo partner commerciale di 80 paesi del mondo, ma la sua quota nelle esportazioni globali è in calo”.
Secondo le stime solo la transizione verde e quella digitale richiedono circa 650 miliardi di euro all’anno dal 2021 al 2030: per BusinessEurope – si legge nella nota – sono necessari fondi sia pubblici che privati e il miglioramento dell’ambiente per gli investimenti in Europa giocherà una parte essenziale.
“L’Ue deve anche ‘riavviare’ il suo approccio alle transizioni verdi e digitali. Per decarbonizzare senza deindustrializzare, il Green Deal deve essere affiancato da un Industrial Deal. E per digitalizzare in modo umano, l’Ue deve facilitare gli investimenti nell’innovazione e nello sviluppo dei talenti”, conclude Fredrik Persson.
Maggiori informazioni sulla campagna sono disponibili sul sito di rebooteurope.eu, dove si trovano anche tutti i documenti programmatici per la prossima legislatura Ue di tutte le associazioni industriali che fanno parte di BusinessEurope, incluso il documento Fabbrica Europa, che contiene le istanze degli imprenditori italiani raccolte da Confindustria.