Gianni Bardini (nella foto in alto) è ambasciatore d’Italia a Maputo dal novembre del 2020. Nato a Siena e laureatosi con lode in Scienze economiche presso l’ateneo della città, ha intrapreso la carriera diplomatica nel 1984.
Tra i principali incarichi, è stato console generale a Melbourne dal 1998 al 2001, Primo consigliere presso la Rappresentanza permanente presso il Consiglio Atlantico a Bruxelles dal 2001 al 2005. Fra gli incarichi più recenti, quello di ambasciatore d’Italia a Bogotà dal 2012 al 2016 e negli anni successivi di “Coordinatore per le politiche inerenti gli stranieri e i minori stranieri in Italia” al ministero presso l’Ispettorato generale e successivamente presso la Direzione generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie.
Ambasciatore Bardini, quali attività svolgete in Mozambico attraverso l’ambasciata?
Sono ambasciatore in Mozambico ormai da tre anni e mezzo. L’ambasciata non è grande ma è ben strutturata, con un importante ufficio dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) e un ufficio Ice, il cui compito istituzionale è naturalmente quello di sostenere e assistere le imprese italiane interessate ad operare nel paese.
C’è anche una camera di commercio Mozambico-Italia attiva da dieci anni, dinamica e ben introdotta nell’ambiente locale. Conosciamo molto bene il paese e ritengo che siamo in grado di fornire un’assistenza molto puntuale e attenta e di elevata qualità, sia ai grandi gruppi industriali che alle Pmi interessate ad entrare e operare in questo mercato.
Proprio parlando di Pmi quali sono le principali opportunità in Mozambico? E quali sono i settori di maggiore interesse?
Nonostante il Mozambico abbia un rapporto di amicizia e cooperazione di lunga data con l’Italia, la nostra presenza imprenditoriale non è ancora all’altezza dell’intensità dello spettro delle relazioni bilaterali. A mio convinto avviso, il Mozambico offre infatti grandi opportunità al sistema Italia, superiori rispetto ad altri paesi dell’area sub-sahariana.
Si tratta di un paese politicamente stabile, dove si può investire con ragionevole fiducia sul ritorno di lungo termine. È pacifico, senza conflittualità di tipo sociale, etnico o religioso, anche al netto dei problemi di violenza presenti nella sola provincia di Cabo Delgado, all’estremo nord, con crescenti connotazioni di radicalismo islamico ma più importate che endemiche.
Inoltre, il Mozambico si contraddistingue per la sua ricchezza di risorse minerarie ed energetiche, con particolare ma non esclusivo riguardo ai giacimenti di gas terzi per grandezza in Africa, che lo rendono molto attraente per investimenti in questa ampia area, nella quale già Eni gioca un ruolo da protagonista.
In più, è un paese fertile con condizioni climatiche ottime, ricco di acqua; quindi, anche dal punto di vista dell’agricoltura e della trasformazione agroalimentare ci offre grandi opportunità in tutta la filiera: dalla trasformazione alla conservazione, al packaging, alla distribuzione.
Altra caratteristica che rende il Mozambico estremamente interessante sotto il profilo logistico e infrastrutturale sono i suoi quasi tremila chilometri di costa, che ne fanno il corridoio principale e ineludibile per il traffico commerciale diretto verso i paesi dell’entroterra. Ha una visione e una struttura di governo articolata e che sa di dover recuperare terreno con margini di crescita più alti rispetto ad altri paesi africani che hanno già avviato da tempo percorsi di sviluppo virtuosi. Peraltro, i dati macroeconomici indicano chiaramente che il processo di modernizzazione è in fase di accelerazione.
Infine, un rilevante vantaggio comparativo del quale come Italia usufruiamo è la grande fiducia nei nostri confronti costruita negli anni con il nostro coerente ed efficace sostegno privo di agende nascoste.
Quali consigli darebbe ad una piccola azienda interessata a muovere i primi passi nel paese?
La prima raccomandazione è quella di cercare di radicarsi ed evitare di guardare al Mozambico solo come uno sbocco per la vendita di prodotti. In questo momento sotto il profilo meramente commerciale il paese offre effettivamente poco. Il mercato di consumo è ridotto a causa della ridotta classe media e della sua bassa capacità di acquisto, nonostante esistano certamente nicchie per i nostri prodotti di punta, soprattutto agroalimentari e macchinari.
Credo invece che il Mozambico debba essere visto prevalentemente attraverso la lente delle cooperazioni industriali, quale strumento principe per coniugare la complementarità delle abbondanti e ottime risorse primarie del paese con la capacità e qualità di trasformazione in tutti i settori, non soltanto quello agricolo, dell’industria italiana.
Per la sua posizione geografica e vantaggi compativi, inoltre, il Mozambico rappresenta un’ottima base per esportare prodotti verso gli altri paesi dell’area dai quali adesso solamente li importa (qui alcune testimonianze aziendali).
Mozambico, uno sguardo d’insieme
Dopo alcuni anni difficili, le stime del Fondo monetario internazionale prevedono una crescita dell’economia mozambicana pari a circa il 5% nel 2024, confermando le prospettive positive nel medio-lungo periodo, soprattutto in considerazione delle entrate attese dai grandi progetti estrattivi nel settore oil&gas.
Oltre al settore energetico, il paese punta sull’ampliamento di porti, ferrovie e strade al fine di sfruttare la propria posizione strategica come porta d’accesso ai paesi della Comunità di Sviluppo dell’Africa Meridionale (Sadc). Tra i settori promettenti anche l’agribusiness, l’edilizia, il turismo e il minerario.
L’Italia si conferma tra i primi investitori in Mozambico: secondo i dati della Banca Centrale Mozambicana, nel 2022, il nostro Paese è stato il secondo investitore europeo e il quarto globale con un flusso di oltre 150 milioni di dollari di Ide. Si consideri che nel 2022 il totale degli Ide registrati in Mozambico è stato pari a quasi due miliardi di dollari, di cui una gran parte destinati all’industria estrattiva (carbone, petrolio, gas e minerali).
Nel paese sono presenti circa 50 aziende italiane attive nei settori delle costruzioni civili, dell’agribusiness, dell’energia, della logistica e nell’alberghiero.