È un percorso imprenditoriale lungo e di successo quello che ha alle spalle Marini Marmi – 4,2 milioni di euro di fatturato nel 2023 e 18 dipendenti –, realtà aziendale con base a Castro, in provincia di Bergamo, in grado di portare negli anni la propria pietra ad un più alto livello di fruibilità e prestigio anche in ambito internazionale. Partito nel lontano 1897, il progetto nato nel cuore della Lombardia è un tutt’uno con la famiglia Marini, da sempre custode dei metodi, delle conoscenze necessarie per dare al marmo di qualità superiore che tratta la visibilità meritata.
“Se c’è un problema, però, sta nel fatto che questo materiale unico ed esclusivo, il Ceppo di Grè, ci viene imitato da una cinquantina di aziende, fatto che se da un lato non può certo farci piacere, dall’altro conferma la bontà di un prodotto ormai conosciuto praticamente in tutto il mondo – spiega Giulio Marini (nella foto in alto), socio di maggioranza e presidente del consiglio di amministrazione di Marini Marmi –. Noi continuiamo a lavorare in importanti progetti a fianco dei più noti architetti e studi d’architettura internazionali, ultimo step di una traiettoria imprenditoriale che, dopo il trasferimento a Castro avvenuto nei primi anni del ‘900, ha preso decisamente forza proprio con l’inizio dell’estrazione del Ceppo di Grè®, breccia di dolomia dal colore grigio-azzurro risultato di una frana geologica depositatasi sul pendio della montagna”.
Dall’unica cava attiva al momento, la Pmi lombarda è in grado di estrarre anche altri tipi di marmo come il Nuvolato di Grè, dolomia principale e sorta di pietra madre che è posizionata tutt’intorno al giacimento situato nel comune di Solto Collina, vicino alla sede storica di Marini Marmi. “Ma mentre il Nuvolato è lucidabile e levigabile, oltre ad avere un colore in grado di virare dal grigio chiaro al nero, questi procedimenti non possono invece essere applicati al Ceppo di Grè®, che è una pietra completamente diversa, caratterizzata da una certa porosità. Inoltre, trattiamo pure Aggloceppo®, come il Ceppo di Grè® nostri marchi registrati, impasto omogeneo che produciamo in blocchi miscelando sottoprodotti naturali prima di segarlo per ottenere lastre”. Aggloceppo® è sicuramente indicato per il rivestimento di facciate interne ed esterne e ha il suo miglior impiego nelle pavimentazioni interne.
Per far sì che l’azienda sia integrata sempre di più nel territorio e che abbia un approccio proattivo verso tutto quanto riguarda la tutela dell’ambiente, Marini Marmi ha deciso di affidarsi ai criteri cari all’economia circolare e a una tangibile sostenibilità, modus operandi che va di pari passo con l’uso dell’intelligenza artificiale per processi in precedenza di certo più complicati da approcciare. “Nel nostro settore uno dei problemi più tipici a cui dare risposta è sicuramente quello legato alla rimozione dell’argilla dalla pietra – chiarisce Marini -. Con l’aiuto dell’Ia queste complessità si sono di fatto mitigate, visto che ora siamo capaci di identificare per tempo la parte gialla composta da argilla e agire di conseguenza nel processo di lavorazione”.
Potendo contare su una percentuale export piuttosto corposa, i marmi che escono dagli stabilimenti della Pmi di base nella bergamasca sono ormai conosciuti praticamente ovunque, generando risultati che continuano a premiare gli sforzi dei vertici aziendali e di chi lavora nelle strutture operative di Marini Marmi. “Le esportazioni dirette pesano complessivamente di meno sul fatturato rispetto alle indirette, ordini che vengono portati a termine attraverso altri marmisti italiani. Quindi riusciamo ad arrivare in Nuova Zelanda, Australia, Giappone, Cina e Medio Oriente come anche in tutta Europa, Israele, Emirati Arabi, Nord Africa, Sud e Nord America. In particolare, siamo maggiormente indirizzati verso l’estremo oriente, mentre i problemi che quest’anno stanno limitando di molto i transiti per il canale di Suez hanno rallentato il commercio internazionale provocando per noi un calo di vendite nei mercati più direttamente toccati”.
Ricevuti negli anni un buon numero di premi per la qualità della pietra estratta, Marini Marmi ha partecipato, tra le altre cose, alla costruzione dell’edificio dell’università Bocconi a Milano, con la fornitura di 27mila metri quadrati di marmo lavorato, ricevendo nel 2008 un ulteriore riconoscimento. “Nel passato ci siamo occupati anche di creare i basamenti per alcune statue del palazzo della Civiltà del Lavoro di Roma, abbiamo portato la nostra pietra in Australia, e precisamente a Sidney, assieme a Renzo Piano, mentre a Colonia abbiamo contribuito a migliorare l’arredo urbano all’esterno del duomo della città tedesca. Inoltre, veniamo spesso interpellati dalle più importanti marchi di moda per dare un tocco diverso ai rispettivi punti vendita”, sottolinea il titolare di Marini Marmi.
Per il futuro prossimo, infine, l’azienda lombarda ha intenzione di ampliare ancora il proprio sguardo sul mondo dotandosi di un nuovo stabilimento attualmente in fase di realizzazione. “Sarà dotato di macchinari innovativi 4.0 e parallelamente contiamo di aumentare pure la produzione nella cava nell’ottica di riuscire a portare la nostra pietra sempre più in alto”, conclude Giulio Marini.