Al netto di concetti teorici e poco tangibili, su alcuni aspetti siamo tutti piú o meno d’accordo: “Siamo sottoposti ad una quantità di stress pazzesca”.
All’interno delle aziende le persone usano le proprie energie attentive ed emotive su più fronti contemporaneamente, generando spesso un multitasking che porta ad una diminuzione della produttività: il passare da un compito all’altro, infatti, spesso causa perdite di tempo dovute alla necessità di ri-orientarsi a ogni cambio.
La divisione dell’attenzione tra diverse attività diminuisce la precisione nel lavoro e quando l’attenzione è frammentata tra vari compiti, cala la capacità di pensare in modo creativo e di approfondire problemi complessi, limitando così l’innovazione all’interno dell’organizzazione. A tutto questo si aggiunge il fatto che manager e collaboratori non riescono ad isolare le attività prioritarie o a rinunciare alla dedizione verso tempi estranei al compito.
In qualità di executive coach ho assistito a numerosi casi in cui, non solo le grandi, ma anche e soprattutto le piccole e medie imprese hanno rivoluzionato il proprio approccio al mercato e hanno superato significativamente i problemi sopracitati grazie ad un coaching strutturato e sviluppato da professionisti.
Oggi le sfide sono sempre piú numerose; non si tratta solo di sopravvivere, ma di prosperare in un contesto esigente e imprevedibile. Di fronte a questo scenario, procedere con gli stessi strumenti di 20 o 30 anni fa è diventato troppo rischioso.
L’importanza del coaching nelle Pmi
Il coaching offre un contributo decisivo nell’affrontare sfide, dalla gestione delle risorse umane all’ottimizzazione dei processi. Aiuta a identificare gli ostacoli alla produttività “nascosti” tra le interferenze mentali emotive e comunicative, in pratica tutte riferibili ai comportamenti e agli atteggiamenti sul posto di lavoro.
Partiamo dagli aspetti emotivi. Se prendiamo il “sottofondo emozionale” all’interno di una azienda, ci rendiamo immediatamente conto del tono emotivo generale o all’atmosfera emotiva che impatta sull’ambiente lavorativo. È la somma delle emozioni, dei sentimenti e delle percezioni collettive che i membri di un’organizzazione sperimentano e condividono nel contesto lavorativo. La cultura aziendale è fortemente influenzata dalle emozioni collettive condivise dagli individui, che contribuiscono a definire i valori, le norme e gli atteggiamenti all’interno dell’organizzazione.
Un intervento di coaching porta consapevolezza del sottofondo emozionale e consente ai leader aziendali di adottare strategie mirate per coltivare un ambiente di lavoro sostenibile e produttivo. Come esperienza mi è capitata più di una volta, anche in settori apparentemente lontani quali l’edilizia delle grandi costruzioni del milanese.
La gestione delle emozioni in azienda è diventata sempre più riconosciuta come un elemento chiave per il successo organizzativo e la soddisfazione dei dipendenti e una componente fondamentale del coaching nelle Pmi è la valutazione e il miglioramento delle soft skills o abilità trasversali. Dalla comunicazione all’ascolto attivo, dal lavoro di squadra alla leadership, dalla gestione del tempo al problem solving, dall’adattabilità all’etica del lavoro e dall’intelligenza emotiva al pensiero critico, queste abilità sono altamente valutate in tutti i settori poiché contribuiscono significativamente all’efficienza, alla produttività e all’ambiente lavorativo positivo.
Tutte abilità che solo un pensiero “miope” e superficiale ritiene poco inerenti ai “numeri”, ma che sui medesimi ha un importante impatto.
Un ulteriore concetto sul quale in molti sono d’accordo è che nelle aziende, oltre al prodotto e i servizi offerti, vince chi usa meglio la testa e in più persone la usano meglio e più l’azienda produce e con meno fatica.
Ecco alcuni dati sugli effetti di un intervento di business coaching strutturato:
Impatto sul Roi: Secondo l’International Coach Federation (Icf), le aziende che investono in coaching riportano un ritorno sull’investimento (Roi) medio di 7 volte l’investimento iniziale. Alcuni report indicano addirittura un Roi fino a 49 volte in certi casi specifici, soprattutto quando il coaching è focalizzato su leadership e sviluppo esecutivo.
Miglioramento delle performance: Una ricerca sempre della Icf ha mostrato che il 51% delle aziende ha notato un aumento nella produttività dei dipendenti grazie al coaching. Allo stesso modo, miglioramenti sono stati osservati nell’engagement dei dipendenti e nelle competenze di leadership.
Fonti come Gartner o Forrester che pubblicano regolarmente studi sull’efficacia del coaching nelle organizzazioni riferiscono che il 65% delle organizzazioni che hanno implementato programmi di questo tipo riporta miglioramenti significativi nella cultura aziendale, inclusi una maggiore apertura alla comunicazione e un miglior morale. Inoltre registrano una maggiore retention e acquisition del talento. In particolare, le politiche di coaching sono state collegate a una riduzione del turnover del personale fino al 32%.
Gartner, specializzata in servizi di ricerca, analisi e consulenza a una vasta gamma di clienti, è anche nota per le sue conferenze globali, dove vengono presentate nuove ricerche e dove i leader del settore hanno l’opportunità di scambiare idee. Inoltre, Gartner è famosa per i suoi “Magic Quadrants”, che sono analisi di mercato che valutano la posizione relativa dei concorrenti in un determinato settore tecnologico, utili a capire come le diverse aziende si comportano in termini di completezza della visione e capacità di esecuzione.
Demistificare il coaching
Contrariamente a quanto molti credono, il coaching non è un lusso ma un investimento accessibile. I costi sono modulabili e si possono adattare alle dimensioni e alle capacità finanziarie di ogni Pmi. Investire in un coach significa allocare risorse per un miglioramento che porta a risparmi significativi sul lungo termine, come la riduzione dei costi di turnover e il miglioramento della performance complessiva.
Un percorso di coaching aziendale può arrivare a supportare molto in profondità il malessere di un business nei casi di crisis mnagement. In situazioni critiche, per esempio, la gestione mentale diventa cruciale, così come è fondamentale saper distinguere tra micro-crisi (eventi brevi) e macro-crisi (eventi prolungati).
Gli imprenditori possono supportare il loro capitale umano, per esempio per affrontare sfide che in molti casi sono diventate quotidiane. Parliamo di distorsioni emotive, ovvero emozioni intense che possono offuscare la realtà e limitare le opzioni di scelta generando una chiusura all’interno della zona di comfort; oppure di stanchezza e affaticamento mentale, che riducono la percezione e l’analisi efficace dei dati portando ad una limitazione delle considerazioni delle opportunità che si possono creare.
Il coaching continuo e il coinvolgimento delle risorse
Per massimizzare l’impatto, il coaching non dovrebbe essere un evento isolato, ma un processo continuo. Un approccio basato sul training continuo durante l’anno permette di adattarsi meglio alle evoluzioni del mercato e alle esigenze dell’azienda.
Coinvolgere le risorse che faranno parte del progetto in sessioni regolari aiuta a mantenere alta la motivazione e a consolidare le competenze acquisite. Questa costante attenzione allo sviluppo personale e professionale si traduce in benefici duraturi per l’azienda e i suoi dipendenti.
Le domande da porsi sono molto chiare e dirette e pongono le basi per una cultura aziendale che sia profittevole anche a medio e lungo termine. Qualche esempio:
- Quale strategia adottare per alimentare una motivazione continua all’interno dell’azienda, che ispiri ogni individuo a offrire contributi straordinari?
- Come sviluppare modelli di business e operativi che armonizzino le esigenze dei clienti con quelle dei collaboratori, aumentando produttività e competitività?
- Come trasformare un’organizzazione per superare il primato di burocrazia e regole, sostituendolo con un focus sulle persone?
- In che modo si può costruire resilienza nell’organizzazione, che coinvolga oltre ai processi, anche e soprattutto l’atteggiamento dei dirigenti e del personale?
Comprendere quali abilità mentali, emotive e comunicative sono da attivare maggiormente per il successo di una azienda diventa un terreno di esplorazione e confronto con lo scopo di trovare soluzioni, alternative e cominciare ad agire diversamente.
Conclusione
ll coaching per le Pmi è un investimento strategico e sostenibile. Fornisce gli strumenti per navigare con successo in un mercato sempre più competitivo. Attraverso la valutazione e lo sviluppo delle soft skills e un impegno costante, le Pmi possono navigare con successo in un mercato competitivo, assicurando una crescita continua e una presenza solida e riconosciuta nel proprio settore.
Nota sull’autore
Antonio Caporaso ha lavorato per 20 anni come sales manager per Pagine Gialle, Fineco Leasing e Cerved Group. Nel frattempo, ha intrapreso un percorso di studi personali sul coaching e sulle antiche tradizioni di conoscenza applicandole all’ambito business. Executive coach, si occupa della direzione formativa della scuola per coach professionisti de “Il Passo Successivo”. È presidente dell’Associazione nazionale coach perfomance umane.
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