Roberto Cantone (nella foto in alto) è ambasciatore d’Italia nel Regno dell’Arabia Saudita dal giugno del 2020. Nato a Cesana Torinese e laureato in scienze politiche nell’ateneo del capoluogo piemontese, ha frequentato l’Ecole Nationale d’Administration a Parigi. La sua lunga carriera diplomatica lo ha portato in Algeria, Libano e Sudan, oltre a ricoprire incarichi di responsabilità alla Farnesina. Prima di approdare è Riad, è stato per quattro anni ambasciatore d’Italia a Kabul. Con lui abbiamo approfondito i rapporti fra l’Arabia saudita e l’Italia, nonché le opportunità di investimento per le nostre Pmi.
Ambasciatore Cantone, può farci una fotografia della situazione politica ed economica del paese?
Grazie alla Vision 2030 l’Arabia Saudita si è inserita su un percorso di riforme finalizzato ad una profonda trasformazione del paese, in primo luogo sotto il profilo economico e sociale. L’obiettivo di fondo è traghettare un’economia basata sugli idrocarburi verso una moderna economia multisettoriale, in grado di realizzare prodotti ad alto valore aggiunto e di adeguarsi alle transizioni energetica e digitale, ponendo un focus sull’apertura al turismo.
Questo ambizioso progetto implica di per sé un grande investimento sulla formazione dei giovani, anche in campo femminile. Con la Vision 2030 l’occupazione delle donne è infatti decisamente aumentata, anche in posizioni di vertice, capovolgendo lo stereotipo di un paese tradizionalista nella prospettiva di genere. Si sta inoltre diffondendo una visione più tollerante e più pragmatica dei precetti islamici.
Questi cambiamenti sul piano sociale saranno ulteriormente alimentati dall’investimento sulla filiera del turismo e sui grandi eventi internazionali che si susseguono in Arabia Saudita, dal Gran Premio di Formula 1 ai Giochi invernali asiatiche del 2029 fino all’Esposizione Universale (EXPO) 2030 di Riad. Non vi è pertanto dubbio che il paese è in movimento, pur sempre però nel quadro della monarchia di taglio verticistico e dirigistico, guidata dalla dinastia Saud.
Qual è lo stato dei rapporti bilaterali tra Italia e Arabia Saudita?
Nel contesto della Vision 2030 si sta sviluppando un partenariato sempre più strategico con il nostro Paese, allargando il perimetro della cooperazione in settori finora solo parzialmente esplorati. Mi riferisco all’energia rinnovabile, allo sviluppo dell’industria automobilistica e dei veicoli elettrici, all’economia dello spazio e alla difesa, nonché alla filiera della cultura e del restauro del patrimonio storico. Non solo quindi il settore oil&gas, che rappresenta il nocciolo originario della nostra presenza industriale in Arabia Saudita.
A fronte di questi sviluppi di taglio economico, il partenariato bilaterale ha beneficiato di una crescente attenzione da parte del governo della presidente Giorgia Meloni, che ha incoraggiato una serie di visite istituzionali di alto livello a Riad. In pochi mesi, tra settembre 2023 e gennaio scorso, si sono susseguite le missioni del vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, del ministro della Difesa Guido Crosetto, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.
In questo modo, la cooperazione a livello di imprese può avvalersi di un rapporto politico più stretto a livello di ministri su una pluralità di tematiche.
Quali sono le opportunità e gli ostacoli per le Pmi italiane che operano nel Paese?
Bisogna riconoscere che la portata degli investimenti strutturali in corso in Arabia Saudita spesso privilegia le nostre più grandi e note eccellenze industriali. Ad esempio, le gare per la realizzazione dei Giga e Mega Projects della Vision 2030, in primis la costruzione della smart city di Neom sul Golfo di Aqaba, si rivolgono principalmente ad attori consolidati.
Tuttavia, guardando al mercato saudita nel suo complesso e all’altissima reputazione di cui gode il made in Italy, vi sono ampi margini per le nostre Pmi nel commercio al dettaglio, dalla moda all’interior design, ai prodotti agroalimentari e alla ristorazione. Inoltre, sfruttando le opportunità del polo fieristico di Riad, le nostre Pmi possono ottenere visibilità in vari comparti: sono in programma fiere nel campo della plastica e petrolchimica, della meccanica di precisione, dell’agricoltura biologica e delle costruzioni, per le quali il nostro Ufficio Ice spesso organizza dei Padiglioni Italia.
In termini di penetrazione commerciale, le nostre Pmi possono in una prima fase affidarsi ad un distributore locale oppure operare assieme ad un partner saudita. In una fase seconda fase, si può valutare l’apertura di una propria sede operativa in loco, che è largamente incoraggiata da parte saudita ma in termini concreti risulta un investimento impegnativo. L’amministrazione pubblica, e più in generale gli interlocutori sauditi, possono porre dei requisiti stringenti, ad esempio nell’assunzione di personale saudita. In ogni caso, procedendo per gradi, gli ostacoli possono essere gestiti.
Aiuta inoltre il dato del nostro export, di recente pubblicato da Istat per l’intero 2023, che ha raggiunto 4,8 miliardi di euro con un incremento del 20% rispetto al 2022 (4 miliardi).
Quali sono gli strumenti di supporto messi a disposizione delle Pmi dalle autorità italiane in loco?
Direi in primo luogo l’organizzazione di Investment Forum, che si sono rivelati una grande opportunità di informazione sulla Vision 2030 e di networking a livello G2B (Government to Business, ndr) e B2B. Durante il mio mandato, ne ho seguiti due, uno organizzato a Riad a giugno 2022 e un altro a Milano a settembre 2023, entrambi con il decisivo sostegno operativo di Confindustria. Da ultimo, all’evento di Milano, inaugurato dal ministro Urso e dal ministro degli Investimenti saudita, Khalid Al-Falih, hanno partecipato oltre mille imprese e sono stati annunciati un buon numero di memorandum of understanding. Inoltre, l’Ambasciata e l’Ufficio Ice accompagnano regolarmente numerose missioni di imprenditori in visita nel paese, promosse da Confindustria o altre associazioni di categoria, affiancandole nell’interazione con le istituzioni e i partner sauditi.
In un paese che si è aperto da pochi anni all’interazione con l’estero, l’affiancamento istituzionale gioca un’importanza fondamentale, a garanzia dell’affidabilità e professionalità delle nostre imprese. In varie occasioni, abbiamo anche presentato le eccellenze produttive a livello di distretti industriali e le bellezze dei nostri territori, lavorando di concerto con le nostre Regioni.
Nel complesso, quindi, tra gli strumenti di diplomazia economia promossi centralmente dalla Farnesina e la nostra azione sul campo, le Pmi possono agire con più confidenza su questo interessante e dinamico mercato (qui alcune testimonianze di imprenditori).
Arabia Saudita, uno sguardo d’insieme
L’Arabia Saudita rappresenta la più grande economia mediorientale per Pil e l’unico paese del Golfo membro del G20.
Storicamente, il settore trainante dell’economia saudita è stato quello petrolifero. L’Arabia Saudita, tra gli stati fondatori dell’Opec, è infatti il secondo paese al mondo per riserve di greggio. Tuttavia, negli ultimi anni Riad sta portando avanti enormi progetti di investimento finalizzati a diversificare la propria economia e ridurre gradualmente la propria dipendenza dal settore petrolifero.
Nell’ultimo anno la componente non-oil è cresciuta del 5,9%, un dato incoraggiante e in linea con il programma strategico Saudi Vision 2030. Questo ambizioso piano di trasformazioni e iniziative mira a rivoluzionare l’economia saudita e le sue basi, finora fortemente legate alle entrate petrolifere, puntando verso un’economia incentrata sui servizi e sulla conoscenza.
La Saudi Vision 2030 punta sullo sviluppo del turismo e su un maggiore coinvolgimento del settore privato nell’economia, in particolar modo startup e Pmi nei settori ad alto valore aggiunto. Una parte importante di questa strategia è composta da investimenti nella realizzazione di megaprogetti, tra cui la smart city di Neom e la costruzione di resort di lusso lungo la costa saudita del Mar Rosso.
In linea con gli obiettivi della Saudi Vision 2030, i rapporti commerciali e diplomatici tra Italia e Arabia Saudita stanno vedendo un sempre maggiore consolidamento. Il 2022 ha visto un aumento di oltre il 40% nell’interscambio commerciale col nostro Paese e le relazioni diplomatiche tra i due paesi sono state fortemente rafforzate, con sempre più frequenti visite istituzionali di alto livello.
(a cura di Alfredo Sagona)