Dopo l’approvazione da parte degli ambasciatori in Coreper venerdì scorso, il nuovo Regolamento sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio si è avviato verso la sua approvazione definitiva da parte delle istituzioni europee. Le nuove norme sono state oggetto di trattative lunghe e complesse, tanto che, nonostante l’accordo raggiunto in trilogo tra il Parlamento europeo e il Consiglio Ue lo scorso 4 marzo, la Commissione ad un certo punto aveva rifiutato di accettare il testo prodotto dai negoziati interistituzionali.
Il punto del contendere era stato la cosiddetta “mirror clause”, la clausola che prevede che i beni importati siano prodotti secondo gli stessi standard imposti nell’Unione Europea, voluta dalla Francia e opposta anche da altri paesi come Germania, Spagna, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Svezia, Finlandia e Lettonia. Tuttavia, le modifiche effettuate dalla presidenza belga al testo di legge a ridosso del voto in Coreper hanno permesso di sbloccare l’impasse e il Regolamento è passato all’unanimità, al netto di una riserva di scrutinio da parte di Malta e Austria.
Grazie anche ad un’intesa attività di rappresentazione d’interesse, iniziata a marzo del 2022, ancor prima che la proposta fosse pubblicata, e proseguita lungo tutto l’iter legislative europeo, nel complesso il testo finale può essere considerato positivo per l’industria, soprattutto considerando la proposta iniziale della Commissione europea.
La nuova legge mira ad accrescere la sostenibilità del settore, promuovendo una maggiore riciclabilità degli imballaggi, nonché a ridurre alcune barriere al funzionamento del mercato interno, introducendo norme comuni sull’etichettatura e sulla gestione dei rifiuti. Il provvedimento, inoltre, impegnerà gli Stati membri a ridurre i rifiuti, lasciando flessibilità agli Stati e agli operatori nella scelta delle misure per raggiungere l’obiettivo, in particolare tra imballaggi riutilizzabili e quelli monouso riciclabili, laddove questi ultimi, come nel caso del settore della ristorazione, rappresentano ancora l’opzione che offre il risultato ambientalmente migliore e per la conservazione dei prodotti agricoli e alimentari.
Gli emendamenti alla proposta iniziale approvati e sostenuti da Confindustria incentivano tecnologie in cui l’Italia sta investendo, come ad esempio il riciclo chimico, salvaguardano settori in cui le aziende hanno accresciuto la riciclabilità degli imballaggi, come quelle delle plastiche compostabili o dei prodotti di eccellenza, come vini, spumanti, vermouth e distillati. Infine, nella gestione dei rifiuti, libertà di scelta è stata concessa tra l’adozione del deposito cauzionale e il mantenimento di modelli virtuosi di raccolta separata, come quello italiano, riconoscendo così maggiormente il ruolo del riciclo accanto a quello del riuso.
Tuttavia, non tutte le proposte di Confindustria sono state accolte. Il riferimento è, in particolare, ad alcune misure restrittive che permangono in capo ai prodotti monouso in plastica, su cui Confindustria continuerà a lavorare per superare l’approccio ideologico che ha caratterizzato le istituzioni europee negli ultimi anni, a partire dalla Direttiva sulle plastiche monouso (Direttiva SUP). L’industria italiana, infatti, continua a sostenere che ogni materiale è strategico per l’economia e, pertanto, ad ogni materiale deve essere garantito un percorso verso obiettivi di sostenibilità con un approccio basato sulla neutralità tecnologica.
LE PROSSIME TAPPE
Già approvato mercoledì da parte della Commissione Ambiente del Parlamento europeo, l’accordo sarà ora soggetto al voto in plenaria, previsto per il momento il prossimo 24 aprile e in seguito all’approvazione formale del Consiglio. A seguito delle elezioni europee di giugno, il Parlamento neoeletto potrebbe approvare l’accordo provvisorio mediante un “corrigendum” al testo elaborato dai giuristi-linguisti.
Il regolamento sarebbe quindi formalmente adottato dal Consiglio (verosimilmente alla fine del 2024) ed entrerebbe in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale. Il regolamento si applicherebbe a decorrere da 18 mesi dopo la data della sua entrata in vigore.