Il 2024 si presenta come un anno complesso e caratterizzato da grandi incognite, il quarto consecutivo. Nel biennio 2020/2021 le imprese hanno affrontato la grande sfida di una pandemia mondiale, che nessuno aveva previsto, con il conseguente aumento dei costi delle materie prime e l’impennata nella logistica e nei trasporti: tutti ricordiamo il noleggio dei container all’asta.
A febbraio del 2022 la Russia invade l’Ucraina, contribuendo ad acuire una delle più gravi crisi energetiche che già dalla seconda metà del 2021 aveva fatto sentire i propri effetti: le imprese italiane ed europee si trovano a dipendere da forniture, i cui prezzi aumentano in modo incontrollato. Oggi la situazione è migliorata, ma non siamo ancora tornati ai costi del 2019.
Nel 2023 l’economia europea, dopo l’uscita dalla pandemia e dopo il trend positivo del 2022, subisce un altro rallentamento; in generale, normative spesso incomprensibili rendono il nostro sistema economico sempre meno competitivo e fragile rispetto ai due colossi di Stati Uniti e Cina; a ottobre 2023 nuove tensioni, questa volta in Medio Oriente, con la guerra in Israele.
Le imprese italiane hanno davanti a sé un 2024 con sfide di altissimo livello: conciliare gli obiettivi di sostenibilità ambientale con quelli sociali e di governance previsti dall’ormai ben noto acronimo ESG. Tra i primi vi è sicuramente quello di spingere sulle energie alternative attraverso i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e gli incentivi previsti dal pacchetto del Piano Transizione 5.0.
Negli interventi che ospitiamo su questo numero a proposito del Pnrr, emergono le grandi opportunità ma anche i punti di debolezza di quello che rappresenta il più grande pacchetto di aiuti mai visto dopo il piano Marshall del secondo dopoguerra.
Fra le note positive vi è sicuramente l’aumento di 2,7 miliardi di euro di contributi a fondo perduto grazie all’introduzione del capitolo REPowerEU, che porta la dotazione finanziaria complessiva per l’Italia a 194,4 miliardi di euro. Un imponente pacchetto per la crescita economica.
Ora le criticità si concentrano nei tempi di realizzazione degli investimenti, nonché nella rendicontazione finale degli stessi. Le aziende hanno bisogno di capire come funzioneranno concretamente gli strumenti annunciati. Bisogna fare presto: non possiamo e non dobbiamo sprecare alcuna risorsa.
(Editoriale pubblicato sul numero di febbraio de “L’Imprenditore”)