Il Piano nazionale di ripresa e resilienza dedica una fortissima attenzione ai borghi storici per la cui rigenerazione e attrattività è stato previsto più di 1 miliardo di euro, suddiviso in due linee di intervento: la Linea A, dedicata a 21 borghi pilota per la rigenerazione culturale, sociale ed economica, con una dotazione di 420 milioni di euro; e la Linea B riservata a 294 progetti locali per la rigenerazione culturale e sociale e con una dotazione complessiva di 580 milioni di euro.
Conclusa la fase di selezione dei 294 borghi candidati dai Comuni, parte da oggi la gara diretta alle Pmi operanti in queste realtà. Il ministero della Cultura ha infatti pubblicato l’Avviso Pubblico per disciplinare termini, modi e finalità di questa linea di intervento, che si avvale di circa 200 milioni di euro.
Le iniziative imprenditoriali dovranno riguardare l’offerta di servizi e la sostenibilità ambientale attraverso progetti mirati alla riduzione delle emissioni inquinanti, al taglio dei consumi, allo smaltimento dei rifiuti e all’economia circolare. Il contributo è a fondo perduto e viene riconosciuto nella misura massima del 90% dell’iniziativa imprenditoriale, il cui costo totale non potrà superare i 150mila euro. Le domande potranno essere presentate dall’8 giugno fino all’11 settembre 2023 sul sito di Invitalia. Entro il 2025 tutti i progetti ammessi dovranno trovare conclusione.
Si completerà così il quadro delle misure previste dal Pnrr per il rilancio e la rivitalizzazione di quelli che sono i veri e propri cuori pulsanti del nostro Paese che rischiano di rimanere periferici, abbandonati e isolati. Nelle piccole realtà sono peraltro custoditi tesori culturali poco conosciuti, spesso di inestimabile valore, e si coltivano, non senza sforzo né fatica, tradizioni e abilità artigianali e imprenditoriali che rischiano di smarrirsi per sempre. Un’operazione per i borghi d’Italia è, quindi, un’operazione di recupero delle radici, delle origini e dell’identità, tutta, del Paese.
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