Dal primo gennaio di quest’anno la Francia, dopo 13 anni, ha ripreso in mano la guida della presidenza di turno semestrale dell’Unione europea. Il programma illustrato dal presidente Emmanuel Macron ruota intorno a tre ambizioni: un’Europa più sovrana, un nuovo modello europeo di crescita, un’Europa umana. I dossier e i cantieri di interesse per il Sistema di Confindustria, già aperti o in fase di completamento o definizione, sono molteplici e riguardano diversi ambiti: dalla politica commerciale all’ecosistema finanziario, contabile, produttivo e regolatorio per il mercato interno e la sua competitività globale; dall’innovazione alla politica climatica, ambientale e per il digitale. L’asse prioritario politicamente più problematico, sul quale le ambizioni europee di Macron rischiano di infrangersi, è il secondo, dedicato ai temi della crescita e della competitività.
Costruire un’autonomia strategica in campo industriale
Il 10 e 11 marzo è previsto un vertice straordinario a Parigi incentrato sui temi caldi di politica industriale come strumento per portare avanti l’autonomia strategica nel contesto della competitività. La presidenza intende attuare le misure contenute nell’aggiornamento della Strategia industriale dell’Ue, che affrontano in particolare le dipendenze strategiche e l’approvvigionamento delle materie prime critiche, nonché il sostegno alla doppia transizione dei diversi ecosistemi industriali, tramite percorsi di accompagnamento ad hoc per la creazione di filiere europee in settori prioritari, quali l’idrogeno, le batterie per la transizione del settore automotive all’elettrico, i semiconduttori, il cloud e la salute, incoraggiando anche la definizione o l’attuazione di Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo (IPCEI) in tali settori. In questo contesto, sarà seguita con molta attenzione l’iniziativa della Commissione di un “Chips Act” europeo, per incrementare la produzione nell’Ue di microprocessori di ultima generazione.
La riforma del Patto di Stabilità e Crescita
Al vertice del 10 e 11 marzo Macron dovrebbe anche discutere della riforma del Patto di Stabilità e Crescita. Nella visione di Parigi, occorre dotare l’Unione europea di regole di bilancio e finanziarie che superino il “dogma” del 3% e che permettano di dare priorità agli investimenti necessari sia per sostenere la doppia transizione verde e digitale che per competere con Cina e Stati Uniti. Concretamente, per il presidente francese si tratta di:
- raccogliere nuovi investimenti europei sui mercati, rendendo di fatto permanente lo strumento Next Generation EU (NGEU);
- aumentare il bilancio europeo in modo che superi la soglia dell’1% del Reddito nazionale lordo (RNL) Ue27, attraverso un incremento del contributo nazionale da parte degli Stati membri;
- consentire golden rule nazionali per gli investimenti legati alla doppia transizione o per filiere industriali considerate strategiche.
Mentre per quest’ultima proposta non si registrano posizioni apertamente contrarie, per le prime due il percorso è tutto in salita. In primo luogo, Emmanuel Macron dovrà portare dalla sua parte Olaf Scholz, neocancelliere tedesco, alle prese con l’ingombrante eredità di Angela Merkel. La maggioranza che lo sostiene non sembra propensa ad allentare le regole del Patto senza specifiche garanzie di controllo, men che meno a rendere permanente il meccanismo di finanziamento sotteso a NGEU. Per Parigi l’alleanza con Berlino si conferma strategica, pertanto sarà difficile portare avanti una linea che non sia avallata dallo storico partner (nella foto in alto, da sinistra il presidente francese Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, copyright: European Union) .
In secondo luogo, ci sono i Paesi cosiddetti “frugali”, quelli del Nord Europa, già coalizzati per chiedere un ritorno tempestivo alle regole del rigore finanziario e contabile, e quindi non disponibili ad una riforma del Patto di Stabilità e Crescita in chiave anti-rigorista, ma anche contrari in modo fermo a qualsivoglia aumento del bilancio Ue. Su ciascun dossier pesa naturalmente l’incertezza legata all’esito delle elezioni presidenziali in Francia di aprile e maggio.
A seguire una panoramica sui principali dossier aperti sulle questioni economiche.
Le misure per la lotta al cambiamento climatico
La presidenza intende avanzare pragmaticamente sul pacchetto “Fit for 55”, per garantire un equilibrio fra ambizioni Ue di neutralità climatica al 2050 e impatto delle misure sulle imprese. A tutela della competitività dell’industria europea, molto impegno verrà dedicato alla proposta sul meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera (Carbon Border Adjustment Mechanism, CBAM) che, nelle intenzioni, unitamente ai progressi annunciati nel negoziato in Consiglio per l’adozione del nuovo regolamento sui sussidi esteri, dovrebbero creare un “level playing field” rispetto ai paesi terzi. Collegato alla CBAM anche il negoziato sulla riforma della Direttiva sul Sistema europeo di scambio delle quote/ETS.
La seconda priorità in materia ambientale della presidenza francese è costituita dal nuovo Regolamento sulla restrizione dei prodotti derivanti dalla deforestazione, per il quale la presidenza intende avviare i lavori negoziali già all’inizio di gennaio. Vista la trasversalità del tema, i francesi hanno deciso di costituire un gruppo di lavoro ad hoc.
Mercato interno
In questo ambito la Francia potrà avviare l’esame in Consiglio della proposta legislativa su un apposito “strumento di emergenza”, attesa entro la fine di marzo, che mira ad assicurare la libera circolazione di beni e servizi nel contesto di possibili crisi future. Per quanto riguarda le politiche per i consumatori, la presidenza intende fare progredire l’esame in Consiglio delle proposte di Direttiva sul credito al consumo e sulla Sicurezza Generale dei Prodotti, sui quali Confindustria lavora da mesi in stretto coordinamento con il ministero dello Sviluppo economico e con gli eurodeputati italiani. In materia di armonizzazione tecnica, saranno trattati alcuni atti volti ad adeguare le normative vigenti agli obiettivi della transizione digitale e verde. In questo quadro, continuerà l’esame della proposta di Regolamento sui “prodotti macchinario”, tema molto sensibile per il Sistema di Confindustria e sul quale si sta portando avanti un’azione di lobbying a 360 gradi.
Digitale, tra sicurezza e nuove opportunità
Gli atti per i servizi digitali (Digital Services Act, DSA) e per i mercati digitali (Digital Markets Act, DMA) costituiscono per Parigi pilastri fondamentali del modello europeo di regolamentazione del mondo digitale. La Francia considera inoltre prioritaria l’approvazione durante il suo semestre della Direttiva relativa a misure per un livello comune elevato di sicurezza cibernetica nell’Ue (NIS2). Proseguirà anche la trattazione dei regolamenti sull’Intelligenza artificiale e l’Identità digitale europea e sulla Decisione relativa al “Percorso per il decennio digitale”, in corso di negoziato in Consiglio.
Diritto delle società
La presidenza intende chiudere i negoziati sulla Direttiva, legata al pacchetto Finanza sostenibile, relativa all’informativa in materia di sostenibilità delle imprese (Corporate Sustainability Reporting Directive, CSRD), volta a rafforzare l’esistente regime Ue di rendicontazione non finanziaria. Su questo dossier Confindustria sta portando avanti un’intensa azione di lobbying.