
Cammini in strada. Ti ricordi che ti servono un paio di calze da jogging. Pronunci il nome dell’articolo e del brand desiderato: ti appare davanti uno shop monomarca. Entri, scegli il capo, chiedi il prezzo: acquisti – ti assicuri della data di consegna a casa – e continui la tua passeggiata. Ti fermi per una vaschetta di gelato da asporto: guardi i gusti, scorri la lista degli ingredienti perché lo vuoi vegan, dai uno sguardo alle recensioni. Concordi orario di consegna, passi la carta e te ne vai.
Benvenuti nel Metaverso, “nuovo mondo” che unisce il reale al virtuale abitato da versioni digitali degli utenti “veri”. Un ambiente al quale si accede grazie a dispositivi come auricolari e visori e che offre possibilità di azione pressoché infinite: dal visitare una terra lontana all’entrare in un museo, dall’acquistare un prodotto dopo averlo provato all’assistere a un concerto o partecipare come speaker a un talk show. Un territorio verde (e ghiottissimo) per i player del marketing e della comunicazione, dove da mesi si muovono avidi gli operatori di retail e di e-commerce.
LE ORIGINI
Il Metaverso è salito alla ribalta nell’ottobre 2021, con l’annuncio di Facebook, che ha deciso di chiamare la holding del Gruppo “Meta”. Si spinge oltre ciò che offre il web, già capace di un cambiamento epocale: qui convivono shop virtuali, realtà aumentata, servizi di streaming, siti di informazione, piattaforme-video, portali di e-commerce e altro ancora. Luoghi in grado di generare inedite dinamiche promozionali di prodotti e servizi, e di rivoluzionare le tecniche delle aziende per acquisire e fidelizzare clientela.
Per il quotidiano Washington Post si tratta della “successiva ed evoluta versione di Internet”, mentre il Financial Times ne parla in modo cauto, come di una sorta di rebranding della già nota realtà virtuale. La definizione esatta è più complessa di quel che sembra e ancora oggi anima il dibattito a livello internazionale, ma è un dato di fatto che alla nuova frontiera dell’interazione 4.0 si stanno avvicinando grandi marchi e centinaia di Pmi alla ricerca di nuove piste di business. Nella fase complessa e nebulosa che da tempo stiamo attraversando, sono tantissime le agenzie di consulenza strategica su comunicazione e marketing in cerca di piste non battute per affiancare le imprese in questi nuovi percorsi.
UN GRANDE POTENZIALE
Tra il caro-energia, gli effetti del conflitto in Europa e le tante incognite sul piano economico, sociale e della salute in primis, non è difficile intuire l’enorme potenziale insito nell’economia del Metaverso. La società di ricerche di mercato e consulenza strategica Emergen Research aveva stimato nel 2021 la dimensione del mercato globale del Metaverso in 47,69 miliardi di dollari rispetto al 2020, con ricavi che dovrebbero registrare un CAGR (Compounded Average Growth Rate, tasso annuo di crescita composto, ndr) del 43,3% durante il periodo 2021-2028 raggiungendo 591,7 miliardi entro il 2028.
In quanto terreno nuovo, certo, impone movimenti cauti: chi improvvisa non andrà lontano. Gli esperti di settore evidenziano che, a mano a mano che il Metaverso prenderà forma, solo i brand che consentiranno l’accesso a esperienze uniche si potranno guadagnare un posto significativo nella vita dei clienti, scoprendosi insieme a loro co-creatori attivi e portando a galla touch point ad oggi sconosciuti. La sfida è quella di riuscire a comunicare il proprio valore attraverso particolari forme di coinvolgimento e interazione per meglio rappresentare gli stili di vita e le passioni dei consumatori.
QUALCHE ESEMPO CONCRETO
Cosa significa allora, per un’azienda media, programmare una buona presenza sul Metaverso? Ad esempio, ingaggiare un’agenzia che costruisca un nostro punto vendita virtuale e disegni alcuni dei nostri dipendenti aziendali sul web, predisponendone le interazioni con il pubblico. Il Metaverso consente infatti di simulare l’efficacia – e quindi la resa in termini di vendite – di un negozio o una campagna marketing, permettendo di verificare con anticipo, rispetto al mondo “vero”, l’interesse del target verso un prodotto. Meglio di qualunque sondaggio, questo spazio online permette di sperimentare, raccogliere dati utili alla pianificazione di successive azioni ed è dunque prezioso per indirizzare meglio il tiro. Avendo a disposizione dati sofisticati e molto chiari, gli inserzionisti potranno accedere a un livello di targeting completamente nuovo.
Per riuscire nell’impresa i responsabili marketing dovranno imparare a “pensare in 3D”, progettando esperienze 4.0 per i clienti, oltre che uffici virtuali dove incontrare persone e collaborare con specifici strumenti immersivi. I brand potranno creare veri gemelli digitali e gli influencer i propri avatar: alter ego realistici, in grado di muoversi e dotati delle stesse misure e fattezze corporee delle persone fisiche. La software house americana Linden Research, proprietaria del marchio Linden Lab, d’altronde, aveva fatto suo il concetto in tempi non sospetti, nel 2003, quando creò Second Life, in qualche modo il primo esperimento di Metaverso, dove aziende di spicco come Adidas, Reebok e Ibm si erano affrettate ad aprire sedi, studiando strategie per accrescere il fatturato.
PMI: NUOVE PISTE PER CRESCERE
Gli addetti ai lavori non hanno dubbi: le opportunità del nuovo corso sono soprattutto per le Pmi. Basta tenere a mente il cambiamento delle abitudini di acquisto dei consumatori italiani dall’inizio della pandemia: in molti, quando si tratta di shopping, preferiscono dare supporto alle piccole imprese con presenza online anziché recarsi nei negozi fisici. Va da sé allora che il Metaverso offra alle Pmi un’entusiasmante opportunità di fondere i contenuti virtuali con le esperienze del mondo reale, consentendo loro di rimanere presenti e competitivi nel panorama della vendita al dettaglio. Senza mollare la presa nel mondo fisico, ci si può muovere senza eccessivi rischi iniziali in quello virtuale. E solo quando si è convinti, investire di più. Certo, tutte le aziende devono tenere a mente che se vogliono fatturare devono raggiungere posizioni digitali rilevanti. Significa in primis essere conosciuti e poi godere di una buona reputazione digitale.
REALTÀ AUMENTATA, PER I PRIMI PASSI
Per chi vuole procedere per gradi, il primo approccio può essere con la tecnologia della realtà aumentata (augmented reality, AR), ben più economica e accessibile rispetto al Metaverso. L’AR non richiede gadget speciali, indispensabili invece nella realtà virtuale: basta uno smartphone o un tablet con internet. Per dare vita a un oggetto in realtà aumentata, poi, non occorre installare software o app aggiuntive: la tecnologia Web AR permette di lavorare direttamente nel browser. Il mercato è ben più ampio di quanto appaia: sono disponibili piattaforme facili da usare e senza codice che aprono la porta ai “metamondi” per tutte le aziende, anche quelle che non hanno programmatori professionisti nei loro team.
Con l’AR – pur in modo meno impattante e fantascientifico rispetto al Metaverso – è possibile aggiungere valore a un prodotto. Per esempio, portare in vita un libro o la copertina di un libro con un codice QR e avere un’esperienza immersiva: muoversi nel futuro, dare vita ai personaggi, giocare o imparare con loro.
Nell’era in cui è d’obbligo distinguersi dalla concorrenza, l’AR permette di essere più visibili all’utente ancora prima dell’acquisto: basta aggiungere un QR code al prodotto invece di centinaia di parole sulla sua utilità. L’interazione online porta a un aumento nella conversione, permettendo una connessione emotiva più forte tra brand e consumatore. E fa sperimentare emozioni: si può usare il computer per entrare nella casa del proprio eroe preferito e camminare per le stanze, vedere il mondo attorno attraverso i suoi occhi. I bambini sceglieranno un avatar adatto al loro umore e si immergeranno davvero nei libri. Non resta che avviarsi, con curiosità e fantasia, in questi nuovi mondi. A piccoli passi.
(Articolo pubblicato sul numero di ottobre dell’Imprenditore)