
“Se tutto dovesse andare come ci aspettiamo, nella primavera del 2023 saremo in grado di produrre le prime biciclette stampate in 3D, obiettivo raggiungibile iniziando a testare il nuovo prototipo entro fine anno”. Per Francesco Bartoli (nella foto in alto), fondatore e socio di maggioranza di Bemax Italia – un milione di euro di fatturato nel 2021 a fronte di 15 dipendenti –-, startup che nel 2018 ha deciso di dedicarsi a far tornare più italiano il mondo delle due ruote, la strada industriale è perciò già ben delineata e passerà per il continuo aggiornamento di un know how tecnologico che all’imprenditoria italiana non manca di certo.
“Quando quattro anni fa nessuno parlava di reshoring né, tantomeno, di costi dell’energia, ci siamo detti che bisognava fare qualcosa per creare produzioni in Italia che permettessero di evitare il continuo acquisto all’estero in certi campi commerciali. Settori tra cui c’era sicuramente quello delle biciclette, in crescita del 20% annuo, in cui anche i più blasonati marchi di casa nostra ordinavano i componenti soprattutto in Cina avendo, di fatto, il semplice ruolo di assemblatori. Strada rischiosa per varie problematiche quali la logistica e i semiconduttori, aspetti poi esasperati dalla pandemia. E in questo momento di grave crisi, Bemax Italia si è perciò trovata in una condizione di vantaggio, visto che già in precedenza avevamo impostato l’azienda per essere ecosostenibile sfruttando tecnologie poco energivore”, spiega Bartoli.

PARTICOLARE DEL TELAIO PRODOTTO DALLA BEMAX ITALIA
Pronta, così, a fare concorrenza sui costi alle imprese cinesi, la Pmi con base a Terni e stabilimento produttivo a Spoleto, in provincia di Perugia, ha potuto giocare al meglio le proprie carte, ritagliandosi già ora una interessante fetta di mercato. “Faccio un esempio. Per produrre un telaio di bicicletta, alla Bemax Italia con la tecnologia SMC impieghiamo circa quindici minuti, mentre per farlo con materiali tradizionali come alluminio o carbonio servono ore. Questo anche perché la nostra tecnologia è additiva, molto differente rispetto agli altri obbligati a scavare, per esempio, da blocchi di alluminio. Capisco che a qualcuno le dinamiche in atto possano sembrare frutto di una fortunata casualità, ma invece sono state scelte ponderate, in seguito premiate da quanto successo nel mondo nel periodo post Covid-19”.
Adesso, però, c’è da mettere a terra tutte le conoscenze acquisite, un passaggio di non poco conto che comunque non spaventa i vertici dell’azienda umbra. “Ormai siamo nella condizione di fare il grande passo, ma prima dovremo capire bene come poter produrre in grandi numeri – sottolinea il fondatore di Bemax italia –. Le nostre Aenimal saranno una sorta di commuter bike che consentiranno di pedalare anche su sterrati, sampietrini romani ed in grado di evitare i rischi costituiti da ostacoli quali le rotaie dei tram. Una via di mezzo tra city e mountain bike, che sarà inizialmente solo a propulsione muscolare e con un peso del telaio al di sotto dei dieci chili, per poi diventare, entro il 2023, pure una bici elettrificabile. Intanto siamo riusciti a ridurre i pezzi del prototipo da 12 a quattro, passo importante verso la futura produzione”.

SEZIONE DI UNO STEM, COMPONENTE DEL MANUBRIO
Bemax Italia è anche pronta ad ottenere sempre di più attraverso i miglioramenti continui che garantirà la stampa 3D, tecnologia destinata a farla da padrone nei prossimi anni. “Molti dei nostri progetti sono legati allo sviluppo di questo mondo che ogni mese è in grado di mettere in campo novità – chiarisce Bartoli -. È un momento storico paragonabile a quello vissuto dal settore dei personal computer negli anni ‘80 e ‘90: ciò che non si può ancora fare oggi, magari domani diventerà possibile. E noi saremo attenti a non perdere la posizione che abbiamo conquistato restando vigili in un mercato sempre più competitivo”.
Liberato il progettista da molti vincoli che ne avevano rallentato il lavoro nel passato, ora questa fondamentale figura aziendale non ha più limiti di manovra e, come succede pure all’interno della Pmi ternana, può sbizzarrirsi nel pensare in grande. “Sono riusciti finalmente ad aumentare il proprio campo d’azione e, nel nostro caso, ad aiutarci a pensare a numeri maggiori con una piena customizzazione delle biciclette. Se in precedenza, infatti, si potevano fare in sole tre taglie, a breve saremo capaci di personalizzare anche piccoli lotti di 50 unità, cosa assolutamente impossibile in ottica commerciale nel recente passato. Il tutto aumentato dall’ulteriore vantaggio di poter utilizzare anche materiali riciclati, realizzando così prodotti ecosostenibili che, di conseguenza, danno pure una grande mano a consumare meno energia e mettere in circolo quantità minori di CO2”.
Tecnologie applicabili pure ad altri settori come il ferroviario, quello degli yacht e delle pale eoliche, dove sta per sbarcare un qualcosa capace di rivoluzionarne il domani. “Sì, stiamo per brevettare anche pannelli in grado di essere montati su treni e barche, pavimentazioni che hanno come principale caratteristica quella di essere di peso inferiore del 40% rispetto ai materiali tradizionali ma ugualmente resistenti e pure non infiammabili. Idea partita dalla costruzione degli alloggiamenti delle batterie per le biciclette e trasferita, attraverso il costante lavoro svolto dal nostro dipartimento di ricerca e sviluppo, ad altri campi industriali. In più Bemax Italia, nella primavera del prossimo anno, consegnerà quattro modelli di bicicletta a brand iconici italiani e lancerà la produzione di componenti in carbonio come le leggerissime ruote lenticolari, già vincenti su strada, usate nei circuiti professionistici del ciclismo”, conclude Bartoli.

IL MODELLO AENIMAL DELLA BEMAX ITALIA