
Quello che stiamo vivendo è di sicuro il periodo più difficile dalla fine della Seconda guerra mondiale. Una pandemia che ha ucciso nel mondo quasi 2,5 milioni di persone, di cui circa 90mila solo in Italia, una crisi sanitaria che ha messo a dura prova i sistemi di assistenza in tutto il mondo, una crisi economica dalla quale ci riprenderemo molto lentamente. Dal punto di vista sanitario per fortuna ne vediamo la fine grazie al vaccino; per superare lo shock sulle nostre imprese, invece, una grossa mano lo darà il Next Generation Ue, sempre se sapremo mettere in campo progettualità adeguate.
Il mio mandato come presidente dell’area territoriale di Viterbo è iniziato in un momento non semplice. Tuttavia, i dieci anni di frequentazione degli ambienti di Unindustria come associato mi hanno aiutato.
Questi primi mesi di presidenza sono stati quasi interamente dedicati alla pandemia: Unindustria è stata il più vicino possibile alle aziende perché è in questi momenti cruciali che le associazioni categoria diventano fondamentali. Nei primi mesi dell’emergenza Covid i nostri funzionari hanno lavorato tutti i giorni per supportare le aziende nel comprendere come procedere le attività in osservanza ai vari Dpcm.
Il mio obiettivo, ora, è quello di andare a conoscere tutte le aziende che fanno parte della sede territoriale di Viterbo, una ad una. Ci sono eccellenze che meritano di essere raccontate, che hanno bisogno del nostro supporto e di tutta la visibilità che possiamo concedergli. Raccoglierò i loro pensieri, cercando di dargli rappresentanza: anche questo è il compito delle associazioni di categoria.
Tanti sono i temi su cui mi sto impregnando, primo fra tutti quello delle infrastrutture, di cui nel Viterbese c’è una assoluta mancanza: non solo la Orte-Civitavecchia, che rimane fondamentale, come lo sono il raddoppio della Cassia e un collegamento ferroviario veloce con Roma. Si tratta di infrastrutture fondamentali per lo sviluppo, che potrebbero dare una ventata di aria fresca a 360°, nel turismo come nell’economia, senza dimenticare che anche gli stessi cittadini trarrebbero vantaggi dalla realizzazione di queste opere. Abbiamo accolto con favore la nomina del Commissario per la Orte-Civitavecchia, ora ci aspettiamo che si possa procedere alla progettazione preliminare. Progetto che invece è già in fase avanzata per quanto riguarda il raddoppio della Cassia tra Monterosi e Vetralla.
Per quanto riguarda i collegamenti ferroviari ci sono essenzialmente due aspetti da sottolineare, entrambi auspicabili: rendere “veloce” l’attuale tratto che collega Viterbo a Roma e verificare la possibilità tecnica e funzionale dell’alta velocità a Orte. Entrambi porterebbero benefici non solo per i pendolari, ma soprattutto per il comparto industriale e avrebbe benefici sull’occupazione. Dobbiamo diventare attrattivi e far prosperare le nostre aziende.
Su questi temi Unindustria – con il nuovo presidente Angelo Camilli – ha creato un apposito gruppo di lavoro e un comitato territoriale per le infrastrutture che riunisce i vari rappresentanti delle sedi provinciali più Roma. Lo presiede Gianfranco Battisti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato: si tratta di un’ottima opportunità per parlare di queste infrastrutture e non solo.
Fondamentali, inoltre, sono le infrastrutture digitali, sulle quali ci sono buone notizie. Telecom ha già avviato il processo di cablaggio in fibra di Viterbo ed entro tre anni tutta la città potrà navigare a oltre 1 Gigabit/sec. Si tratta di una notizia eccezionale, perché il digitale rappresenta per le imprese una vera “autostrada” in grado di aprire a nuove possibilità e a miglioramenti anche per situazioni attuali, come il già citato smart working. La zona industriale del Poggino, ovviamente, è tra le priorità del loro progetto.
A proposito del Poggino stiamo seguendo anche la vicenda del bando periferie, nel quale sono stanziati 17 milioni di euro proprio per l’area. È chiaro che questi fondi sarebbero “oro” per dei Comuni che, in tutta Italia, stanno avendo difficoltà negli investimenti. Si è sicuramente perso molto tempo; era il 2017 quando se ne parlò la prima volta, ma sappiamo che il sindaco Giovanni Arena e l’assessore Claudio Ubertini stanno lavorando al progetto definitivo. Importante sarà destinare parte dei fondi all’area industriale del Poggino.
Viterbo e la Tuscia, in ultima analisi, hanno le potenzialità per crescere e svilupparsi. È chiaro che tutti soffriamo della chiusura tipica dei piccoli territori, ma non dobbiamo vedere questo limite come un muro invalicabile. Abbiamo imparato a condividere le idee e a trarre tutti i giovamenti di un’informazione “diffusa” che ci ha reso sempre più liberi. Culturalmente siamo pronti a crescere, anche se Viterbo necessita ancora di innovazione in molti settori.
Serve una visione politica che pensi costantemente allo sviluppo e al futuro, non solo alle prossime elezioni.