
Orgogliosamente mugnai dal 1760. Duecentosessant’anni che per il Molino Rossetto hanno significato un forte radicamento nel territorio veneto, senza mai mettere in secondo piano una crescita aziendale che, partendo ovviamente dai prodotti della tradizione, ha comunque sempre guardato a tutte le possibilità offerte nel tempo dalle nuove tecnologie.
Da quarantacinque anni a Pontelongo, in provincia di Padova, dopo essere nata di fatto nel vicentino, la Molino Rossetto è guidata adesso dai fratelli Chiara e Paolo e nel 2019 ha registrato un fatturato di 50 milioni di euro potendo contare su 120 dipendenti. Tra i prodotti di punta spiccano logicamente le farine classiche di grano tenero e mais, ma anche i preparati per pizza, pane e dolci. Offerta resa ancora più specifica ed innovativa dalle linee dedicate alle cosiddette farine di forza, alle specialità regionali oltre che ai cereali soffiati biologici per la prima colazione.

CHIARA ROSSETTO
“Il nostro impegno in questo campo viene da molto lontano, da tempi in cui l’Italia non era ancora unita – spiega Chiara Rossetto, Ceo dell’azienda patavina –. Per lungo tempo a conduzione prettamente maschile, adesso a capo della Molino Rossetto siamo mio fratello, che si occupa della parte industriale, ed io, che seguo il settore dei piccoli formati dedicati alla Gdo, la grande distribuzione organizzata. Una branca d’impresa passata in dieci anni da 5 a 18 milioni di euro di fatturato”.
Lo scorso anno per diversificare il business e pensare alle nuove opportunità di crescita che sta offrendo il mercato, si è deciso di dividere la Rossetto, creando due aziende operative che fanno capo ad un’unica holding. Una delle decisioni prese nella direzione di un cambiamento ormai necessario, visto che non bastava più seguire il modello industriale, molto diffuso, usato in Veneto nei passati 20-30 anni per restare al passo con i tempi. “Ho capito che ci voleva un organigramma diverso, figure professionali in grado di aiutarci a migliorare il nostro marketing e anche un tocco femminile più marcato – chiarisce la Rossetto –. Questo pure considerato che, per il 70%, sono le donne ad utilizzare in casa le nostre farine”.
Deciso cambio di marcia che ha preso forma attraverso un restyling dell’offerta. “Ho pensato per prima cosa di diminuire la quantità di prodotto in vendita, sfruttando pacchettini più leggeri, ma allo stesso tempo si è deciso di cambiare il prezzo al pubblico puntando anche sulla riscoperta del biologico e dei grani antichi, oltre a promuovere il senza glutine e il lievito madre essiccato”, conferma il Ceo della Molino Rossetto, azienda diventata, con queste decisioni mirate, leader in Italia nel settore delle farine speciali.
Impresa di base a Pontelongo che, nel futuro prossimo, ha in programma di esplorare maggiormente l’estero. “Stiamo avendo buoni riscontri dall’export, mentre il mercato italiano, per quanto stabile, vede i consumi in decremento”. Un trend che si è però forzatamente interrotto nelle ultime settimane, ma solo a causa degli effetti del Coronavirus”. Nella giornata del 24 febbraio, per esempio, dai supermercati della penisola, alla Molino Rossetto sono arrivati ordini doppi per quantità rispetto ad un lunedì qualsiasi a causa degli scaffali vuoti lasciati dalla gente in molti punti vendita.