È l’Emilia-Romagna la regione apripista nell’adozione di misure volte a contenere i danni economici prodotti dall’epidemia del coronavirus. Venerdì scorso, 6 marzo, è stato siglato il primo accordo tra il governo regionale, le organizzazioni sindacali e le associazioni imprenditoriali e di categoria che autorizza la cassa integrazione in deroga e mette a disposizione 38 milioni di euro per garantire la continuità di reddito dei lavoratori. “Abbiamo voluto dare un primo, importante segnale. Dobbiamo continuare ad agire uniti e a dare risposte veloci e condivise. Nei prossimi giorni prenderemo altri provvedimenti per famiglie, imprese, lavoro e investimenti”, così il presidente Stefano Bonaccini ha annunciato il provvedimento.
Il rafforzamento degli ammortizzatori sociali è la prima delle misure dell’accordo siglato dai firmatari del Patto per il Lavoro e indica le linee di applicazione per l’utilizzo della cassa integrazione in deroga: il decorso è retroattivo, a partire dal 23 febbraio e ha la durata di un mese: “Possono accedere in deroga – così recita l’accordo – i datori di lavoro del settore privato e le unità produttive o operative situate in Emilia-Romagna, a beneficio dei lavoratori subordinati il cui rapporto di lavoro sia stato sospeso in tutto o in parte o a cui sia stato ridotto l’orario di lavoro a causa degli effetti economici negativi conseguenti alle ordinanze”.
Tra i beneficiari sono comprese anche le imprese con unità produttive esterne all’Emilia-Romagna, ma con lavoratori subordinati residenti o domiciliati in regione, che abbiano subito restrizioni di carattere sanitario, e i datori di lavoro che siano appaltatori di opere o di servizi, mentre sono esclusi i datori di lavoro domestici. Nel caso in cui il datore di lavoro sia una società cooperativa possono accedere agli ammortizzatori anche i soci lavoratori con contratto di lavoro subordinato.
“Queste misure sono state condivise con tutte le parti sociali, a dimostrazione di una grande unità – ha aggiunto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini –. Il tema sanitario resta complesso, ma il nostro sistema è robusto e reggerà. Mi auguro che il Governo adotti a breve gli interventi che abbiamo indicato nel documento condiviso con tutte le Regioni. I fondi a disposizione sono più che raddoppiati in pochi giorni ma non saranno sufficienti. Anche l’Unione europea dovrà fare la propria parte, tenendo conto di un perimetro di intervento più ampio e risorse più rilevanti”.
Le condizioni per l’accesso. I datori di lavoro accedono alla cassa integrazione in deroga, solo se non possono fruire in concreto degli ammortizzatori ordinari (Cigo, Cigs, Fis e Fondi di solidarietà bilaterale), nonché dei diversi ammortizzatori in deroga di cui all’art. 17 del D.L. n 9/ 2020, anche perché ne hanno già fruito nei limiti massimi previsti. I lavoratori beneficiari devono essere dipendenti alla data del 23 febbraio 2020. Possono accedere alla cassa integrazione in deroga anche i lavoratori dipendenti da datori di lavoro che dispongono ancora di ammortizzatori “ordinari” ma che non sono in possesso dei requisiti soggettivi di accesso agli stessi, come per esempio quelli con una anzianità aziendale inferiore a 90 giorni.
I lavoratori subordinati vi accedono con qualunque forma contrattuale, mentre per quelli a termine l’intervento di sostegno al reddito termina al momento della cessazione del rapporto di lavoro. I lavoratori somministrati possono accedere se prestano l’opera presso un datore di lavoro beneficiario di ammortizzatori anche ordinari per i propri dipendenti, mentre per quelli intermittenti vale, nei limiti delle giornate di lavoro concretamente effettuate, come emergenti secondo la media dei tre mesi precedenti.
I lavoratori agricoli possono accedere nei limiti delle giornate di lavoro svolte nello stesso periodo dell’anno precedente oppure se l’attività è iniziata in seguito, si fa riferimento alle giornate in cui si è lavorato di più, nei tre mesi precedenti.
I datori di lavoro che non possono accedere al fondo saranno ammessi alla deroga immediatamente, in attesa del Decreto nazionale che allargherà l’accesso al Fondo di integrazione salariale (Fis), che finanzierà la deroga su tutto il territorio nazionale per ulteriori due mesi, come annunciato dal ministro.
Le domande. La domanda deve essere presentata attraverso il Sistema informativo dell’Agenzia per il lavoro regionale, anche attraverso i soggetti abilitati dalla normativa nazionale, allegando l’Accordo e il modulo di autodichiarazione sul rispetto dei requisiti di accesso, reso disponibile dell’Agenzia stessa. Le domande, già compilate con le informazioni inserite nell’applicativo Sare, dovranno essere stampate attraverso l’apposita funzionalità, firmate dal legale rappresentante del datore di lavoro, in regola con la vigente normativa in materia di bollo, e successivamente inviate via posta elettronica certificata all’indirizzo: [email protected].
L’Agenzia inoltrerà il provvedimento di autorizzazione all’Inps.
L’Agenzia regionale per il Lavoro e la direzione regionale dell’Inps procederanno al costante monitoraggio dell’utilizzo delle risorse finanziarie. I firmatari si incontreranno nuovamente qualora emergessero casi non disciplinati dal presente accordo. La Regione metterà a disposizione un rapporto di monitoraggio.