Dopo la grande paura, dopo le preoccupazioni dei giorni scorsi, finalmente, sul fronte del coronavirus è arrivata una schiarita. Se non per le persone, almeno per le merci, il cui trasporto è cruciale per evitare il blocco totale del Paese e i rifornimenti a imprese e cittadini. Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il Capo del Dipartimento della Protezione civile hanno fugato ogni dubbio: le merci non sono veicolo del contagio e possono circolare liberamente. “Siamo soddisfatti, queste comunicazioni finalmente chiariscono che i carichi non sono portatori del virus”, ha commentato subito Thomas Baumgartner, presidente di Anita, l’Associazione delle imprese di autotrasporto merci e logistica aderente a Confindustria.
Un’ordinanza della Protezione Civile specifica, infatti, il contenuto del Dpcm 8 marzo 2020 relativo al divieto di spostamento delle persone fisiche nelle zone di contenimento – l’intera regione Lombardia e le altre 14 province di Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Marche – precisando che le disposizioni decise con il provvedimento si applicano solo alle persone fisiche. Si esclude, quindi, ogni possibile applicabilità della misura al transito e al trasporto delle merci e a tutta la filiera produttiva da e per le zone indicate.
L’ordinanza chiarisce definitivamente che le nuove limitazioni introdotte dal governo non determinano il blocco delle merci in entrata e in uscita dai territori interessati e che circolano all’interno degli stessi territori. Il personale addetto alla conduzione dei mezzi di trasporto può sia entrare che uscire da queste aree per svolgere le operazioni di consegna o prelievo delle merci stesse. Anche in questo caso, come per le persone, le “comprovate esigenze di trasferimento” potranno essere oggetto di verifica da parte delle Autorità competenti, attraverso l’esibizione della idonea documentazione, tra cui i documenti di trasporto o le fatture di accompagnamento.
In attesa di nuove e ulteriori disposizioni, Confindustria suggerisce di adottare le idonee misure di prevenzione e cautela nei confronti dei trasportatori: 1) limitare la discesa dai mezzi degli autisti e munirli di dispositivi medici a protezione di mani, naso e bocca; 2) se il carico/scarico richiede la discesa dal mezzo rispettare, in aggiunta, la misura di sicurezza della distanza di un metro tra le persone; 3) trasmettere la documentazione di trasporto in via telematica.
Precauzioni consigliate anche da Anita: “In caso di scarico e carico delle merci si devono adottare tutte le precauzioni che sono impartite alle persone fisiche”, insiste Baumgartner che aggiunge però, come gli autisti, per suddette e “comprovate ragioni lavorative” non possano né debbano subire restrizioni nella guida dei mezzi.
Per quel che riguarda i trasporti internazionali si profila una situazione difficile con pesanti ricadute sul settore dell’export, che rischia la paralisi. Al Brennero il governo austriaco ha deciso di effettuare controlli a campione sugli autisti e si prevedono possibili lunghe attese a incolonnamenti al confine, in uscita dall’Italia. “Sarebbe utile che, almeno in questa situazione di emergenza – sollecita il presidente di Anita – il Tirolo rinunciasse a tutte le misure contro il traffico di transito per permettere ai vettori italiani di trasportare e consegnare le merci destinate al Nord Europa senza ulteriori impedimenti”.