
È un’azienda con un animo industriale eclettico la Buonafede – quattro milioni di euro di fatturato nel 2021 e 50 dipendenti –, da settant’anni e quattro generazioni impegnata nel settore della carpenteria metallica in ambiti come il ferroviario, il navale, il nucleare, la difesa e le opere civili. Nel quartier generale di Reggio Calabria, dove nel dopoguerra nonno Nestore avviò l’attività, nel tempo sono state pensate e prodotte strutture apprezzate in molte parti del mondo, marchio di fabbrica di una Pmi capace di “far prendere forma al metallo” per renderlo bello oltre che funzionale.
“Alla Buonafede lavoriamo solo su commissione e ci muoviamo a largo spettro considerati i tanti campi industriali dove viene richiesta la nostra opera – spiega Nino Buonafede (nella foto in alto), amministratore delegato dell’impresa calabrese –. Tra le altre cose, per Hitachi Rail ci siamo occupati di metropolitane e treni a Riyad in Arabia Saudita, ad Honolulu negli Usa, a Salonicco in Grecia, ma anche in Norvegia, Danimarca, Spagna, Belgio, Olanda e Marocco. In Italia, invece, abbiamo lavorato alle metropolitane di Milano e Brescia, prestando i nostri servizi pure nel campo delle costruzioni in tutta la penisola. Ad Agrigento, nella Valle dei Templi, siamo stati premiati per la passerella, pensata per essere poco invasiva, che ora unisce due sezioni del famoso sito archeologico siciliano”.

MONITORAGGIO DIGITALE ALL’AZIENDA BUONAFEDE
Oltre a questo, Buonafede, guidata dai fratelli Nino e Nestore – laureati rispettivamente in economia e ingegneria meccanica – assieme al nipote Filippo, si occupa di difesa per Leonardo ed è presente nel settore nucleare per Sogin. “Per conto di questi ultimi siamo andati a portare le nostre conoscenze nei siti delle centrali di Trisaia, in provincia di Matera e Saluggia, in quella di Vercelli”. Opere che hanno necessitato di studi e progettazioni gestite internamente dall’impresa di Reggio Calabria, in grado di tenere sotto controllo l’importante flusso tecnologico attraverso l’impegno di ingegneri, architetti e geometri che compongono il team al servizio della clientela. “L’obiettivo resta quello di essere il più possibile innovativi, traguardo che vogliamo raggiungere accrescendo costantemente il know how aziendale. Per farlo ci serviamo del Mes, Manufacturing Execution System, strumento che permette, tra le altre cose di monitorare e controllare la produzione, registrare l’avanzamento dei semilavorati a 360 gradi e, soprattutto, di avere una tracciabilità completa dei componenti che vanno a comporre il pezzo finito, aspetto molto importante perché mette i clienti nella condizione di poter risalire eventualmente alla fonte di qualsiasi problema. Inoltre, il Mes consente di aumentare il livello di digitalizzazione di fabbrica sfruttando l’interconnessione delle macchine in modalità 4.0”, sottolinea l’ad dell’azienda calabrese.
Colpiti come quasi tutti dagli effetti dell’impennata dei prezzi di energia e materiali, acciaio compreso, alla Buonafede si stanno comunque già pianificando le mosse per rendere meno incerto il futuro. “Siamo attrezzati con un impianto fotovoltaico che ci mette a disposizione un quarto della potenza necessaria per svolgere il lavoro giornaliero – chiarisce Buonafede –. Adesso, però, siamo determinati a migliorare ulteriormente la nostra sostenibilità e per questo motivo abbiamo inserito nel budget i fondi per riuscire ad essere autonomi dal punto di vista energetico. Non siamo stati completamente spiazzati dagli aumenti dei costi perché avevamo sottoscritto in precedenza un contratto di fornitura vantaggioso, ma da qualche mese, da quando è scaduto insomma, siamo anche noi in balia del mercato. Al proposito posso dire che mi sembra manchino ancora politiche adeguate ai tempi e ai guasti creati”.
Negli anni Buonafede si è trovata a dover fronteggiare richieste parecchio sfidanti da parte della clientela, un impegno su progetti generati nei settori industriali più disparati che l’azienda reggina ha comunque portato a termine regolarmente. “Al porto di Savona, noi solitamente abituati a confrontarci con capannoni di massimo 20, 25 metri di luce, abbiamo dovuto fare fronte alla costruzione di una struttura di 63 metri – racconta l’imprenditore –. A Bressanone, invece, ci siamo misurati con strutture assai impegnative sia nella fase di progettazione che poi di montaggio, mentre a piazza Crispi a Torino abbiamo creato qualcosa di veramente bello anche all’occhio: ombrelloni con un corpo metallico, arricchiti da tubi lavorati al tornio e una copertura in rame. Siamo passati pure per Livorno, dove, al museo di Storia Naturale, Buonafede ha allestito una struttura in acciaio e vetro successivamente usata per l’esposizione in una mostra sull’opera di Leonardo Da Vinci, e nell’isola di Malta, per costruire una scala in vetro che ci risulta essere stata estremamente apprezzata dai committenti”, conferma orgogliosamente Nino Buonafede, interessato alla ricerca del bello anche in progetti artistici avviati con alcuni comuni del reggino.

FASE DI LAVORAZIONE – AZIENDA BUONAFEDE