Eccolo, Vincenzo Boccia: salernitano, 52 anni, amministratore delegato delle Arti Grafiche Boccia – l’azienda di famiglia che gestisce insieme al padre Orazio e al fratello Maurizio – diventato ieri il trentesimo presidente di Confindustria.
Un traguardo personale prestigioso e un risultato importante anche per le tante piccole imprese che “reggono” questo paese – era il 1996 quando un altro imprenditore di Piccola Industria, Giorgio Fossa, veniva eletto alla presidenza – e chissà se lui, abituato per sua stessa ammissione “a ragionare anticipando”, aveva mai pensato di arrivare così in alto.
Un po’ come la Arti Grafiche Boccia, impresa di Salerno che, grazie all’intuizione e alla determinazione di papà Orazio, è oggi una realtà di eccellenza nell’industria tipografica. Qualsiasi situazione qui si affronta andando avanti, investendo e innovando, processi e prodotti. È questa la scelta fatta anche di fronte alla crisi che ha colpito l’editoria; è la reazione avuta negli anni ’90, quando l’azienda ha vissuto un grave momento di difficoltà. Si decise di vendere tutto, casa compresa, e di rinunciare ai propri compensi per due anni, lavorando uniti al piano di ristrutturazione.
“O ricchi pescatori o poveri marinai”, risponde Orazio alla moglie se gli rimprovera di pensare troppo all’azienda. Ci sono voluti sei anni per riemergere, ma poi, dal 2001 al 2006, in un settore cresciuto in media dell’1% annuo, Arti Grafiche Boccia è riuscita a quadruplicare il fatturato, diversificare l’attività in cataloghi e periodici specializzati, stampati per la grande distribuzione, packaging per l’agroalimentare e il food beverage. L’etichetta rossa della Ferrarelle, i volantini Carrefour, riviste che parlano di ville, rock, cucina, fino al mitico album figurine della Panini per i mondiali del Brasile.
Gli ultimi dieci anni sono stati segnati da una crescita sostenuta, sia in termini di capitale umano (+ 85%) che di cifra d’affari (+200%); 160 dipendenti, un fatturato di oltre 40 milioni di euro, un terzo dei quali realizzato all’estero, uffici in Francia, Germania, Danimarca, Libano. Più di 50 milioni di euro investiti negli ultimi 5 anni, una sede di 25mila mq, nata e cresciuta a Salerno, impianti di assoluta avanguardia a livello europeo – Heidelberg, Komori, Cerutti – che sono stati il motivo di una scelta altrettanto
innovativa, la Street Art.
È venuta così, nel 2008, l’idea di costruire un percorso a colori per scrollarsi di dosso il grigiore dell’area industriale: serviva raddoppiare gli spazi proprio per ospitare i nuovi macchinari e sono arrivati i writers. Nove gigantesche B dipinte da alcuni tra i più importanti creativi urbani italiani sulla facciata esterna dello stabilimento di Salerno. Ciascuno ha interpretato a suo modo la B di Boccia: da un Bodoni stilizzato, alla citazione dell’arte amanuense, fino alla forma fiorita di un tatuaggio su una figura di donna. Un modo originale per raccontarsi in un progetto, Alephactory, gioco fonetico tra la prima lettera dell’alfabeto fenicio, Aleph, e il sostantivo inglese factory, giusto connubio tra l’antica arte della stampa e la più moderna creatività urbana. Un segno dell’attenzione che Arti Grafiche Boccia dedica al mondo della cultura, ma anche ai luoghi del lavoro, perché la fabbrica è comunità, laboratorio di sfide, fucina di idee e progetti. I disegni, replicati dagli stessi artisti su tela, sono esposti nei corridoi dell’azienda. E anche a casa di chi ci lavora.
Le nove B, infatti, sono state riprodotte in 90 litografie certificate: i primi esemplari li hanno regalati a tutti i collaboratori perché potessero portarsi a casa un’opera d’arte realizzata da loro stessi. Niente di nuovo per un’azienda concepita come una squadra – dietro le tute i dipendenti hanno stampato il proprio nome, il logo dell’azienda e le bandiere italiana ed europea – e nella quale tutti devono sentirsi coinvolti.
Nel 2008, di concerto con le organizzazioni sindacali, hanno siglato il contratto integrativo di secondo livello per il riconoscimento di quello che Boccia stesso definisce premio di “partecipazione” (volutamente non “di produzione”): un primo tentativo di scambio salario-produttività, che prevedeva, e prevede tuttora, livelli di flessibilità dal lunedì alla domenica, ventiquattro ore su ventiquattro.
Nel 2015 è partito un progetto di “lean organization” per incrementare il livello di efficienza dei reparti di produzione.
Ed è stato avviato un progetto sperimentale per una startup interna che propone sul web un’iniziativa altamente innovativa legata al proprio core business e operativa da questo mese. Una piattaforma business to consumer, www.iltuogiornale.it Emozione Straordinaria, che permetterà a chiunque, con modalità molto semplici e alla portata anche dei non addetti ai lavori, di realizzare – per il compleanno, il matrimonio, o un evento di qualsiasi genere – un vero e proprio quotidiano, con testi e foto interamente personalizzabili: un’edizione straordinaria “su misura”. Il giornale, che ciascuno potrà realizzare da 8 a 96 pagine, tutte a colori, e da 100 copie in su, sarà recapitato direttamente all’indirizzo del cliente. Un’opzione di pagine e tiratura che la rende una piattaforma unica in Europa.
“So che devo conquistare la vostra testa e il vostro cuore”, ha detto ai colleghi imprenditori lo scorso 17 marzo presentando il programma di presidenza, perché solo così potremo conquistare “testa e cuore di un paese cui dare la sveglia”. E per “suonarla” ha grandi progetti.
Nelle pagine del programma c’è forte la necessità di un intervento organico di politica economica per la competitività dell’Italia e dell’Europa. Il richiamo alla centralità dell’industria come antidoto alla stagnazione e alla bassa crescita. L’esigenza di fare di Confindustria un’associazione di progetto, proposta e denuncia, dove possano convivere grandi, piccole e medie imprese, capace di essere attore protagonista e di interpretare anche i copioni più difficili per raccogliere i bisogni e le proposte del mondo produttivo. Al governo ha mandato un messaggio chiaro: “sostenerlo nello sforzo rinnovatore, stimolarlo se esita, criticarlo se sbaglia. Se continuerà a essere fattore di modernizzazione, avrà il nostro sostegno, se rallenterà la spinta, sentirà il nostro disaccordo”.
E un messaggio altrettanto chiaro lo ha mandato con la scelta di una squadra in cui ha voluto fossero presenti tutte le competenze e le sensibilità necessarie per comprendere un sistema complesso e diversificato come quello di Confindustria. Una squadra che si riassume in tre parole chiave: partecipazione, inclusività, confronto. Ne aggiungiamo una quarta: parità, tre uomini e tre donne.
Giovanni Brugnoli, delega al Capitale umano; Lisa Ferrarini, Europa; Antonella Mansi, Organizzazione; Licia Mattioli, Internazionalizzazione; Giulio Pedrollo, Politica Industriale; Maurizio Stirpe, Lavoro e Relazioni Industriali. A questi sei componenti si aggiungono tre vicepresidenti di diritto: Alberto Baban, presidente Piccola Industria; Marco Gay, presidente Giovani Imprenditori e Stefan Pan, presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali.
Alcuni grandi capitoli strategici, come il credito e la finanza per la crescita, l’energia, le reti d’impresa e la cultura faranno capo direttamente alla presidenza che ha mantenuto per sé la delega al Centro Studi, snodo funzionale all’attività di coordinamento per la politica economica, intesa sia come politica fiscale e finanziaria, sia come politica delle riforme e della semplificazione. Contestualmente al voto sulla squadra, lo scorso 28 aprile, il Consiglio Generale di Confindustria, per espressa richiesta del presidente Boccia ha anche approvato la scelta dei 16 membri dell’Advisory Board, organo consultivo introdotto dalla Riforma Pesenti quale luogo di elaborazione strategica, laboratorio di idee e competenze da cui, attraverso un confronto dialettico tra imprenditori ed esperti, si attendono contributi sui temi prioritari dell’agenda economica. Dell’Advisory Board fanno parte: Francesco Caio, Francesco Gaetano Caltagirone, Gianfranco Carbonato, Elio Catania, Claudio De Albertis, Carlo De Benedetti, Claudio Descalzi, Vittorio Di Paola, Luca Garavoglia, Edoardo Garrone, Claudio Gemme, Mauro Moretti, Mario Moretti Polegato, Giuseppe Recchi, Roberto Snaidero e Francesco Starace.