

RENZO IORIO
Fare cose belle, oltre che utili, è un atto culturale.
Non sempre c’è piena consapevolezza di quanto di questa capacità di fare cose belle, “belle e ben fatte”, derivi dalla nostra cultura, dalle nostre radici, dal nostro essere nati e cresciuti in un territorio intriso di bellezza e armonia, di archetipi cui poter fare anche inconsciamente riferimento e che di fatto contribuiscono in modo decisivo a permettere alla nostra produzione di eccellere nel mondo.
Anche costruendone di nuovi, creando e non solo interpretando o declinando, come avvenuto nel design e nella moda, nell’automobile e tantissimi altri settori.
Né c’è consapevolezza piena di quanto la nostra cultura possa essere altresì motore e alimento di un modello di ulteriore crescita economica e sociale per il nostro Paese; soprattutto di come possa esserlo anche per quei territori che ancora oggi faticano a trovare prospettive concrete di nuova impresa, dello sviluppo di una attività economica sostenibile e diffusa, di vera integrazione e qualità sociale.
Sarebbe riduttivo vederlo solo in chiave di pura valorizzazione del patrimonio artistico o di puro turismo come sovente viene evocato: l’ambizione deve essere quella di attivare intorno agli attrattori e al patrimonio collettivo un tessuto di attività e di imprenditorialità in grado di dare solidità, significato e servizi a una clientela internazionale sempre più affascinata dall’Italia e dallo stile di vita italiano. Di dare al contempo prospettive sociali di impiego, di visione e di opportunità a tanti territori oggi marginalizzati.
Occorre tuttavia un approccio industriale e non di puro sfruttamento commerciale di una rendita come troppo spesso avviene. Per questo la cultura e l’approccio di impresa è elemento essenziale di questo scenario.
Portatrice di una visione non solo economica ma anche orientata e attenta a promuovere un sistema sociale bilanciato, la cultura di impresa è agente di cambiamento della società, innesco e valorizzazione di opportunità, prospettiva e approccio, sistema di valori che supera i confini della fabbrica e della azienda e ne caratterizza il territorio.
Confindustria, rappresentante e portavoce del tessuto imprenditoriale italiano e del suo sistema di valori, ha tra i suoi obiettivi primari il sostegno fattivo alla crescita economica delle nostre imprese e del Paese.
Riconoscendo nella cultura un driver fondamentale per uno sviluppo economico sostenibile e diffuso sui territori, ha quindi promosso nell’ambito dei vari gruppi tecnici, uno specifico cantiere focalizzato appunto su “Cultura motore di sviluppo”.
Obiettivo è individuare modelli di eccellenza misurabili e strutturabili, per poterne poi fare un riferimento da replicare e adattare nei differenti territori. Un progetto che deve poter toccare le grandi città metropolitane, come le città di medie dimensioni e le aree interne oggi afflitte da marginalizzazione economica e sociale.
Un lavoro dove il mondo dell’impresa si confronta con le differenti realtà dei territori in una reale dimensione di connessioni e interdipendenze, apertura e stimolo all’autoimprenditorialità e alla nuova impresa.
Modelli e strumenti di supporto – e proposte di provvedimenti – per innescare ripresa, diffondere le eccellenze, far sì che quelle 15mila imprese del sistema Confindustria che permettono oggi al nostro Paese di segnare il secondo maggior surplus commerciale in Europa, siano non solo l’eccellenza, ma il modello e il sostegno di metodo per la diffusione di un benessere e di una prospettiva molto più ampia e duratura nel tempo.
Un primo momento di confronto anche esterno sul tema si tiene il 24 ottobre insieme a Symbola su una ricerca condotta proprio sul tema del volano economico e di ricchezza che la cultura è in grado di indurre nel nostro Paese. Ma il lavoro sarà molto più capillare sul territorio, coinvolgendo le associazioni e le categorie per un lavoro trasversale mirato a progetti in una visone di “Industria Larga”, inclusiva e diffusa.
La XV edizione della Settimana della Cultura di impresa del prossimo novembre sarà quindi un’eccellente occasione per far emergere stimoli e progetti che possano concorrere alle proposte di Confindustria: fare della cultura un elemento chiave della identità competitiva della produzione italiana e cardine della diplomazia economica del nostro Paese, per lo sviluppo delle nostre imprese, per farne nascere di nuove, per una prospettiva di perennità e di crescita, felice e ricca di qualità di vita e di esperienza.