
Il messaggio è chiaro: senza una vera capacità industriale e strategica comune, l’Europa rischia di restare vulnerabile. Con il Libro bianco sul futuro della Difesa europea e il ReArm Europe Plan/Readiness 2030, presentati lo scorso 19 marzo, la Commissione ha lanciato la sfida per una difesa europea autonoma, innovativa e integrata.
Il momento di svolta è stata sottolineato anche da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione: “L’era del dividendo della pace è finita da tempo – ha dichiarato von der Leyen –. L’architettura di sicurezza su cui abbiamo fatto affidamento non può più essere data per scontata. L’Europa è pronta a farsi avanti. Dobbiamo investire nella difesa, rafforzare le nostre capacità e adottare un approccio proattivo alla sicurezza”.

LA VICE PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEOA KAJA KALLAS, AL CENTRO, E IL COMMISSARIO EUROPEO PER LA DIFESA E LO SPAZIO ANDRIUS KUBILIUS, SULLA DESTRA, DURANTE LA CONFERENZA STAMPA – CREDIT: EC – AUDIOVISUAL SERVICE
COSA PREVEDE IL LIBRO BIANCO
Il Libro bianco delinea una strategia per il breve termine e una per il medio-lungo termine. La prima è volta principalmente al rifornimento delle scorte, ormai impoverite, di munizioni, armi ed equipaggiamento militare; la seconda punta a colmare le lacune strutturali delle capacità militari europee, sollecitando gli Stati membri ad unire le forze anche attraverso una serie di Defence Projects of Common European Interest per rafforzare la base industriale e tecnologica europea in materia di Difesa. Sette sono gli ambiti operativi prioritari: difesa aerea e missilistica integrata; sistemi di artiglieria avanzati; munizioni (in linea con l’iniziativa Ammunition Plan 2.0); droni e contromisure anti-drone; mobilità militare; tecnologie emergenti in ambito cyber ed elettronico; protezione delle infrastrutture critiche.
Per rafforzare la competitività della base industriale europea, il documento propone un ventaglio di misure tra cui: revisione nel 2026 della direttiva sugli appalti nel settore della difesa con l’introduzione di un sistema di preferenza europea; un European Military Sales Mechanism; il potenziamento della capacità produttiva attraverso ordini pluriennali in modo da permettere prevedibilità della domanda e investimenti mirati; una iniziativa legislativa Omnibus per rimuovere gli ostacoli normativi e facilitare l’accesso ai finanziamenti; e il sostegno alla formazione, alle Pmi e alle startup.
Centrale è anche l’innovazione: verrà presentata nel 2025 una roadmap per le tecnologie a doppio uso (civile e militare). Iniziative come EUDIS, HEDI, l’European Innovation Council e il fondo TechEU Scale-up saranno mobilitate per sostenere lo sviluppo di soluzioni in ambiti tecnologici innovativi quali intelligenza artificiale, robotica e quantistica.
Infine, il Libro bianco invita l’Ue a rafforzare i partenariati internazionali, non solo con la Nato e gli Stati Uniti, ma anche con Regno Unito, Canada, Norvegia e i partner del Mediterraneo e dell’Indo-Pacifico. I futuri accordi dovranno essere flessibili e finalizzati alla riduzione delle dipendenze critiche.
COSA PREVEDE IL PIANO REARM EUROPE/READINESS 2030
A sostegno di questa nuova strategia, la Commissione propone il ReArm Europe Plan/Readiness 2030, un piano che consente agli Stati membri di spendere potenzialmente 800 miliardi di euro per la Difesa, sfruttando diverse leve finanziarie. Primo, la possibilità di attivare la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità, per uno scostamento massimo dell’1,5% del Pil per quattro anni, a condizione che sia dedicato alla spesa militare.
Il Piano prevede inoltre la creazione del nuovo strumento SAFE (Security and Assistance for Europe), con cui la Commissione raccoglierà fino a 150 miliardi di euro sui mercati dei capitali da destinare a prestiti agevolati per l’acquisto congiunto di capacità prioritarie. Potranno attingere da questo strumento anche l’Ucraina, i Paesi Efta/See e i candidati all’adesione.
Altro punto importante è la mobilitazione dei capitali privati attraverso l’Unione del risparmio e degli investimenti e un rafforzato ruolo della Banca europea per gli investimenti (Bei), che sarà chiamata a espandere la propria attività nel settore difesa. La Commissione chiede un segnale forte e rapido: entro aprile gli Stati membri sono invitati ad attivare la clausola di salvaguardia nazionale, mentre il Consiglio e i co-legislatori sono sollecitati ad adottare il regolamento SAFE e il programma EDIP (European Defence Industry Programme) entro l’estate.
(Nella foto in alto un Eurofighter Typhoon EF2000 in volo. Credit: EC – Audiovisual Service)