I Presidenti Luigi De Filippis e Luca Lazzàro hanno fatto squadra al fine di far crescere culturalmente ed organizzativamente le Aziende del territorio in un esperimento primo nel suo genere al Sud: già anche qui, adesso, si può pensare di “innovare” belle realtà produttive per renderle più efficienti, moderne e competitive.
A supportare la necessità di innovare anche Renato Abate del Comitato di Direzione L’Imprenditore, appositamente venuto a Taranto per testimoniare ed illustrare agli imprenditori locali la sua esperienza nella trasformazione Lean del suo gruppo industriale. I due presidenti si sono avvalsi della cultura Lean di Francesco Velluto, certificato Lean Master APICS presso il Fronte Range College di Boulder, Colorado – USA che ha messo a disposizione di Confindustria la sua esperienza dirigenziale e la sua passione per il Lean management. Eliminando gli sprechi, semplicemente riorganizzando i processi produttivi e cambiando mentalità si possono incrementare i ricavi e soddisfare meglio i Clienti: è questo il Lean Thinking, vera e propria filosofia del “pensiero snello” applicata alle imprese. La strada è quella tracciata da Francesco Velluto, che ha disseminato tra i presenti ai workshop principi, regole e consigli. Smontando, innanzitutto, quella che potrebbe sembrare un’eresia: si può fare un Primitivo, fornire assistenza sanitaria, realizzare un progetto di edilizia, fornire un servizio di Pubblica Amministrazione esattamente come si produce una Toyota? La risposta è apparsa subito chiara: non conta ciò che fai, ma il “come”.
Il metodo cioè, che sta alla base della rivoluzione Lean: analizzare l’azienda, trasformarla e rimetterla in moto attraverso il Lean management, «il sistema che permette di eliminare gli sprechi e aumentare i ricavi soddisfacendo sempre di più i Clienti». Del resto, l’alternativa è obbligata, soprattutto in tempi di crisi: “innova o perisci”, diceva Bill Gates. «Un’opportunità da cogliere – ha insistito Velluto – per trasformarsi in qualcosa di diverso». E di migliore. Diffondendo il pensiero snello, perché no, «anche nella filiera agroalimentare e in particolare vitivinicola» e scrollandosi di dosso la zavorra dei “vorrei ma non posso”: «Dal cambiamento non possiamo prescindere: bisogna solo guardare le cose da un nuovo punto di vista». Il Lean Thinking è tutto questo: imparare a vedere con semplicità come le singole cose sono connesse con un sistema globale. Alle spalle c’è una filosofia nata ai primi del ’900 negli Usa del gigante Ford: «Una mancata rivoluzione – ha ricordato Velluto – poi rivista, corretta e sviluppata mezzo secolo dopo dalla giapponese Toyota nel suo TPS». Il famoso Toyota Production System, che «va a caccia degli sprechi coinvolgendo tutto il capitale umano e mettendo al centro il Cliente». Poi nel ’92 l’approdo nell’Occidente, Usa e Europa, e dal 2003 l’impulso dato da Confindustria alla sua diffusione in vari settori, in grandi industrie come nelle piccole e medie imprese italiane, attraverso il LeanClub dei 15. Un lavoro di profondità, perché applicare i cinque pilastri della Lean significa entrare nel cuore delle aziende, razionalizzare e standardizzare i processi, generando così un sistema “a prova d’errore”.
Obiettivo finale è la perfezione: «il ciclo virtuoso del miglioramento continuo “kaizen”, che non si raggiunge mai ma è la tendenza cui aspirare». «Qui al Sud – ha rimarcato Velluto – la Lean rappresenta lo strumento nuovo per crescere e innovare ma ancora non attecchisce. Altrove in Italia, invece, si parla di moda o di rivoluzione». I risultati sono tangibili ovunque, in ogni tipologia di azienda, dal settore manifatturiero ai servizi, dalla logistica al settore amministrativo. «E’ il momento buono per prepararsi alla ripresa: è solo questione di tempo. Ed è questo che stanno pensando le aziende, per essere pronte al nuovo boom, altrimenti si rischia di soccombere. Per avviare il processo di trasformazione Lean – ha concluso Velluto – serve una visione, principi chiari e strumenti, cambiare le persone e supportarle nel processo di cambiamento». L’importante è muovere il primo passo. Insieme. E questo lo hanno compreso perfettamente i due Presidenti Luigi De Filippis e Luca Lazzàro, che ancora una volta hanno dimostrato nei fatti che il team work, il lavoro di squadra è il miglior strumento per crescere, per innovare, per progredire: insieme.