Ne abbiamo parlato con il Vice presidente della Commissione europea Maroš Šefčovič, che ha la delega per l’Unione energetica, al quale abbiamo chiesto di fare il punto sul tema.
Qual è l’obiettivo del pacchetto e quali saranno i principali benefici per l’industria europea?
Credo ci sia il bisogno di parlare di un’unica priorità politica perché non possiamo separare i cambiamenti climatici dalle politiche energetiche. Oggi le politiche energetiche non riguardano solo la produzione, la distribuzione e il consumo di energia, ma vanno al di là della tradizionale definizione di politica energetica e pongono molte domande: dall’ambiente alla politica regionale, agli appalti pubblici, fino alla ricerca, alle tecnologie digitali e alla politica di concorrenza.
La strategia europea per un’Unione dell’Energia consiste in cinque dimensioni strettamente correlate tra loro, le quali sono tutte molto importanti per l’industria, sia in Italia che in tutti gli altri paesi membri dell’Unione europea.
Il progetto punta a diversificare le risorse energetiche europee e a rendere più efficiente l’uso dell’energia prodotta all’interno dell’Europa. Allo stesso tempo vorremmo creare un mercato interno dell’energia pienamente integrato. L’energia dovrebbe poter circolare liberamente in Europa senza nessun ostacolo, senza barriere tecniche e normative. Alcune volte mi piace parlarne come se fosse la quinta libertà dell’Ue, oltre alla libera circolazione delle merci, capitali, servizi e persone. Non è ancora così perché non abbiamo completato il quadro legislativo e le infrastrutture necessaire affinché questo avvenga. Questo è il motivo per il quale stiamo costruendo nuovi interconnettori.
Allo stesso tempo stiamo aumentando l’efficienza energetica, riducendo il consumo energetico col fine di ridurre a sua volta l’inquinamento e preservare le fonti di energia domestiche. Abbiamo già dimostrato che un’economia può crescere rispettando l’ambiente. Ma dobbiamo fare di più.
L’efficienza energetica riduce anche il fabbisogno di importazioni di energia da parte dell’Ue. In parallelo, la riduzione delle emissioni attraverso la revisione del Sistema europeo di scambio delle quote di emissione (Ets) e l’accordo vincolante di Parigi incoraggiano gli investimenti privati in nuove infrastrutture e tecnologie. I principali vantaggi per l’industria europea sono chiari. L’Unione dell’Energia offre enormi nuove opportunità di investimento.
A febbraio la Commissione ha pubblicato il pacchetto invernale contenente misure nel settore del gas. Quali altre misure legislative del pacchetto dell’Energia presenterà la Commissione entro l’anno?
Il 2016 è l’anno dell’Unione dell’Energia. Prima della sua conclusione presenteremo le nostre proposte legislative. Saranno di natura olistica e in linea con l’accordo di Parigi appena ratificato dall’Ue.
Siamo consapevoli che non possiamo andare avanti senza affrontare la legislazione sull’efficienza energetica. Per questo, insieme alla revisione della Direttiva sull’efficienza energetica e della Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici, vorremmo anche presentare un nuovo strumento finanziario: “un finanziamento intelligente per edifici intelligenti”.
Inoltre, per raggiungere gli impegni presi nel campo delle energie rinnovabili, abbiamo bisogno di integrarle al meglio con le altre proposte legislative. Per questo, abbiamo in >
programma di presentare alcune proposte legislative sul Nuovo mercato elettrico e sul quadro regolatorio, per fornire ai consumatori maggiori possibilità di produrre, conservare e scambiare l’energia. Prima della fine dell’anno vorremmo presentare anche un secondo report in merito allo stato dell’Unione dell’Energia.
L’Ue ha fissato tre obiettivi energetici e climatici ambiziosi per il 2030. Come raggiungerli senza indebolire la competitività dell’industria europea?
I nostri obiettivi climatici adottati nell’ottobre 2014 – ridurre del 40% le emissioni di gas serra con un ritorno ai livelli del 1990, raggiungere una quota di almeno il 27% di energie rinnovabili, migliorare almeno del 27% l’efficienza energetica – promuovono la competitività delle imprese e delle Pmi europee.
Solo se l’Europa rimane in prima linea sull’innovazione saremo in grado di mantenere il nostro stile di vita e i nostri valori europei nel mondo globalizzato.
Il quadro degli obiettivi climatici ci aiuta a fare progressi verso un’economia a basse emissioni di carbonio e verso la costruzione di un sistema energetico che assicuri energia a prezzi accessibili per tutti i consumatori. Il tutto aumentando la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’Ue, riducendo la nostra dipendenza dalle importazioni di energia e creando nuove opportunità di crescita e di posti di lavoro.
La Commissione ha posto un forte accento sull’aumento dell’efficienza energetica, con un focus sull’edilizia. Quali strumenti finanziari saranno messi in atto per raggiungere questo obiettivo?
Abbiamo sbloccato gli investimenti per le infrastrutture attraverso il Fondo europeo per gli Investimenti Strategici (Feis), il Connecting Europe Facility e i Fondi strutturali e di Investimento europei.
Il Feis ha già mobilitato più di 127,2 miliardi di euro in 27 Stati membri. Quasi un quarto di questi è nel settore energetico e un quarto nel settore della ricerca e dell’innovazione. In questo contesto, quasi 290mila startup e Pmi hanno beneficiato di un accesso agevolato ai finanziamenti.
Per quanto riguarda i Fondi strutturali e di investimento europei, l’Italia per il periodo 2014-2020 è il secondo paese che ha beneficiato maggiormente in tutta l’Ue, con quasi 43 miliardi di euro investiti dalla Commissione europea.
Il 15 luglio, nel quadro del Connecting Europe Facility, gli Stati membri hanno accettato la nostra proposta di investire 263 milioni di euro in progetti di infrastrutture energetiche transeuropee. In parallelo, rimaniamo molto fedeli al principio “efficiency first” che abbiamo stabilito nella strategia dell’Unione dell’Energia l’anno scorso. Prima della fine dell’anno proporremo una revisione di tutta la legislazione sull’efficienza energetica e in particolare nel settore dell’edilizia.
Ricerca e innovazione sono essenziali per introdurre tecnologie che contribuiranno a raggiungere gli obiettivi europei. Come la Commissione intende incentivarle per le tecnologie a basse emissioni?
Tutta le politiche dell’Unione dell’Energia sono progettate per promuovere l’innovazione delle nuove tecnologie! Il progresso è già in corso. Per esempio, l’ultima settimana di settembre abbiamo celebrato il traguardo dei 100 gigawatt di capacità della rete elettrica solare in Europa. Per rendere meglio l’idea: 100 gigawatt corrispondono a quattro volte l’installazione solare presente negli Stati Uniti e quasi la metà della capacità solare di tutto il mondo. E si è moltiplicata moltissimo nell’ultimo decennio.
Ciò è particolarmente notevole dato che fino a poco tempo fa la transizione verso l’energia pulita e rinnovabile era percepita come un’area marginale, che disturbava l’attività economica e trovava quindi pochi sostenitori. Ma ad oggi la transizione verso un’economia verde è onnipresente nella nostra diplomazia, nella nostra cultura popolare e nelle nostre industrie in continua evoluzione guidate dalle tecnologie innovative.
Con la crisi dell’euro, l’emergenza immigrazione e la Brexit, dove si collocano le questioni energetiche per l’Europa? Cosa suggerisce per un’Europa più forte?
La ratifica dell’accordo di Parigi dall’Ue dimostra che l’Unione europea mantiene le promesse fatte. Gli Stati membri quando capiscono che tutti insieme avranno un impatto maggiore riescono a trovare un terreno comune. Sono felice di vedere che gli Stati membri hanno deciso di fare la storia insieme e siglare l’entrata in vigore del primo accordo universalmente vincolante sui cambiamenti climatici.
Dobbiamo e possiamo consegnare alle generazioni future un mondo più stabile, un pianeta più sano, società più giuste ed economie più prospere. Questo non è un sogno. Questa è una realtà ed è alla nostra portata. È in questo spirito che vogliamo presentare le nostre proposte legislative sull’Unione dell’Energia entro la fine dell’anno. Il 2016 è l’anno dell’Unione dell’Energia.
Naturalmente ci sono molte sfide che attualmente impegnano l’Europa. La costruzione dell’Unione dell’Energia è importante per tutti gli europei, per i cittadini e per le Pmi. Questo emozionante viaggio continua e ne siamo tutti parte. L’Unione dell’Energia è una priorità fondamentale per la Commissione Juncker e contribuisce in modo decisivo a rendere l’Unione Europea più forte