
In Italia le imprese in rete possono assumere insieme uno o più dipendenti per realizzare gli obiettivi stabiliti nel progetto comune, condividendo costi e oneri di gestione. È quanto prevede la codatorialità, l’istituto giuslavoristico dedicato alle reti d’impresa, che consente a tutte o ad alcune delle aziende aderenti al contratto di rete di assumere congiuntamente uno o più lavoratori secondo le regole contrattualmente condivise. Dal 2022 è infatti operativa la disciplina della codatorialità nelle reti d’impresa, introdotta nel 2013 ma rimasta inattuata fino all’entrata in vigore del decreto del ministro del Lavoro n. 205/2021, che stabilisce le modalità per effettuare le comunicazioni obbligatorie ai fini della corretta gestione degli aspetti retributivi, assicurativi e previdenziali dei rapporti di lavoro in codatorialità.
La piena attuazione di questo istituto va a completare il set di strumenti a disposizione delle reti d’impresa per sviluppare competenze e know how, affiancandosi al distacco semplificato e alle altre forme di gestione congiunta del capitale umano (somministrazione, apprendistato, staff leasing, consulenze). In questo quadro, la codatorialità rappresenta una rivoluzionaria innovazione dell’organizzazione del lavoro nelle aziende legate da un contratto di rete perché semplifica la gestione del capitale umano e favorisce la crescita delle competenze manageriali, soprattutto nelle imprese di piccole dimensioni. Partendo da un esempio, questo strumento permette a più imprenditori di assumere insieme, dividendone i costi e gli oneri amministrativi, un manager per sviluppare R&I e trasferimento tecnologico nei rapporti con le università e con gli altri attori dell’innovazione, oppure di formare e gestire congiuntamente competenze professionali qualificate necessarie allo sviluppo della filiera o del settore di riferimento (es. figure tecniche, team di ricercatori).
Si pensi anche alla possibilità di inserire nell’organizzazione delle aziende retiste figure dedicate, come il responsabile della comunicazione o dell’attuazione di piani di internazionalizzazione e di marketing della rete, o il professionista incaricato di gestire l’ufficio gare della rete che si pone come obiettivo strategico la partecipazione ad appalti pubblici o privati. Con riferimento alle sfide della transizione ecologica, viene in mente il sustainability manager, che potrà supportare le strategie di crescita delle imprese retiste in relazione ai criteri ESG, alla predisposizione del bilancio di sostenibilità di gruppo o delle certificazioni necessarie per operare in filiera, alla gestione dei nuovi modelli di business circolari, come le comunità energetiche rinnovabili. Senza trascurare il ruolo che la codatorialità può avere nel potenziare le collaborazioni e le attività di coprogettazione tra imprese e professionisti, anche all’interno delle cosiddette reti miste, dando slancio all’attuazione delle misure del Pnrr grazie all’assunzione congiunta di manager dedicati a specifici interventi da realizzare, ad esempio, tramite i contratti di sviluppo e gli altri strumenti finanziari accessibili alle reti.
Accanto alle molteplici opportunità di utilizzo della codatorialità in funzione degli obiettivi e delle linee d’azione della rete, numerosi sono i vantaggi dell’istituto. Oltre a quello economico, dovuto alla possibilità di ripartire il costo del dipendente messo a fattor comune, la codatorialità dà trasparenza e certezza alla gestione delle prestazioni rese in maniera indistinta e contestuale nell’interesse delle diverse imprese codatrici da parte di profili dotati di competenze tecniche o manageriali, divenendo così elemento competitivo e di garanzia per un corretto e flessibile utilizzo del lavoro, specie nelle organizzazioni funzionalmente integrate e nei gruppi societari.
L’andamento in crescita dei contratti di rete anche nell’ultimo anno (+ 9,4% nel periodo gennaio-novembre 2022), che fa registrare un totale di 8.246 contratti con 45mila imprese di ogni dimensione e settore, coinvolte in progetti a livello uniregionale e multiterritoriale, fa ben sperare in merito alle prospettive di utilizzo della codatorialità a sostegno di nuovi modelli di business in rete e di percorsi di crescita organizzativa e delle competenze delle Pmi.
Anche dall’osservatorio privilegiato di RetImpresa, l’agenzia di Confindustria che si occupa di collaborazioni tra imprese, emergono indicazioni positive circa l’interesse delle reti ad attivare la codatorialità per ottimizzare la loro struttura organizzativa e gestionale e, con essa, la capacità di realizzare gli obiettivi condivisi. A tal fine, per promuovere la diffusione e il corretto utilizzo di questo strumento “di frontiera”, aiutando le imprese a coglierne le opportunità e a comprenderne gli aspetti strategici e tecnici, RetImpresa ha realizzato il Blog Codatorialità, un contenitore di informazioni sempre aggiornate sulla disciplina, con indicazioni interpretative e operative nella sezione riservata alle FAQ, contributi, articoli e video in collaborazione con il network di associazioni del Sistema confindustriale e con esperti del settore.
Qui il blog https://www.retimpresa.it/codatorialita/