Passato, presente e futuro condensati in un’unica immagine dal taglio grafico accattivante e diretto, non privo di una forma di sintetica eleganza, che unisce gli elementi storici della città di Napoli (Castel dell’Ovo e il Vesuvio) con un flusso di energia che si diffonde nel cielo e armonizza insieme le tre anime della città: agricoltura, pesca e industria.
Non c’è dubbio che la giovane Helga Aversa, autrice dell’opera “N’Ovo”, abbia centrato in pieno la richiesta del concorso per giovani artisti bandito dall’Unione Industriali di Napoli in occasione del suo centenario. Un premio nato sotto i migliori auspici per sottolineare l’importanza dell’arte come veicolo di comunicazione ideale nell’ottica di rafforzare l’identità di un territorio aperto verso l’innovazione e l’imprenditoria, energie necessarie per proiettare una comunità nel futuro senza disperderne le potenzialità. Come? Attraverso il lodevole obiettivo di realizzare un’immagine che potesse testimoniare il legame tra la città e i suoi vari volti, dalla cultura all’industria, con uno sguardo non rivolto al passato ma al domani.
Prendendo spunto dalla mitologia, che immagina Virgilio nascondere un uovo nelle fondamenta dell’edificio per sostenerlo, l’artista vincitrice ha sottolineato metaforicamente la capacità generativa dell’uovo, unita all’intelligenza del popolo napoletano di operare sulla natura. Sintetica e diretta, l’opera di Helga Aversa si è meritata il premio, un sicuro ed efficace incoraggiamento per continuare una carriera appena avviata.
Insieme alla Aversa, la giuria ha selezionato altri dieci artisti, che hanno interpretato il tema in maniera interessante e originale, utilizzando tecniche e linguaggi espressivi diversi ma ugualmente efficaci.
Uno dei più presenti è la fotografia digitale, che ha permesso a Roberto Izzo, vincitore del premio speciale per particolari meriti artistici con l’opera “Elettronatura”, di sovrapporre a uno dei simboli più antichi di Napoli, il pino marittimo, un traliccio in metallo, per indicare le due anime della città partenopea, paesaggistica e industriale.
Interessanti anche i lavori fotografici di altri artisti selezionati: primo tra tutti l’intrigante e ambiguo dittico “Fucina di Vulcano” di Chiara Coccorese, che identifica nel cratere del Vesuvio la fonte primaria dell’ energia della città. Contrapposta alla solarità della Coccorese abbiamo i toni oscuri e drammatici di Andrea Sarno, con i suoi paesaggi industriali di cenere e rovine, dotati di un indubbia suggestione.
Guarda all’industria, se pur in maniera diversa, anche Lorenzo Cabib, che con “Fly Over the Time” punta l’obiettivo sull’interno di un macchinario che assume le forme di un antro metallico, mentre con “Movimento” Jole Capasso esplora l’anima interna della città.
Assunta Criscuolo punta, invece, su una narrazione in tre fasi legata ad un’azione specifica, dove vediamo un ragazzo che sta posizionando una grata in un impianto di depurazione insieme al suo superiore, che gli spiega come collocarlo in modo da renderlo responsabile del lavoro e proiettare l’ azienda verso il futuro.
Più simbolica, ma non meno incisiva, l’opera di Giuseppe d’Errico “Rinascenza”, che in un unico scatto in bianco e nero condensa la storia di una città che, come l’Araba Fenice, trova la forza di rinascere dalle sue stesse ceneri. Una delle opere più emblematiche in questo senso è senz’altro “Monument” di Cosimo di Giacomo, un trittico fotografico scattato all’interno di 3Ditaly, il primo 3D printing store d’Italia dove vediamo il cesellatore e lo scultore lavorare insieme per realizzare il manufatto.
Interessante anche “Caos Armonico”, l’opera di Marco Romano composta da 100 frame: ognuno è un dipinto a sé ma tutti insieme possono dare vita a un unico racconto, ispirato dall’energia vulcanica e caotica della città vista dall’alto, come in un volo simbolico che fonde passato e presente in un unico caleidoscopico racconto.
Marco Di Gennaro ha scelto il disegno per rappresentare il corpo di un ragazzo composto da centinaia di ingranaggi, a dimostrare la vitalità dell’industria napoletana che si batte per sopravvivere e non soccombere in un mondo dominato dalla globalizzazione. Infine, va ricordato il progetto di scultura di Francesca Giuntati “Uovo Corrazzato”, uno scatto fotografico che riprende una scultura dell’artista a forma di uovo, composta da una serie di ingranaggi assemblati insieme, che viene abbracciata da una figura in terracotta, a simboleggiare l’unione tra il territorio napoletano e l’industria.
L’immagine è stata scelta per celebrare il Centenario dell’Unione Industriali Napoli
L’opera “N’OVO” vince il concorso per giovani artisti campani
Un castello di tufo giallo, il mare, il Vesuvio alle spalle. È un chiaro omaggio alla bellezza di Napoli, alla sua storia e alla relazione con il territorio l’opera grafica “N’Ovo” di Helga Aversa, che ha vinto il Premio “100 anni di imprese. Unione Industriali Napoli 1917-2017”.
Il concorso, aperto ai giovani artisti della regione, è stato promosso per celebrare i cento anni dell’associazione imprenditoriale.
A scegliere il vincitore la giuria composta da Renzo Iorio, presidente del Gruppo tecnico Cultura di Confindustria, Armando Massarenti, responsabile dell’inserto domenicale del Sole 24 Ore, Franco Pomilio, presidente e amministratore delegato di Pomilio Blumm, Giovanni Cotroneo, imprenditore, e Ludovico Pratesi, critico d’arte.
La giuria ha inoltre assegnato un riconoscimento speciale a “Elettronatura”, opera dell’artista Roberto Izzo.
I lavori premiati saranno esposti a giugno a Palazzo Partanna, sede dell’associazione, insieme alle altre opere selezionate dalla giuria e realizzate dagli artisti Lorenzo Cabib, Iole Capasso, Chiara Coccorese, Assunta Criscuolo, Giuseppe D’Errico, Marco Di Gennaro, Cosimo Di Giacomo, Francesca Giuntati, Marco Romano e Andrea Sarno.