
La città di Napoli, dopo la grande crisi seguita alla deindustrializzazione del secolo scorso, vive una fase di profondo declino, che ha portato al deteriorarsi del tessuto sociale. Se leggiamo i dati di contesto, vediamo che la disoccupazione raggiunge il 25% della forza lavoro, colpendo soprattutto le fasce giovanili, che si vanno diffondendo sempre più precariato e lavoro nero, mentre l’abbandono scolastico raggiunge livelli drammatici, specie nei quartieri più disagiati.Ed infine non va trascurato il peso dell’ economia criminale.
Ma, accanto a queste condizioni di arretratezza, si registrano importanti elementi di modernità e competitività. Il contesto regionale è infatti caratterizzato da sette università, 8.500 scuole, circa 300 centri e laboratori di ricerca di eccellenza oltre a sette Distretti ad Alta Tecnologia. Con le sue 235mila imprese attive nel 2016, Napoli risulta anche essere la terza città più produttiva d’Italia e la quarta provincia italiana per startup innovative.
Il quadro economico napoletano è dunque composto di molte ombre, ma anche di significative luci e, rispetto a questa complessità, i grandi “vuoti” urbani determinati dalla deindustrializzazione devono giocare un ruolo centrale nella rigenerazione della città, a condizione di immaginare e progettare un loro valido piano di riconversione.
La città ha infatti due zone strategiche, orientale e occidentale e quest’ultima ha nell’area ex siderurgica di Bagnoli il suo centro di gravità. Ed è proprio Bagnoli, dove 25 anni fu approvato un piano di riconversione urbana ricco di visioni immaginifiche ma insostenibili, l’emblema di un fallimento che ha prodotto un’area desertificata e impoverita dal punto di vista economico, sociale e culturale.
Oggi, con la nuova attenzione del governo nazionale su Bagnoli, si apre una nuova opportunità: il lavoro che sta svolgendo Invitalia, se supportato dagli enti locali e dai corpi intermedi della società e intrecciato con la progettualità presente sul territorio, può rappresentare la possibilità di un nuovo inizio per Napoli e per l’intero Paese. In questo quadro si inserisce la Città della Scienza, nata proprio per contribuire ad un processo di reindustrializzazione ecologica e intelligente della città e di Bagnoli. Si è partiti nel 1994 con l’acquisto della Federconsorzi, una fabbrica di concimi chimici in liquidazione, con l’obiettivo di costruire un parco della cultura e dell’innovazione. >
Nei 70mila metri quadrati del piccolo villaggio, si è messo a punto un modello di sviluppo “knowledge-based”, che risponda alla sfida di coniugare divulgazione scientifica e valorizzazione economica, integrando cultura, educazione, turismo, formazione avanzata, innovazione, ricerca, creazione d’impresa e internazionalizzazione per riqualificare il territorio e nel contempo attrarre cervelli, capitali e imprese.
Oggi Città della Scienza, dopo l’incendio doloso che nel 2013 provò ad allontanarla da Bagnoli, ha avviato il processo di ricostruzione. In attesa della realizzazione del nuovo Museo della Scienza nel 2020, articola la propria azione su tre assi: il Grande attrattore turistico, che comprende il complesso museale e il Centro Congressi, il Business Innovative Center (BIC), il Centro di formazione avanzata.
Il Grande attrattore turistico ha visto un momento di svolta nell’apertura di Corporea, il primo museo interattivo sul corpo umano d’Europa, inaugurato il 4 marzo, con il Planetario 3D più grande d’Italia e che si prevede nel 2017 porterà 250mila visitatori a Bagnoli. Altro tassello del Grande attrattore è il Centro Congressi che, con il suo sistema di 11 sale congressuali e di aree espositive, è il più importante della città di Napoli.
Il BIC è il cuore pulsante di Città della Scienza sul piano della creazione d’impresa; il suo incubatore negli ultimi anni ha contribuito alla creazione di circa 150 startup, con un tasso di sopravvivenza oltre il terzo anno superiore all’85%.
Nel 2016, in partnership con l’Università Federico II di Napoli e con il sostegno delle altre università campane, abbiamo creato “Campania NewSteel”, che sarà il primo incubatore universitario certificato del Mezzogiorno a servizio della cosiddetta “terza missione”.

VINCENZO LIPARDI
Un ponte ideale tra Bagnoli e Napoli Est, con il nuovo Complesso universitario di San Giovanni a Teduccio, sede della iOS Academy della Apple.
Nel 2014, sempre a Bagnoli, è stato inaugurato il primo insediamento dell’Area Industria della Conoscenza di via Diocleziano, in cui sono localizzate alcune tra le migliori startup “laureatesi” nell’incubatore. Per cogliere le sfide della quarta rivoluzione industriale, nel 2016 è stato realizzato il DREAM FabLab (Design and REsearch in Advanced Manufacturing), un laboratorio e un centro di ricerca, prototipazione e formazione avanzata su Industria 4.0.
Il DREAM, con una specifica linea di lavoro sui temi dell’architettura, della riqualificazione urbana, delle smart citiy, rappresenta uno dei aspetti fondanti della risposta alle esigenze di un ambiente più vivibile e competitivo.
Riguardo alla formazione avanzata, la principale novità è il lancio della DREAM Academy, scuola internazionale di formazione innovativa sulla manifattura digitale, che ha attratto professionisti da Cina, Iran ed Europa, oltre naturalmente che dal nostro Paese.
La rigenerazione urbana di Bagnoli passa attraverso un uso intelligente delle sue risorse, in primis il mare. Al centro della strategia di Città della Scienza vi è la costituzione di un distretto dell’economia “blu”, grazie al progetto Smart Bay.
Intorno al museo interattivo Corporea, stiamo mettendo in piedi un vero e proprio “polo della salute”, attivo anche nel campo della ricerca, nella creazione di impresa, nella formazione avanzata nel settore health.
Accanto all’innovazione, la nostra strategia mira a valorizzare le preesistenze, l’economia locale, il rapporto con il territorio, sia attraverso la riqualificazione dell’antico Borgo di Coroglio – a ridosso del complesso di Città della Scienza – sia attraverso la promozione e la partecipazione al Centro commerciale naturale di Bagnoli. Un consorzio che raggruppa circa cento operatori economici del quartiere.
Infine, la Città della Scienza sta diventando punto di riferimento delle politiche di internazionalizzazione del nostro Paese. La creazione di “Casa Cina”, l’hub italiano della cooperazione tra Cina e Italia su scienza, tecnologia e innovazione, così come la recente creazione di “Casa Iran”, sono un esempio concreto del ruolo effettivo di snodo che Napoli può svolgere nella cooperazione internazionale.
In sintesi, l’obiettivo su cui si sta lavorando da anni è riconvertire l’area di Bagnoli in una grande industria “pensante”, un polo ambientale, ricco di verde, rispettoso del suo mare e dove il cemento sia usato solo per creare e attrarre impresa con l’obiettivo di una rigenerazione ecologica dell’economia e della città.
Alla Città della Scienza aprono il museo interattivo Corporea e il Planetario in 3D
Le meraviglie del corpo umano e lo spettacolo dello spazio
Dai segreti infinitamente piccoli del corpo umano a quelli vasti e in gran parte insondati dell’universo. Due viaggi – nella macchina perfetta del nostro organismo e tra stelle e pianeti dello spazio – per conoscere, sperimentare, divertirsi e imparare.
A quattro anni dall’incendio che in parte la distrusse, Città della Scienza si riappropria del suo ruolo di protagonista nella vita culturale italiana e della sua missione di coniugare conoscenza, educazione e divertimento con le due aperture-evento di Corporea, il primo museo interattivo europeo dedicato al corpo umano e del dome/Planetario 3D, il più grande e avanzato Planetario3D d’Italia, che sarà anche uno spettacolare cinema 3D.
Corporea, inaugurato il 4 marzo, è il primo museo interattivo d’Italia sul corpo umano, la prevenzione e la salute. Oltre 5mila metri quadrati su tre livelli, 14 isole tematiche (dall’apparato cardiocircolatorio a quello digerente, da quello sessuale e riproduttivo ai cinque sensi), circa cento esposizioni, macroinstallazioni e postazioni interattive.
Un’esperienza unica che, nel rispetto della vocazione internazionale della Città della Scienza, sarà possibile seguire in tre lingue: italiano, inglese e cinese.
Il 19 marzo ha aperto invece il più grande e avanzato planetario 3D italiano. Tecnologie di ultima generazione permetteranno di volare tra pianeti e stelle, attraversare galassie, con un coinvolgimento sensoriale mai sperimentato prima. Il dome/Planetario 3D ha, infatti, un diametro di 20 metri.
Con 120 posti a sedere, una macchina di ultima generazione e una particolare collocazione della cupola, garantirà al pubblico un effetto di totale immersione nell’ambiente stellare.