
C’è tanta passione, ma anche il non volersi arrendere prima di averle provate tutte, dietro l’idea che ha permesso ad Erreppi di conquistare, con l’aiuto delle proprie macchine agricole, una posizione primaria all’interno del mercato mondiale delle attrezzature per la coltivazione della palma da olio. Da Bevagna, in provincia di Perugia, una ventina d’anni fa l’azienda umbra ha fatto partire il primo dei 5mila Buffalo prodotti sinora, alla conquista, soprattutto, di Malesia e Indonesia. Quello che poteva sembrare un progetto ambizioso, il riuscire a far apprezzare anche in zone tropicali il trattorino compatto e leggero a quattro ruote motrici, si è rivelato invece la risposta concreta ai desiderata dei palmicultori, da anni in attesa di una soluzione specifica, dopo una serie di esperienze piuttosto negative.
A raccontarci questa evoluzione è Elena Proietti (nella foto in alto), contitolare dell’azienda nata nel 1976, che conta quattro soci lavoratori e 15 dipendenti e che nel 2022 ha raggiunto un fatturato di 4,1 milioni di euro.

LADY BUFFALO
Come nasce il successo di Buffalo?
Il merito principale va sicuramente a mio fratello Paolo, che con scrupolo ha voluto vedere con i propri occhi la situazione nei campi malesi, tornando poi a Bevagna con l’idea giusta. Capì che a loro non servivano macchine potenti e pesanti, trattori che per questo motivo si impantanavano risultando inutilizzabili. Avevano bisogno di un modello leggero e innovativo, che consentisse di coniugare la versatilità con la capacità di portare a termine piccoli, frequenti cicli lavorativi. E così nacque Buffalo, il prodotto che ci ha permesso di diventare leader mondiali nel settore della palma da olio e di arrivare anche in Guatemala, Messico, Panama, Honduras, Ecuador e Perù, oltre che in Africa e recentemente in Europa.
Quali sono le caratteristiche del prodotto?
Buffalo rappresenta una soluzione di meccanizzazione unica al mondo nella coltivazione della palma da olio, coltura presente solo nella fascia tropicale, caratterizzata da condizioni climatiche avverse. Con un pannello di controllo molto semplice da comprendere e una posizione di guida altamente ergonomica, Buffalo è particolarmente adatto anche per l’uso da parte di personale non specializzato, per il quale ha rappresentato un enorme miglioramento in termini di sicurezza, condizioni di lavoro e diminuzione della fatica, con notevole incremento della produttività giornaliera.

ASSEMBLAGGIO NELLO STABILIMENTO DI BEVAGNA
Come siete organizzati in azienda?
In officina prevalentemente facciamo assemblaggio e qualche lavorazione meccanica strategica. L’ambito che curiamo più di altri è la preparazione dei ricambi e la loro logistica, al fine di servire i clienti in tutto il mondo nella maniera più tempestiva e qualitativa possibile.
Vi siete evoluti col tempo, diventando una compagnia con un’ampia portata globale. Dove siete attualmente presenti?
Nel 2022 il 92% del fatturato della Erreppi è arrivato da quanto fatto in paesi extra Ue, una presenza oltre confine che l’azienda umbra ha intenzione di rafforzare ancora di più nel futuro prossimo.
A causa di politiche di mercato che avrebbero dovuto essere in qualche caso diverse, in questi anni abbiamo curato maggiormente il mercato americano, non dando forse tutta l’attenzione che meritava a quello asiatico. Attenzione che abbiamo rivolto dopo il 2020, in pieno Covid: adesso le cose si stanno progressivamente equilibrando ed è nostro interesse continuare a puntare con forza sull’Asia. In questa ottica si inserisce il progetto, ormai in fase avanzata, di aprire il prima possibile una filiale Erreppi in Indonesia, mentre in Africa avanziamo timidamente con qualche vendita spot nella fascia sub-sahariana.
Quali sono i vostri principali mercati target?
Affrontare il mercato africano è la prossima sfida di Erreppi. Con unità già operative in Ghana, Repubblica del Congo, Nigeria e Kenya, il nostro obiettivo è espanderci progettando attrezzature speciali per altre colture, tra cui cacao, manioca, canna da zucchero, fiori recisi e caffè.
In che modo contribuite allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile nei paesi in cui operate?

UNA OPERATRICE ALLA GUIDA DI BUFFALO
Il nostro prodotto di punta apre scenari di sostenibilità molto interessanti per gli agricoltori della fascia tropicale, che possono utilizzare macchine molto robuste ma allo stesso tempo dinamiche, facili nell’uso da parte di operatori locali e riparabili da meccanici con preparazione di base.
La grande innovazione che abbiamo portato grazie al nostro trattore si riferisce alla guida da parte delle donne, che possono emanciparsi in territori in cui prima toccavano loro soltanto lavori marginali e molto faticosi. Alla guida di Buffalo, la donna assume una posizione di dominio e svolge il suo lavoro in maniera eccellente con attenzione direi quasi “materna” alla macchina, che riceve manutenzioni più puntuali determinando un consumo generale inferiore. Inoltre, i consumi contenuti di combustibile – i più bassi sul mercato – sono una frontiera molto interessante per ridurre la carbon footprint.
Infine, la compattazione del terreno, che oggi giorno nell’agricoltura intensiva condiziona molto il raccolto, è per Erreppi un aspetto molto importante, tanto da detenere il primato per capacità produttiva con il minor impatto al suolo.
La vostra presenza all’estero rappresenta una storia di successo. Cosa consigliereste a un’azienda italiana?
Lo sviluppo verso l’Africa è un passo importante da consolidare per la crescita aziendale e dunque l’entourage e la spinta che offre Confindustria Assafrica & Mediterraneo sono spunti molto interessanti per esplorare questi paesi.
(Prossima uscita il 10 novembre)
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