
Da qualche anno seguo l’International Consumer Electronics Show, appuntamento irrinunciabile per gli appassionati di tecnologia di tutto il mondo e per coloro che vogliono toccare con mano il prossimo futuro.
Con alcuni colleghi voliamo a Las Vegas i primi di gennaio e puntualmente veniamo travolti da un’energia indescrivibile. Proprio la sensazione di “incontrare il futuro” in mezzo al deserto del Nevada è forte, netta, e ad ogni rientro ci poniamo sempre l’obiettivo di conservare un po’ di quell’entusiasmo per trasmetterlo a chi lavora con noi, agli imprenditori che incontriamo, a tutti. Mettendo, cioè, in pratica quello che Marcel Proust intendeva quando affermava: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”.
Al Ces vengono infatti presentati prodotti, servizi, ma la cosa più importante è che tutte le soluzioni sono create pensando prima di tutto ai consumatori e a come migliorare la qualità della loro vita. È questo il modo di ragionare che dobbiamo acquisire anche nel nostro Paese. La potremmo definire una elasticità totale che premia coloro che sono capaci di analizzare il mercato. Chi lo fa continua a produrre, assicurando la propria sopravvivenza a prescindere dalla concorrenza a basso costo. Chi tentenna e resta un puro terzista distante dal mercato, si espone al rischio di ricevere un giorno – speriamo mai – una email che brutalmente annuncia: “Grazie, ma non abbiamo più bisogno di lei”. E questo perché il contatto con il mercato, ovvero con ciò che vogliono i consumatori è stato demandato ad altri.
Questa lunga premessa muove dal desiderio di vivere l’appuntamento di Napoli dedicato a Industria 4.0 e alla nuova rivoluzione industriale con uno spirito differente, pronto a contaminarsi con quell’entusiasmo di cui parlavamo. Siamo certi, infatti, che anche nel nostro Paese può germogliare e crescere la stessa energia innovativa e una prima dimostrazione l’abbiamo voluta dare facendo precedere l’evento del 28 febbraio da due diverse iniziative sul tema dell’open innovation.
La prima è “Digital Hackathon – The Future is App to you”, quarta edizione della manifestazione di Accenture rivolta a sviluppatori, designer e specialisti di marketing e nata con lo scopo di far emergere – e trasformare in un’attività imprenditoriale – tutte quelle idee che, sfruttando l’evoluzione tecnologica, possono migliorare la vita di ogni giorno. In particolare, 60 giovani suddivisi in 12 squadre si sono sfidate in una maratona no-stop di 24 ore, durante la quale hanno messo a punto un prototipo di App originale scegliendo fra i temi in gara, ovvero interaction, sustainability e quality of life.
La seconda iniziativa punta a valorizzare (oltre le App dell’Hackathon) anche le startup del territorio, veri e propri spin off universitari (già costituiti o in via di definizione), dove i componenti stanno mettendo a frutto il sapere specialistico maturato per risolvere problemi concreti o, nel caso del settore medicale, trovare un rimedio ad alcune patologie.
Dalla Federico II di Napoli provengono, invece, gli spin off MegaRide, che propone un software per valutare e ottimizzare le prestazioni degli pneumatici, oppure Kyme, che punta a produrre soluzioni iniettabili per migliorare l’accuratezza delle risonanze magnetiche.
E poi ancora MINE, che vuole sviluppare microaghi biodegradabili capaci di rilasciare sostanze per la cura della pelle o addirittura vaccini, per concludere con DNAsignINK, che attraverso la messa a punta di un “Dna tag” e un dispositivo di rilevazione vuole produrre un sistema per garantire la tracciabilità di un prodotto o garantire l’autenticità di una firma.
Come si può notare, a esigenze puntuali corrispondono soluzioni altrettanto specifiche, ma tutte nate essenzialmente dall’osservazione esterna, di ciò che serve.
Le nostre piccole e medie imprese dovranno sempre più maturare questa sensibilità ed è nostro compito, come Confindustria, spingerle a lavorare in un’ottica che sia di maggiore attenzione al consumatore finale.
L’evento conclusivo del 28 febbraio rappresenta il momento per trasformare questa riflessione in una spinta all’azione. Le testimonianze aziendali e gli interventi degli autorevoli ospiti che saranno sul palco dimostreranno al pubblico e a tutti gli imprenditori presenti e in ascolto che questa è una missione possibile. Possibile anche in territori solitamente percepiti come meno favorevoli al fare impresa. A patto di crederci naturalmente.