Come nasce Corpora Ortopedia?
Nato da una sinergia tra ortopedie, il Gruppo Corpora unisce know-how, tecnologia e artigianalità per servire al meglio la clientela. Il Gruppo è presente in cinque regioni d’Italia ma la sede principale, cuore dell’azienda, è a Gricignano d’Aversa in provincia di Caserta. Da oltre quindici anni la nostra società opera in campo medico-sanitario ed è all’avanguardia nella produzione e fornitura di ausili ortopedici. Al nostro Gruppo fanno capo tre ortopedie storiche della tradizione sanitaria italiana: lo stabilimento ortopedico Variolo (Friuli Venezia Giulia), Sanitaria Sant’Orsola (Emilia Romagna) e Corpora (Campania e Puglia).
Grazie alla costante sinergia, le tre strutture mettono in campo tecnologie avanzate e innovative per la realizzazione di presidi ortopedici di elevata qualità.
Con la nostra officina ortopedica all’avanguardia, con la nostra sala conferenze, la palestra per la riabilitazione protesica e con il vastissimo show room di ausili per la mobilità, possiamo dire che siamo un esempio di ortopedia del futuro.
Cosa significa per voi innovazione?
Innovazione è per noi, e per il nostro settore, una parola d’ordine, non solo perché riguarda la competitività aziendale, ma anche perché da questa attitudine dipende la qualità della vita dei nostri clienti. Penso, ad esempio, all’applicazione di protesi per arto inferiore con il nostro sistema Sigil-In, che consente di raggiungere una precisione sorprendente garantendo un’ottima funzionalità della protesi. Stiamo presentando questo sistema rivoluzionario alla classe medica con risultati importanti: oggi Corpora realizza circa una cinquantina di protesi al mese.
Altro campo a cui ultimamente stiamo prestando molta attenzione sono le cosiddette “plagiocefalie posizionali”, ovvero deformità craniche nei neonati che – sembra paradossale – ma, studi scientifici e letteratura medica alla mano, colpisce quasi il 20% dei nuovi nati.
Grazie ad elevate tecnologie, come ad esempio lo scanner a luce alogena – metodo assolutamente innocuo – riusciamo a misurare la gravità della deformità e con l’ausilio di stampanti 3D riusciamo a realizzare una ortesi cranica, denominata ”armonizzatore craniale”, altamente performante che riduce in toto la deformità.
Qual è dunque il valore sociale del lavoro di Corpora?
Lavoriamo nella convinzione che il nostro impegno abbia una rilevanza sociale significativa, una sorta di missione. In modo particolare per le sedi della Campania e Puglia siamo andati a colmare quel gap che costringeva molti diversamente abili a veri pellegrinaggi sanitari verso le regioni settentrionali.
Per poter usufruire di ortesi e/o protesi di buon livello, grazie alla bravura dei nostri tecnici, sovente oggi sta capitando l’esatto contrario, ovvero abbiamo avuto pazienti che avevano bisogno di protesi o di ortesi craniali che si sono recati presso la sede di Gricignano di Aversa, gli stessi provenienti da Milano, Treviso, Verona per fare alcuni esempi. Addirittura abbiamo avuto l’opportunità di seguire dei neonati plagiocefalici provenienti da Parigi e da Amburgo, Francia e Germania che nell’immaginario collettivo sono la “panacea” delle ortesi ortopediche.
Qual è dunque il vostro rapporto con università e centri di ricerca?
Il mondo universitario si sta aprendo sempre di più ai privati. Abbiamo stipulato convenzioni con alcune facoltà per affiancamenti in azienda, ospitando stagisti e laureandi, con l’obiettivo di un più facile inserimento del mondo lavorativo e una sinergia sempre più efficace. In questo momento stiamo inoltre portando avanti con un’università uno studio sull’incidenza delle plagiocefalie nei neonati prematuri.
Quali sono le soddisfazioni più grandi che avete raccolto?
Le soddisfazioni sono un motore fondamentale del nostro lavoro, perché ci rendono orgogliosi e ci spingono a fare ancora di più. Le racconto un piccolo aneddoto: non più di tre mesi fa abbiamo costruito delle ortesi, nel dettaglio dei tutori in carbonio gamba/piede per una signora cinquantenne; dopo circa un mese la signora, senza preavviso e senza appuntamento, è venuta in azienda con un pacchetto regalo, dicendomi che grazie ai nostri tutori è riuscita ad andare a Fatima in pellegrinaggio con la famiglia e per ringraziarci ha voluto portarci in dono una corona benedetta. Un regalo che è gelosamente custodito nel mio cassetto.
Altra soddisfazione, meno spirituale ma più agonistica, è stata la medaglia di bronzo vinta dal nostro amico Vincenzo Boni alle paralimpiadi di Rio nel nuoto per la specialità dei 50 m dorso. È stata una gioia grandissima.
Corpora è l’ennesima testimonianza di eccellenze del nostro Mezzogiorno.
Sì, ma quanta fatica! Lavorando sia al sud, in Puglia e Campania, che al nord – Emilia Romagna, Veneto e Friuli – le differenze di servizi alle imprese sono tantissime. Talvolta credo che questo dipenda anche da un approccio culturale. Mi consenta una piccola nota polemica: in alcuni casi nel Mezzogiorno i diritti degli assistiti vengono fatti passare come “cortesia”. Mi riferisco in particolare agli iter burocratici lenti e macchinosi contro una efficienza più tangibile nelle regioni settentrionali. Anche con il nostro impegno stiamo lavorando per pareggiare questa partita.
Quali sono i prossimi obiettivi che l’azienda si pone?
Ci aspetta la sfida dell’imminente entrata in vigore dei nuovi Lea, i livelli essenziali di assistenza. Dobbiamo dunque lavorare insieme alle aziende sanitarie per “somatizzare”, tutti, questa nuova normativa, con la speranza che questa novità renda le procedure e i percorsi più fluidi, sia per i funzionari delle Asl sia per noi operatori. Ma soprattutto per gli assistiti .