Qual è lo stato di salute del settore del noleggio veicoli e quali le prospettive per il 2017?
Una flotta di circa 800mila veicoli, un’incidenza consolidata del 20% sull’immatricolato complessivo del mercato automobilistico (due vetture nuove su dieci sono a noleggio), 21 miliardi di chilometri percorsi ogni anno e soprattutto 2,1 miliardi di entrate fiscali per lo Stato. Sono questi i principali dati che offrono la carta d’identità di un settore, quello del noleggio veicoli, in costante evoluzione.
Il comparto fornisce oggi un crescente numero servizi di noleggio a breve termine (cinque milioni di contratti ogni anno, un totale di 32,5 milioni di giornate di noleggio per turismo e business) e supporta 65mila aziende, 2.700 pubbliche amministrazioni e oltre 15mila clienti privati nelle proprie esigenze di mobilità a lungo termine.
Secondo i dati dei primi mesi dell’anno, anche nel 2017 il noleggio appare diretto verso un’ulteriore crescita, trainato in parte anche dai benefici effetti indiretti generati dal “superammortamento”, che consentiranno alle imprese di noleggio a lungo termine di gestire il beneficio con utilità economica per il consumatore, sia con una maggiore offerta di servizi, sia con un contenimento dei canoni.
Al noleggio a lungo termine si sta affacciando oggi una nuova clientela: non più soltanto le multinazionali o le grandi aziende in generale, un mercato ormai maturo visto che la quasi totalità di esse utilizza il noleggio. C’è un portafoglio clienti in costante aumento in pochi anni: si tratta di 15mila soggetti privati. Non “partite Iva”, ma comuni cittadini che, per esigenze di lavoro, di riduzione dei costi o di necessità contingenti, si affidano al noleggio a lungo termine.
Come sta cambiando l’offerta di mobilità a noleggio? Cosa chiede il mercato?
L’obiettivo del noleggio è intercettare le esigenze della clientela, offrendo il maggior numero di soluzioni in base a principi di trasparenza, flessibilità, facilità nell’utilizzo. Una trasformazione dei rapporti tra domanda e offerta di mobilità sollecitata dalla app economy, su cui anche il noleggio veicoli è in prima linea.
Le aziende di noleggio a breve termine hanno già da tempo attivato nuove metodologie di prenotazione e di utilizzo dei veicoli, sono stati fatti considerevoli investimenti, riorganizzate e perfezionate le linee di servizio. Far parte di grandi circuiti a livello internazionale agevola l’introduzione di innovazioni che mirano con semplicità e immediatezza a venire incontro a esigenze di clientela che esplora, sceglie e decide in tempo reale.
La nuova offerta di servizi si è rafforzata anche nel noleggio a lungo termine, con l’obiettivo di dare risposta anticipatrice alle esigenze multiformi di mobilità di aziende e privati. Da qui servizi modulabili e flessibili, per esempio per proporre la possibilità di cambiare tipologia dell’auto in relazione alle esigenze di mobilità o di trasporto ovvero di aumentare, o anche sospendere temporaneamente, il periodo di locazione scelto in un primo momento; tutto grazie ad app dedicate, consentendo servizi particolari e immediati.
E poi non solo il car sharing aziendale “classico”, ma anche la possibilità per dipendenti o collaboratori non rientranti nei programmi aziendali di averne una per le necessità private, ad esempio nel week end o per il periodo estivo.
Dall’autonoleggio si sta passando al concetto di mobi-noleggio. Cosa significa?
La mobilità, cittadina e non solo, sta cambiando pelle sotto i nostri occhi, agevolata anche dal progresso tecnologico. L’industria dell’autonoleggio è oggi in pieno fermento e punta a sviluppare la propria offerta, proponendo servizi moderni, in grado di soddisfare multiformi esigenze da parte di ogni segmento di clientela.
Nel prossimo futuro alla proposizione di prodotti e servizi sempre più innovativi si aggiungerà un’offerta di servizi integrativi che, seppur non di diretta produzione, aiuterà a soddisfare in modo complessivo le esigenze di mobilità dei clienti.
In questo senso, è possibile identificare un’evoluzione della missione, da auto-noleggio a mobi-noleggio, in cui l’oggetto dell’offerta non sarà solo l’auto, ma la mobilità nel suo complesso, compreso ad esempio il parcheggio o la prenotazione di altri servizi collegati.
Osserviamo, inoltre, come il noleggio si stia evolvendo verso una competizione a tutto campo fra ogni attore della mobilità, superando le differenze “storiche” tra lungo termine, breve termine e car sharing. Ci sarà l’ingresso di nuovi player extrasettore, l’aggregazione di realtà differenti: tutto ciò porterà a un innalzamento dei servizi, allargando sempre più la clientela aziendale e privata. A ulteriore dimostrazione di come in tale comparto la sana concorrenza sia sempre presente e generi utilità per la collettività.
Quali cambiamenti sta portando la rivoluzione del car sharing?
In Italia il car sharing, dopo la fase iniziale degli anni Duemila, ha compiuto dall’estate del 2013 un deciso cambio di passo; in quasi quattro anni il fenomeno ha vissuto una vera e propria esplosione con una diversificazione della flotta in sharing, che oggi annovera varie tipologie di auto (anche elettriche e ibride) e scooter e diventando un’alternativa concreta per la mobilità in ambito urbano in diverse città italiane, Roma, Milano, Firenze e Torino in testa.
A fine 2016 il settore dell’auto condivisa ha infatti superato il milione di utenti, raggiungendo quota 1.080.000 iscritti alle diverse società fornitrici del servizio.
Lo sviluppo del settore del noleggio veicoli, accompagnato dalla consolidata crescita di nuove forme di mobilità condivisa, conferma la centralità delle quattro ruote nel sistema di trasporti nazionale, accompagnata dal progressivo maggior interesse verso una cultura “pay per use”, svincolata dalla proprietà del bene auto, che ben si coniuga con le nuove tecnologie. Si scontra, invece, con la burocrazia e l’assenza di una chiara e uniforme normativa nazionale.
Quali sono le sfide sulle quali l’associazione è impegnata?
Chiediamo da tempo un equilibrio in ambito fiscale con il resto dell’Europa. Il superammortamento è stato apprezzato perché ha accelerato il rinnovo delle flotte e, con 35mila immatricolazioni in più solo per il noleggio a lungo termine, ha prodotto 170 milioni di maggiori entrate per l’Erario. Renderlo strutturale permetterebbe di rimettere in moto un ciclo di vita adeguato alla tipologia di bene.
L’altro versante della fiscalità riguarda la clientela delle aziende di ogni dimensione e le partite Iva, ancora notevolmente penalizzate rispetto agli altri paesi europei a causa della ridotta deducibilità dei costi e della minor detraibilità dell’Iva. Solo per dare un’idea, su un’auto aziendale di 30mila euro il sostegno fiscale è del 100% in Germania e Spagna, dell’80% in Francia e Regno Unito, da noi è fermo al 19%.
E poi la normativa dei trasporti: abbiamo un Codice della strada strutturato in base alla mobilità degli anni Ottanta. Qualcosa si è mosso con la previsione nel recentissimo decreto legge di fine aprile riguardante disposizioni urgenti in materia finanziaria e misure per lo sviluppo: auspichiamo che diventi presto legge la possibilità di prendere in locazione i veicoli destinati al servizio di linea per trasporto di persone, tra cui gli autobus. Si tratta ora di non perdere la velocità e di aggiornare il Codice alle nuove esigenze di trasporto e mobilità.