Detrarre dalle imposte sul reddito delle persone fisiche il 19% di quanto speso nel corso dell’anno per comprare libri e giornali quotidiani e periodici. È la misura a sostegno della lettura e della domanda di informazione proposta dalla filiera Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione, nel corso dell’incontro pubblico “Giornali e libri: strumenti di buona informazione e cultura. Le proposte della filiera della carta” che si è svolto a Milano ad aprile nell’ambito della Fiera dell’editoria italiana, “Tempo di Libri”.
Gli indici di lettura in Italia restano purtroppo tra i più bassi al mondo: i lettori di almeno un libro all’anno sono calati in cinque anni (dal 2010 al 2015) dal 46,5% al 42,0%, e non va meglio per i lettori abituali dei giornali. A leggere un quotidiano è oggi il 33,4% della popolazione, mentre per i periodici la percentuale si attesta sul 44,5%. Di qui l’idea di una misura fiscale per incentivare la lettura, con la finalità evidente di uno sviluppo sociale e culturale diffuso.
La stima della copertura necessaria a finanziare tale misura, meno di 200 milioni di euro l’anno, ipotizza uno stanziamento ragionevole e di gran lunga più basso di quello stanziato per il bonus giovani o di quello previsto per il sostegno al mondo del cinema.
La filiera della carta legata alla produzione e diffusione di prodotti informativi e culturali, rappresenta imprese che, per dimensione di fatturato (circa 30,96 miliardi), numero di occupati (circa 688mila addetti) ed export realizzato (9,53 miliardi), costituiscono un segmento vitale dell’economia del Paese.
Una realtà variegata costituita da associazioni che presentano come minimo comune denominatore la carta: oltre ad Assocarta, che coordina la filiera (l’associazione fra gli industriali della carta, del cartone e delle paste per carta), Aie – Associazione italiana editori, Acimga e Argi (operanti nel settore delle macchine per la grafica e la cartotecnica), Asig (che riunisce gli stampatori di giornali quotidiani), Assografici (l’associazione delle industrie grafiche, cartotecniche e trasformatrici) e Fieg, la federazione degli editori di giornali.
Il loro obiettivo è porsi come interlocutore qualificato per istituzioni e decisori al fine di individuare percorsi di sviluppo e di crescita per le aziende del settore. Per questo periodicamente diffonde i dati economici più aggiornati del settore e individua possibili soluzioni a criticità di sistema. L’impegno costante della filiera per la promozione della lettura ha trovato quest’anno nella cornice di “Tempo di Libri” l’ambiente ideale per le finalità delle sue proposte.
Alessandro Nova, dell’Università Luigi Bocconi di Milano, ha illustrato i risultati della filiera, che nonostante la prolungata fase di crisi economica rappresenta il 5% della occupazione manifatturiera complessiva con circa 198mila addetti diretti e un indotto di 490mila occupati.
Il 2007 è stato l’anno in cui si è raggiunto il punto di massimo assoluto in termini di fatturato nella filiera. A partire dal 2007 si è avuta una condizione di riduzione progressiva, che ha portato all’apice della crisi nel 2009. Il 2010 e il 2011 hanno mostrato poi un lieve recupero, mentre il 2012 ha fatto registrare un secondo calo dei fatturati. In molti settori il 2016 ha rappresentato l’anno di recupero dei livelli del 2007. Purtroppo il vero punto debole della filiera è stata la performance della domanda interna, mentre le vendite sui mercati esteri sono state positive per molte realtà. Le cause sono da ricercare nella propensione al risparmio strutturalmente elevata delle famiglie italiane, ma soprattutto nella componente fiscale, che ha ridotto il reddito disponibile e quindi la capacità di acquisto.
Nonostante questo, la filiera è da sempre un sistema in saldo positivo della bilancia commerciale. Nel complesso, infatti, le esportazioni si sono mantenute superiori alle importazioni e il nostro Paese può vantare una riconosciuta capacità di penetrazione nei mercati internazionali. Il tema della crescita culturale e sociale dei cittadini attraverso il formidabile strumento della lettura di libri e giornali è stato affrontato nella tavola rotonda che ha seguito la relazione di Alessandro Nova cui hanno partecipato, coordinati da Roberto Sommella, giornalista e scrittore, Daniele Manca, vice direttore del Corriere della Sera, Paolo Mattei, vice presidente Assocarta e delegato Print Power & Two Sides Italia e Stefano Mauri, presidente e Ad di GeMS.
Paolo Mattei si è soffermato sull’importanza di misure strutturali, come la detrazione dalle imposte degli acquisti di libri, quotidiani e periodici, che riguardi tutti i cittadini. In questo modo si promuoverebbe la lettura in modo strutturale e continuativo, migliorando l’impegno del governo e del Parlamento che finora hanno adottato misure limitate nel tempo e nella platea, come ad esempio il bonus riservato ai diciottenni.
Stefano Mauri ha sottolineato il fatto che esiste un’integrazione tra carta e digitale e inoltre ha indicato che, in un contesto che vede gli editori di libri contare solo sulle proprie forze, sarebbe molto opportuna almeno una misura trasversale e continuativa di sostegno dei lettori attraverso il riconoscimento di tale detrazione fiscale. Daniele Manca ha ribadito il ruolo e l’importanza dell’editoria giornalistica di qualità, capace di dare senso e contesto a ciò che accade nel mondo, laddove l’informazione veicolata dai social network e dai motori di ricerca appare troppo spesso confusa ed approssimativa.
È necessario, però, che questa informazione di qualità sia economicamente sostenibile: le imprese devono fare la loro parte valorizzando i propri prodotti, ma sono opportune anche misure fiscali di promozione della lettura.
Detrarre dalle imposte sul reddito delle persone fisiche il 19% di quanto speso nel corso dell’anno per comprare libri e giornali quotidiani e periodici. È la misura a sostegno della lettura e della domanda di informazione proposta dalla filiera Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione, nel corso dell’incontro pubblico “Giornali e libri: strumenti di buona informazione…