
Per Francesca Guerrucci, amministratore delegato della Mario Guerrucci Srl, l’inizio del 2022 ha un valore speciale. Compie esattamente dieci anni alla guida dell’azienda di famiglia, che prese in mano alla scomparsa del padre, il fondatore Mario Guerrucci. L’azienda nasce a metà degli anni Cinquanta come impresa portuale a Civitavecchia e opera nel settore dei servizi industriali: dalla bonifica serbatoi alle pulizie idrodinamiche, dal trasporto e smaltimento di rifiuti speciali alla manutenzione e progettazione di aree a verde, alla videoispezione e attività di scavi e movimento terra.
Di questo mondo, all’epoca, l’imprenditrice conosceva poco, avendo cercato un percorso autonomo di carriera in tutt’altro settore. Laureata in scienze statistiche attuariali e finanziarie e trasferitasi a Milano per un master in risk management, viveva stabilmente nel capoluogo lombardo da circa una decina d’anni. Poi il cambio radicale. L’affetto per l’impresa paterna la porta a cambiare strada e a rimettersi in gioco. “Il nostro è il classico caso di studio dell’azienda familiare che nasce da un fondatore molto legato alle sue origini e al suo territorio – racconta –. Un’impresa che lavora inizialmente per un solo committente, Enel, che a Civitavecchia ospita una centrale termoelettrica a carbone. Con il mio arrivo abbiamo cominciato a guardarci intorno e a operare prima una diversificazione geografica e poi di settore”.
Il primo cantiere stabile extra regionale è in Calabria, nel parco del Pollino, presso la centrale a biomasse del Mercure, poi nel 2016 è la volta di due cantieri in Sicilia, a Termini Imerese e ad Augusta, ai quali si aggiungono successivamente quelli di Porto Empedocle e Priolo Gargallo. Cantieri temporanei, invece, vengono aperti a Piacenza e Porto Tolle e la Mario Guerrucci amplia il proprio raggio d’azione. Da monocommittente per Enel l’azienda comincia a lavorare anche con altri grossi gruppi industriali, quali Sorgenia, Acea e per un periodo anche Tirreno Power.
Nel passaggio di testimone dalla vecchia alla nuova generazione si inserisce anche il tema della transizione energetica, che impatta sul territorio di Civitavecchia e che va dunque gestita per tempo. “È stato necessario un cambio culturale da parte delle persone che lavoravano con noi. Dapprima è stato un aspetto critico, poi si è rivelato di successo – ricorda Guerrucci –. Molte delle attività che oggi svolgiamo, infatti, in un futuro prossimo potrebbero non essere più necessarie. Abbiamo quindi valutato le opportunità di business attinenti al nostro settore e ci siamo orientati sulle energie rinnovabili. Abbiamo attivato corsi di formazione del personale e oggi ci occupiamo anche di installazione di pannelli fotovoltaici, installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici, sostituzione dell’illuminazione pubblica. Stiamo inoltre intensificando la nostra attività nel settore del trasporto rifiuti, che prima era meno rilevante”.
In questa impresa, che fattura circa dieci milioni di euro all’anno e occupa 140 persone, di cui 115 stabilmente a Civitavecchia, il 90% dei profili sono di area metalmeccanica. Da un punto di vista anagrafico c’è ancora una forte presenza dei baby boomers, la generazione fino al ‘64 per intenderci, a cui si somma un 30% di quarantenni, sicuramente più abituati all’innovazione tecnologica. Meno presenti, invece, i giovanissimi, ma in questo campo, spiega l’imprenditrice, questo è naturale: “Le nostre sono lavorazioni molto specialistiche, è un know how che si apprende con l’esperienza e a volte è difficile trasferirlo ai giovani. E mi lasci dire che spesso si fa fatica a trovare in questi ultimi la stessa dedizione al lavoro delle generazioni più anziane”. Senza dimenticare che anche alla Mario Guerrucci riscontrano difficoltà a trovare personale specializzato e per questo motivo, insieme con istituzioni del territorio e in collaborazione con Unindustria, stanno lavorando per creare un polo formativo.

LA SQUADRA DELLA MARIO GUERRUCCI
Fra gli aspetti di cui l’amministratrice delegata va più fiera c’è l’impegno per la sicurezza. “Lo consideriamo un investimento e non un costo – sottolinea – e questo ci distingue rispetto ad altre realtà. A parte la formazione cogente, quindi, siamo andati oltre e da due anni abbiamo lanciato il progetto Sekurwork, una sorta di “patente a punti” che premia con un sistema bonus/malus i comportamenti virtuosi dei dipendenti. Abbiamo così ridotto a zero gli infortuni sul lavoro nell’ultimo biennio e per noi è uno dei massimi risultati conseguiti dall’azienda. Dove si lavora in sicurezza, d’altronde, si lavora meglio e la salute è un valore che la Mario Guerrucci difende in ogni modo”.
Fra gli obiettivi di breve periodo per l’azienda di Civitavecchia vi è quello di ampliare il proprio mercato, indirizzando investimenti, formazione e procurement ancora di più verso le rinnovabili. Mentre parla Francesca Guerrucci richiama spesso il concetto di transizione sostenibile. “L’attenzione non deve essere soltanto sull’ambiente – chiarisce – ma anche sugli effetti che una brusca transizione potrebbe avere sulle persone e i territori. Per questo puntiamo, tramite la formazione, a ‘traghettare’ il maggior numero di lavoratori possibile verso questa transizione, accompagnando chi potrà verso la pensione e inserendo giovani motivati che abbiano un approccio più green rispetto ai loro padri e ai loro nonni”.
Facendo un primo bilancio l’amministratrice delegata è soddisfatta: “Aver raggiunto i dieci anni dalla trasformazione dell’azienda per me è un grande risultato. Di solito, infatti, le Pmi sopravvivono altri 3 o 4 anni quando viene meno la figura di riferimento. Questo ci fa ben sperare per il futuro”. È stato difficile gestire questo passaggio essendo donna? “In un settore prettamente industriale come il nostro, dove ogni giorno ci si confronta con profili molto tecnici, alcune volte è difficile farsi riconoscere il proprio ruolo, probabilmente per un retaggio culturale. Certo, ho dovuto studiare, prendere in mano manuali tecnici per capire che tipo di servizio proponevamo al mercato, ma credo nella formazione continua. È un valore che ho trasferito ai collaboratori e io stessa mi sono ritrovata a farla a distanza di tanti anni”.