Numeri che, includendo l’indotto e lo spill over, salgono a 250 miliardi di euro di fatturato, il 16,7% del Pil Italia 2016.
Sono queste le cifre che, su scala europea, hanno convinto l’Unione a investire nel settore con un programma diretto, Europa Creativa, che dal 2014 al 2020 propone ai soggetti attivi nel settore una serie di bandi, che consentono ai vincenti di accedere a cofinanziamenti.
Gli imprenditori del settore audiovisivo conoscono il programma Media, che è confluito in Europa Creativa e, in 22 anni di attività, ha contribuito alla evoluzione del settore in senso internazionale.
Con il sostegno alla coproduzione, alla distribuzione nella Ue e nei paesi terzi di opere audiovisive (film, fiction, documentari, animazione, serie televisive, videogiochi) non nazionali, con l’internazionalizzazione della formazione, con il sostegno alle piattaforme on demand e la facilitazione nell’accesso ai mercati internazionali, le imprese possono essere accompagnate da Europa Creativa in tutto il processo: dalla ideazione dell’opera alla sua commercializzazione internazionale in tutte le piattaforme.
Il Desk Europa Creativa Italia aiuta in tutti i passaggi. L’Italia risponde bene soprattutto nei segmenti della formazione, dell’animazione, della distribuzione, delle sale cinematografiche, ma può crescere ancora nel settore del videogioco, dove pure non mancano talenti e eccellenze.
Partecipare ai bandi di Europa Creativa significa mettersi in una logica che cambia le prospettive, obbliga a pensare più in grande, a guardarsi con occhi diversi. Europa Creativa si rivolge anche al settore non audiovisivo, l’area della cultura che va da settori a prevalente presenza pubblica, come biblioteche, musei, archivi, ad aree dove convivono dimensioni profit e non profit, come le arti visive e le performing art, ad altre più marcatamente imprenditoriali, come la musica riprodotta, l’editoria, l’architettura, il design e l’artigianato artistico. Qui la competizione è fortissima e solo il 12% circa dei partecipanti ai bandi riesce a vincere.
Ci sono, però, molti modi per fruire di vantaggi anche se non si è selezionati, ad esempio entrando a far parte dei network attraverso i quali creare una rete di relazioni e di formazione che è premessa di successo per i bandi successivi, oppure collegandosi alle piattaforme che aiutano la circolazione dei giovani talenti, in ogni campo artistico.
Un progetto italiano di cooperazione, ad esempio, ha vinto proponendo la valorizzazione e modernizzazione, su scala europea, dell’antico artigianato della produzione del feltro.
E sono consolidate anche le vittorie delle associazioni di categoria , prima tra tutte l’editoria, molto propositiva.
Il sostegno europeo all’impresa si posiziona soprattutto su altri programmi diretti, come Cosme, e sui Fondi di coesione, gestiti dalle Regioni e dagli Stati membri attraverso i Por e i Pon. Le imprese creative e culturali possono trovare soprattutto in quei contesti sostegno alla loro attività. In questo senso Europa Creativa offre qualcosa di più, cioè la sfida è il piacere di pensare europeo insieme a colleghi di altri paesi. Provare per credere!
L’ultima ricerca Symbola ha rilevato che nel 2016 le imprese del settore culturale e creativo italiano erano pari a 413.752, con 1.495.999 occupati e la produzione di valore per 89,9 miliardi di euro, pari al 6% del Pil complessivo