
Aldus, la rete europea del libro
L’Associazione italiana editori ha un’esperienza di oltre 20 anni nei progetti europei, che da sempre sono per noi uno strumento per realizzare obiettivi di sviluppo delle nostre attività, senza mai diventare funzione separata all’interno dell’associazione. Nell’ultimo decennio il tasso di successo delle proposte presentate è stato del 71%, sia pure su piccoli numeri grazie alla capacità di proporre progetti fondati sulla comprensione delle esigenze industriali del settore, il che è apprezzato dai valutatori. In più, ci mettiamo un po’ di mestiere editoriale nella redazione, curando di essere chiari e mai noiosi.
Oggi coordiniamo due progetti. Il primo, cofinanziato da Europa Creativa, è Aldus (www.aldusnet.eu), una rete di fiere del libro europee nata per innovare nei format editoriali inventando nuove tecniche per il coinvolgimento del pubblico. Partita un anno fa con sette manifestazioni, ne conta già 14.
Il secondo è Ardito (www.ardito-project.eu), un progetto di innovazione in Horizon 2020 sulla gestione dei dati sui diritti d’autore. L’idea è di sviluppare le tecnologie abilitanti per consentire agli utenti di raggiungere con un click le informazioni utili per riutilizzare legalmente ogni contenuto trovato sul web. La doppia esperienza ci conferma in una convinzione: che i due programmi sono tra loro complementari e altrettanto importanti per il settore, Europa Creativa più sul piano culturale, Horizon 2020 più su quello tecnologico, ma entrambi utili a stimolare l’innovazione. Anche nell’industria editoriale.
Piero Attanasio, Responsabile Rapporti istituzioni europee e Ricerca e sviluppo – Aie
Dal cinema d’autore al cinema per ragazzi
L’Associazione italiana editori ha un’esperienza di oltre 20 anni nei progetti europei, che da sempre sono per noi uno strumento per realizzare obiettivi di sviluppo delle nostre attività, senza mai diventare funzione separata all’interno dell’associazione. Nell’ultimo decennio il tasso di successo delle proposte presentate è stato del 71%, sia pure su piccoli numeri grazie alla capacità di proporre progetti fondati sulla comprensione delle esigenze industriali del settore, il che è apprezzato dai valutatori. In più, ci mettiamo un po’ di mestiere editoriale nella redazione, curando di essere chiari e mai noiosi.
Oggi coordiniamo due progetti. Il primo, cofinanziato da Europa Creativa, è Aldus (www.aldusnet.eu), una rete di fiere del libro europee nata per innovare nei format editoriali inventando nuove tecniche per il coinvolgimento del pubblico. Partita un anno fa con sette manifestazioni, ne conta già 14.
Il secondo è Ardito (www.ardito-project.eu), un progetto di innovazione in Horizon 2020 sulla gestione dei dati sui diritti d’autore. L’idea è di sviluppare le tecnologie abilitanti per consentire agli utenti di raggiungere con un click le informazioni utili per riutilizzare legalmente ogni contenuto trovato sul web. La doppia esperienza ci conferma in una convinzione: che i due programmi sono tra loro complementari e altrettanto importanti per il settore, Europa Creativa più sul piano culturale, Horizon 2020 più su quello tecnologico, ma entrambi utili a stimolare l’innovazione. Anche nell’industria editoriale.
Emanuele Nespeca, Produttore ed executive producer – Solaria Film
La concorrenza è forte, ma partecipare è importante
In Europa Creativa il settore dell’audiovisivo raccoglie forse la fetta maggiore del budget ed è evidente che l’efficacia del mezzo di comunicazione mediatico sia un fondamentale strumento di divulgazione della nostra cultura. In qualità di produttore di contenuti audiovisivi e cinematografici, ho l’opportunità di partecipare alle gare per il sostegno allo sviluppo e alla produzione e in alcuni casi anche alla promozione e valorizzazione del prodotto audiovisivo.
La mia esperienza diretta con Europa Creativa risale al 2007, quando il sostegno era inserito all’interno del programma Media, oggi sottoprogramma culturale di Europa Creativa.
Ho partecipato diverse volte e con prodotti di diverso genere e contenuto; la percentuale ad oggi di successo delle nostre domande è pari al 50%. Soglia che personalmente mi soddisfa, specie se si considerano le regole utilizzate fino all’ultima sessione deliberativa dello scorso aprile, che vedeva il nostro Paese partire con dieci punti di svantaggio automatici rispetto alla maggioranza dei paesi comunitari, e anche in considerazione della competitività delle domande che in ogni sessione il programma riceve da tutta Europa.
Andrea Stucovitz, Amministratore unico – Partner Media Investment