“Chi fa l’imprenditore mantiene sempre quell’imprinting. Metti al mondo dei ‘bambini’, che vuoi veder crescere e camminare sulle proprie gambe. Qualunque sia il settore, l’istinto è sempre lo stesso: l’impresa, sia essa micro o grande, diviene una propria creatura, su cui non smetti di fare progetti e sogni”.
A parlare è Guido Cannarella, titolare di Riserva Primosole, impresa specializzata nella produzione di geli, dolce tipico siciliano, nata circa un anno e mezzo fa a Floridia, in provincia di Siracusa. Dopo quasi trent’anni nel mondo della comunicazione a Milano, circa tre anni fa Guido Cannarella ha iniziato a pensare a come trasformare in impresa la propria passione per la cucina, e in particolare i ricordi della propria infanzia e del proprio territorio.
L’azienda questa volta non è nata in un garage, ma in una sala da pranzo: ospitando gli amici si era reso conto che spesso gli invitati portavano gelato, in vaschette con troppi gusti che tendevano poi a confondersi. Da qui l’idea di un dessert – solo apparentemente – semplice, la cui qualità dipende dagli ingredienti e dalla lavorazione. Per questo Cannarella, memore delle ricette che da bambino vedeva realizzare nelle case siciliane, ha scelto di affidarsi solo a ingredienti unici, quali, tra gli altri, le mandorle del consorzio di Avola, le arance rosse Igp, i limoni di Siracusa Igp, la carruba e mandarini del territorio, e a una produzione che mantiene l’artigianalità del prodotto e il rispetto della tradizione. Il gelo è anche senza glutine e senza lattosio, vegano, adatto quindi ad un mercato vasto e sempre più esigente.
Dalla volontà di controllare e certificare in prima persona tutta la filiera è derivata la scelta di tornare in Sicilia “perché – come afferma Cannarella – se si vuole cogliere l’opportunità di fare un certo tipo di impresa, si deve scegliere il luogo giusto dove farla”.
Nonostante il passaggio da Nord a Sud, dal settore della comunicazione a quello della produzione alimentare, l’essere imprenditore mantiene tratti comuni e la storia di Cannarella lo dimostra: un’idea, l’analisi dello stato dell’arte del settore, del mercato, e il coraggio di riempire un vuoto che si è individuato. “Pensando a questa attività, con mio fratello abbiamo iniziato a fare notti insonni, simulazioni, e poi ci siamo detti: o tentiamo o torniamo da dove siamo venuti e smettiamo di sognare. E così ci abbiamo provato”.
L’azienda, con quattro dipendenti e una produzione di circa cinquecento microporzioni al giorno che Cannarella mira ad aumentare, si rivolge per ora ad un mercato di nicchia. Allo stesso modo grande attenzione è riservata ad aumentare la shelf life del prodotto, ad oggi di trenta giorni, così da superare la necessità del surgelamento.
I tempi tra la produzione e il consumo sono infatti un fattore determinante e l’impresa assicura in due giorni la consegna anche in Nord Italia, nonostante i problemi infrastrutturali che ancora permangono sul territorio siciliano.
Positivo, invece, il bilancio sulle opportunità di finanziamento, anche grazie ai fondi europei, i cui tempi però – spiega Cannarella – non corrispondono sempre con quelli più veloci dell’attività d’impresa, motivo per cui è partito con proprie risorse. In generale, rispetto a trent’anni fa e alla sua prima iniziativa imprenditoriale, le difficoltà per chi fa impresa oggi sono maggiori: “Quando fondai la mia prima azienda nel settore della comunicazione a 22 anni – racconta – si affrontava il mondo del lavoro con altro spirito ed era più facile fare impresa. C’erano più finanziamenti ed era possibile ricorrere al credito bancario con meno garanzie materiali. Quando proponemmo il nostro progetto, questo fu preso in considerazione e ritenuto valido: partimmo subito e in tre anni restituimmo tutto. Soprattutto per chi ha meno garanzie – prosegue – oggi questa possibilità è più limitata ed è necessario considerare altre forme di finanziamento. Oggi chi ha già esperienza e decide di aprire una nuova impresa lo fa perché ha un business plan, un’analisi di mercato, ha valutato il possibile successo del prodotto e può contribuire inizialmente anche con fondi propri”.
Riflessioni che trovano una conferma nei dati statistici sulle startup, secondo i quali la maggior parte di queste non supera i primi anni, spesso perché, come riporta una ricerca di CB Insights, database dedicato a venture capital e angel investment, il prodotto non soddisfa un bisogno di mercato.
La storia di Riserva Primosole dimostra che per trasformare l’idea in impresa è necessario un grande lavoro preparatorio e di studio del prodotto, dei competitor e delle opportunità esistenti. “I migliori affari si fanno a tavola”, diceva Oscar Wilde. Ancor di più se il pasto è di gradimento, si potrebbe aggiungere. Per le altre portate la scelta è libera, ma per il dessert è d’obbligo un gelo.