Il complesso scenario geo-politico internazionale, caratterizzato dalla drammatica crisi in Medio Oriente e dal perdurare della guerra in Ucraina, rende ancora più cruciale il perseguimento dell’obiettivo di sviluppo sostenibile 16 dell’Agenda 2030, che consiste nel promuovere società pacifiche, inclusive e sostenibili, garantire a tutti l’accesso alla giustizia e costruire istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli.
Il perseguimento della pace, il rispetto dei diritti umani, la risoluzione delle crisi umanitarie e delle disuguaglianze sociali, sono sfide globali che richiedono una risposta collettiva e sistematica da parte di tutti i soggetti della società, a livello globale; così come la crescita economica e sociale, il contrasto agli effetti del cambiamento climatico e la promozione dello sviluppo delle future generazioni.
La sostenibilità è diventata un concetto chiave per affrontare queste grandi sfide. Tuttavia, la transizione verso un modello di sviluppo sostenibile richiede un approccio integrato, che coinvolga non solo governi e cittadini, ma anche la cultura e il mondo imprenditoriale.
Come ha affermato recentemente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’Assemblea generale dell’Onu, “sovente è nei momenti di maggiore crisi che si riesce a trovare la forza e il coraggio per disegnare intese a favore del bene comune”, evidenziando come il perseguimento dell’Agenda 2030 non sia un “esercizio burocratico per sognatori” ma corrisponda all’obiettivo di raggiungere un progresso globale.
Purtroppo, come ha evidenziato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, in occasione della presentazione dell’ultimo Rapporto dell’Alleanza, nonostante gli impegni presi a livello internazionale anche con la firma del Patto sul Futuro, le scelte del Paese risultano insufficienti per raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Dei 37 obiettivi legati a impegni europei e nazionali, solo otto sono raggiungibili entro la scadenza del 2030, 22 non lo sono e per altri sette il risultato è incerto. L’Italia quindi procede su un sentiero di sviluppo insostenibile.
È urgente e prioritario un profondo cambiamento di approccio, che metta lo sviluppo sostenibile al centro di tutte le politiche, accelerando le transizioni ecologica e digitale e sfruttando le opportunità derivanti dalle nuove normative europee sulla sostenibilità nelle imprese. Queste ultime giocano infatti, un ruolo cruciale nell’orientare l’economia verso un progresso sostenibile, poiché rappresentano gli attori fondamentali della società in cui operano. Per questo devono contribuire ad un nuovo modello di business capace di conciliare competitività economica con benessere socio-ambientale, diventando protagoniste del cambiamento.
Affinché ciò si realizzi in modo efficace però è fondamentale anche un rinnovamento culturale profondo. Il ruolo della cultura e delle imprese è centrale nel processo del cambiamento economico e nell’approccio alle pratiche sostenibili.
Come ha recentemente affermato Simonetta Giordani, Segretario Generale di Civita, “la cultura non è un accessorio né un lusso in tempi di crisi, cambiamento climatico, scarsità di risorse e crescenti disuguaglianze sociali. Al contrario, essa rappresenta un motore fondamentale per il cambiamento, capace di orientare le nostre scelte quotidiane verso stili di vita più sostenibili e stimolare l’innovazione”.
Le scelte culturali rappresentano quindi, uno strumento di consapevolezza e coesione sociale. Cultura, sostenibilità, responsabilità sociale delle imprese, innovazione, inclusione sociale sono temi centrali per Anima, l’Associazione di imprese che presiedo da oltre quindici anni e che da sempre crede nella sostenibilità come modello di business, capace di conciliare profitto e competitività con il benessere del territorio e delle persone.
Fra le nostre principali attività c’è il Premio Anima, che intende valorizzare il contributo apportato da personalità del mondo dell’arte e della cultura alla crescita di una coscienza dell’etica, sensibilizzando imprese e opinione pubblica sui temi legati alla responsabilità sociale e alla sostenibilità. Crediamo fermamente che l’arte, nella sua più ampia accezione, dalla letteratura al cinema, dalla musica a teatro, dalla fotografia al giornalismo, sia un potente mezzo per accendere i riflettori su temi ambientali e sociali.
La XXIII edizione del Premio (che si terrà a Roma l’11 novembre sulla Terrazza Caffarelli in Campidoglio, ndr) prevede la presenza di esponenti del mondo economico, imprenditoriale e istituzionale e ancora di più quest’anno, nell’ambito di uno scenario internazionale turbolento, caratterizzato da conflitti e crisi umanitarie, sentiamo forte l’esigenza di evidenziare il profondo legame tra sostenibilità, società inclusive e il bene comune e prioritario della pace. Intendiamo pertanto, valorizzare l’importanza di valori universali come la solidarietà e l’inclusione sociale, puntando l’attenzione su temi sempre più stringenti e attuali, dai conflitti in corso in varie parti del mondo all’immigrazione, dalla violenza domestica e di genere alla crisi climatica e alla valorizzazione delle diversità.
Di fronte alle continue conflittualità e tensioni che ci circondano, la sostenibilità è l’unico percorso possibile per costruire un futuro di pace, per contribuire all’innovazione e al progresso del nostro Paese. Ciascun attore della società, istituzioni, imprese, terzo settore, cittadini, deve assumere un impegno straordinario per accelerare il cammino verso lo sviluppo sostenibile.
Anima, come associazione di imprese e imprenditori, cerca di dare il suo contributo, sensibilizzando ogni singola impresa a rinnovarsi e a essere competitiva a livello globale, adempiendo allo stesso tempo alla propria funzione economica e sociale.