Quello che da subito colpisce e accomuna tutti i racconti è la certezza di aver preso la decisione giusta: investire in Bulgaria è una scelta che ripaga. Ne è convinta, per esempio, Maria Luisa Meroni, presidente di MBM MetalWork, azienda attiva nella lavorazione a freddo di metalli e nella costruzione di stampi con sede a Dolzago, in provincia di Lecco. In Bulgaria è arrivata nel 2006 trasferendosi poi nell’area industriale di Ruse, nordest del paese al confine con la Romania, dove quattro anni fa ha inaugurato un nuovo stabilimento di 3mila metri quadrati. “Lo abbiamo costruito in sei mesi, inserendo macchinari con nuove tecnologie – racconta – e altri 1.000 metri quadrati sono in costruzione per un nuovo reparto complementare all’attività. Il rapporto con il personale è facilitato dalla disponibilità e dalla collaborazione secondo le esigenze lavorative. Inizialmente lo stabilimento di Ruse è stato visto dai colleghi italiani come una minaccia, ma io non ho mai pensato di chiudere in Italia, perché non doveva essere una delocalizzazione, ma una internazionalizzione e oggi tra le due realtà c’è una bella sinergia”. Il fatturato 2014 consolidato ammonta a dieci milioni di euro, due dei quali grazie alle attività in Bulgaria. La chiave di volta è stato trovare, grazie a delle conoscenze, una persona di fiducia, oggi amministratore della società che vive da anni in Bulgaria e che ha permesso di unire la mentalità italiana con la mentalità bulgara.
A questo risultato l’imprenditrice è arrivata anche con il supporto dell’attuale amministratore, un ex artigiano italiano individuato sul posto grazie al passaparola. “Trovare una persona di fiducia – prosegue Meroni – per noi che siamo un’azienda piccolina, è stata la nostra chiave di volta”.
Analogo entusiasmo emerge dal racconto di Renzo Martinelli, tra i fondatori di Confindustria Bulgaria e past president dell’Associazione fra il 2003 e il 2006. Amministratore unico della GTT, società distributrice per il paese del marchio Finstral (finestre in pvc) e oggi di un’ampia gamma di prodotti che spazia dai lucernari alle porte blindate, a quelle tagliafuoco, alle scale retrattili, Martinelli spiega l’evoluzione della sua attività: “Abbiamo cominciato da Sofia, il cuore del paese. Poi, puntando a offrire un servizio il più completo possibile, abbiamo avvertito l’esigenza di creare due società di trasporto nostre, realizzando un centro logistico da 20mila metri quadrati”. “Ci ha premiato l’estrema serietà – specifica – abbiamo sempre lavorato rispettando le regole. E, come nel caso di Meroni, anche noi abbiamo un ottimo amministratore in loco, questa volta bulgaro”.
Tutt’altro settore, tutt’altro prodotto con Bulltek, azienda meccanica specializzata nella produzione e nell’assemblaggio di componenti metallici e plastici e appartenente al Gruppo Ocm, attivo nel frusinate. A guidare lo stabilimento di Plovdiv, ottomila metri quadrati con una settantina di operai impiegati, è Gianmarco Santucci, giovanissimo direttore di produzione di appena 25 anni. Figlio di uno dei titolari dell’azienda, in Bulgaria si è trasferito nel 2010, quando l’impresa capofila ha scelto di aprire qui un polo produttivo per venire incontro alle esigenze di uno dei suoi principali clienti, la multinazionale ABB.
Frequentava il primo anno di ingegneria gestionale e un cambiamento del genere non era in programma. Tuttavia, come lui stesso racconta, “quando si è verificato un problema con il direttore di stabilimento di allora, un italiano che avrebbe dovuto gestire l’avviamento della produzione e che ha scelto improvvisamente di andare via, mi sono proposto per restare”. Perché lo ha fatto? “Orgoglio”, risponde istintivo, senza pensare. “Quando avrò 40 anni – spiega – voglio guardarmi indietro e poter dire a me stesso che ho realizzato qualcosa. E non perché sono figlio di uno dei titolari”. “Indubbiamente non è stato facile lasciare famiglia, amici e tutto il resto – prosegue – qui peraltro mancava davvero tutto, per fare un esempio non c’erano nemmeno gli allacci per l’acqua, la luce e il gas. Oggi però sono molto soddisfatto della mia scelta, ho trovato grande responsabilità da parte dei lavoratori. Hanno sposato la causa e se c’è da fare non stanno a guardare l’orario”.
“Con Domenico Sancricca, direttore generale Rigoni di Asiago Bulgaria nello stabilimento di Pazardzhik, risaliamo a monte del processo produttivo delle note confetture biologiche. Azienda ormai quasi centenaria del vicentino (dal 1920 dopo la Grande Guerra la famiglia Rigoni ritornando sull’altopiano portò con se alcuni alveari), alla originaria produzione di miele la Rigoni di Asiago ha abbinato nei primi anni Novanta quella di confetture e, più di recente, di una crema spalmabile a base di nocciole e cacao.
Dalla Bulgaria, e nello specifico dai 1.400 ettari di terreno distribuiti nella provincia di Montana, al confine con la Serbia, provengono mele, prugne, albicocche, ciliegie, amarene e piccoli frutti come fragole, more, lamponi e ribes e dalle montagne frutti di bosco come mirtilli, fragoline e more di bosco.
La Rigoni di Asiago è presente in Bulgaria dal 1993. Nel corso degli anni ha notevolmente consolidato e sviluppato la suo posizione nel paese, investendo e costituendo diverse società attive nel settore agroalimentare.
Le società agricole sono Ecoterra, Biofruta e Biotop che si occupano della produzione e della commercializzazione di frutta biologica.
Le numerose varietà di frutta coltivate in pieno campo, scelte per le loro qualità organolettiche e nutritive, raccolte al grado ottimale di maturazione e surgelate nell’arco di qualche ora dalla raccolta, sono destinate a diventare l’ingrediente principale della confettura Fiordifrutta.
In totale circa cinquemila tonnellate di frutta lavorate annualmente da Ecovita, lo stabilimento industriale del Gruppo Rigoni di Asiago che si occupa della prima trasformazione e surgelazione dei prodotti. “Entro 24 ore dalla raccolta – spiega Sancricca – la frutta diventa polpa, succo oppure viene semplicemente tagliata in pezzi, quelli che poi ritroveremo nelle confezioni di fior di frutta”.
Nulla viene sprecato, con i residui di lavorazione infatti si produce concime biologico mentre, ad esempio, “lo scarto del mirtillo – racconta ancora il direttore – viene acquistato dalle case farmaceutiche”. Tutti i prodotti sono sottoposti a rigorose analisi microbiologiche, per escludere tracce di pesticidi e di elementi radioattivi. Controlli che riguardano anche l’acqua con cui viene lavata la frutta. Le società impiegano 80 persone fisse e diverse centinaia di operai agricoli stagionali, con punte di 800 nei periodi di raccolta da maggio ad ottobre. Il totale degli investimenti agricoli ed industriali del Gruppo Rigoni di Asiago in Bulgaria ha superato nel 2015 i 25 milioni di Euro.