Nelle scorse settimane Confindustria ha posto all’attenzione di Governo, operatori e consumatori un’importante e dettagliata analisi per rivedere alcuni dei meccanismi che governano le regole del mercato elettrico italiano.
È stato aperto un tavolo di confronto, che si è reso necessario per adeguare il settore alle evoluzioni di un sistema energetico nazionale che in pochi anni è profondamente cambiato. La proposta che ne è nata rappresenta una riforma vera e propria, in grado di fornire strumenti per apportare benefici a tutti i soggetti coinvolti, grazie a condizioni di competitività che consentano di ridurre i costi per i cittadini e le imprese, allineandoli a quelli dei vicini europei più virtuosi. Il sistema elettrico italiano è già pronto per affrontare le sfide energetiche mondiali, perché il percorso intrapreso negli ultimi anni ci ha portato in una posizione di privilegio rispetto agli altri paesi. Si pensi allo sviluppo del parco termoelettrico avviato agli inizi degli anni 2000 e che pone oggi l’Italia all’avanguardia continentale per efficienza e tecnologia utilizzata, senza dimenticare che i nostri impianti sono anche i più puliti. Oppure alle molteplici misure adottate in favore dell’efficienza energetica per ridurre gli sprechi. E ancora, agli interventi di sviluppo delle reti elettriche che hanno consentito di poter sfruttare pienamente l’enorme potenziale di energie rinnovabili, che attualmente garantiscono oltre il 40% della produzione elettrica italiana.
Ma guardare avanti, percorrendo una strada comune che è in continuo cambiamento, è diventato un obbligo per stare al passo con i tempi, anche per raggiungere gli obiettivi ambientali fissati dall’Ue al 2030. L’intero sistema elettrico deve diventare più flessibile, reattivo, moderno e tecnologico. L’attuale struttura risponde a un disegno che si è modificato nel tempo e che richiede ora una razionalizzazione. Rinnovabili, generazione distribuita, consumi smart e proliferare dei cosiddetti prosumer stanno mettendo il sistema elettrico di fronte a una sfida che non ha precedenti nel mondo dell’energia. Ecco perché le proposte per adeguare le regole laddove esse si dimostrano superate o non più efficaci sono benvenute, purché si traducano in un maggior efficientamento del mercato e sempre garantendo la sicurezza e gli standard di qualità del sistema intero.
Dal 2005 Terna ha investito 9 miliardi di euro per limitare le congestioni di rete e ridurre il gap infrastrutturale che separava l’Italia dagli altri stati, rendendo il sistema più sicuro e integrato e agevolando i transiti di energia sia nella penisola che con l’estero, anche grazie alla realizzazione delle interconnessioni transfrontaliere.
Questo ha generato benefici, in termini di minori costi per cittadini e imprese, per oltre 6 miliardi di euro (che saliranno fino a 24 miliardi di euro, sommando i benefici delle opere realizzate con quelli delle opere in via di realizzazione), anche perché le infrastrutture che la società ha realizzato in tutta la penisola, hanno anche favorito una maggior concorrenza tra gli operatori del mercato. Tutte le zone elettriche in cui è suddiviso il mercato italiano, eccezion fatta per la Sicilia (almeno fino a quando l’elettrodotto Sorgente-Rizziconi diventerà operativo), oggi mostrano prezzi allineati al Pun-Prezzo unico nazionale che, dal 2007 a oggi, si è ridotto sostanzialmente. Un risultato importante, considerando che abbiamo a che fare con una rete che ha delle caratteristiche molto peculiari, dovute alla particolare geografia della penisola. A fronte di una riduzione del Pun, che resta comunque più alto rispetto ai paesi confinanti, e della componente energia della tariffa, sono altre le voci della bolletta, come gli oneri generali, che sono aumentati. Il nostro lavoro, invece, continua a ridurre anche i costi del mercato del dispacciamento che, considerando solo il 2014, sono scesi di 600 milioni di euro, e oggi presentano dati di ulteriore miglioramento. Inoltre, l’ammodernamento della rete elettrica, necessario anche per far fronte alla rapida e ingente crescita delle produzioni da fonti rinnovabili, ha favorito la connessione e il pieno utilizzo delle energie pulite, in particolar modo nel Sud Italia, dove stanno sempre più diventando la principale fonte di copertura del fabbisogno.
Una riforma del mercato non può prescindere dall’evoluzione della rete elettrica e Terna intende continuare ad avere un ruolo attivo nella definizione delle regole, anche in tema di integrazione europea dei mercati. Le nuove interconnessioni elettriche con l’estero, che si aggiungeranno alle 25 già attive ora, e il pieno funzionamento del market coupling, il meccanismo di sincronizzazione e integrazione delle borse elettriche tra paesi confinanti, produrranno un’ulteriore crescita della competizione transfrontaliera, con un’allineamento su larga scala dei prezzi dell’energia e un consistente risparmio per i consumatori. Continueremo, quindi, a dare il nostro contributo per realizzare quello di cui le imprese e i cittadini hanno bisogno.