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Opportunità da cogliere, fiducia nel Paese, lavorare in filiera per raggiungere un obiettivo comune: avere pmi competitive e capaci di attrarre liquidità per la crescita.
Queste le parole che hanno contraddistinto l’incontro “Puntiamo sulle imprese. Per una ripresa oltre le aspettative” che si è tenuto a Napoli il 15 giugno scorso. Un’iniziativa realizzata da Piccola Industria in collaborazione con l’Unione Industriali Napoli e Intesa Sanpaolo, quale occasione per condividere finalità e contenuti della policy sulle pmi innovative prevista dall’Investment Compact. Che sia un tema sentito lo confermano i numeri: l’evento ha richiamato 200 partecipanti, tra cui le migliori aziende del territorio e non solo.
Ospite d’onore Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia e delle Finanze, che ha fornito un quadro della situazione congiunturale e delle linee guida della politica economica del Governo focalizzando l’attenzione sulla necessità di avere più fiducia nel paese e di sfruttare quanto più possibile la finestra di opportunità che – grazie a condizioni macroeconomiche favorevoli – si è aperta per l’Italia. In quanto “come tutte le finestre non saranno aperte per sempre.”
È indispensabile promuovere gli investimenti – i più penalizzati durante la crisi – quale veicolo principale per innovare, ovvero per sfruttare al massimo la chiave principale che può permettere di produrre ricchezza, aumentare il livello di tecnologia e creare benessere. Questo a maggior ragione in un paese come l’Italia che invecchia rapidamente e le cui fonti di crescita saranno sempre più legate alla produttività e quindi all’innovazione.
Per questo nel corso dell’incontro è emersa ampia sintonia da parte degli attori, nel dare concretezza a soluzioni per lo sviluppo e nella metodologia di lavoro adottata negli ultimi mesi: un dialogo continuo tra ministeri, agenzie e stakeholder. Il provvedimento sulle pmi innovative è un caso esemplare.
Esemplare perché è stato realizzato con il lavoro congiunto tra Mise e Mef e la collaborazione di Confindustria. Esemplare in quanto punta tutto sull’innovazione delle pmi e, in un periodo storico in cui non vincono i territori che posseggono le materie prime ma vince la fabbrica che innova, questo può risultare determinante. Esemplare perché crea dei casi da emulare, le pmi innovative, con cui aumentare il livello di competitività del sistema imprenditoriale e far crescere le imprese rendendole anche più attrattive nei confronti di soggetti terzi anche esteri.
Un fenomeno quest’ultimo determinate per le pmi vista la liquidità presente a livello globale, mai così elevata, ma che sono ancora poco adatte, proprio per la loro dimensione, a rispondere all’entusiasmo che anima gli investitori esteri.
In pratica l’Investment Compact prevede il riconoscimento della figura di pmi Innovativa. Per ottenerlo è necessario autocertificare il rispetto di alcuni requisiti tra cui, solo per citarne alcuni, un determinato tasso di spesa in ricerca e innovazione, il possesso di brevetti o di personale qualificato, la certificazione di bilancio e iscriversi alla sezione speciale del Registro delle imprese delle Camere di Commercio.
Oltre ad avere una maggiore visibilità agli occhi di soggetti terzi, la norma prevede dei vantaggi regolatori, come la deroga alla disciplina societaria ordinaria, o semplificazioni come quelle per accedere al Fondo di garanzia. Importanti sono poi le agevolazioni fiscali destinate a chi investe in queste imprese.
Il dibattito ha comunque fatto emergere alcune criticità legate alla ristrettezza dei requisiti richiesti per poter essere una pmi innovativa, alla non convenienza fiscale nel capitalizzare le spese in innovazione e alla mancata operatività di alcune agevolazioni che di fatto riducono fortemente il numero dei beneficiari delle policy.
L’obiettivo condiviso è il massimo utilizzo delle policy previste e pertanto è emersa la piena disponibilità del Mef nel rivedere, nei prossimi mesi, alcuni aspetti regolatori e agevolativi con cui rimuovere tali criticità. Il Mef stesso ha confermato che, in caso di un suo elevato utilizzo, si potrebbero rafforzare le agevolazioni fiscali previste.
Che si stia collaborando per poter contare su un sistema imprenditoriale del futuro più forte e competitivo è emerso anche delle iniziative di Intesa Sanpaolo relative all’innovazione.
In particolare quelle della quantificazione e valorizzazione degli aspetti intangibili collegati all’innovazione nella valutazione del merito di credito tra cui quelli posseduti dalle pmi innovative, quali brevetti, R&S, profili professionali dei dipendenti.
Importante anche il lavoro svolto dalla banca sul contratto di filiera. In pratica è un contratto firmato da 90 aziende capo-filiera che condividono con la banca le informazioni legate alla propria catena. In tal modo il capo filiera e i suoi fornitori sono considerati un’entità unica concreta e strutturata anche ai fini della valutazione del merito di credito.