A pochi giorni dalla Prima del 7 dicembre scorso è stato annunciato l’ingresso di Dolce & Gabbana tra i soci “fondatori sostenitori” del Teatro alla Scala Da qualche anno, con clamore, Diego Della Valle è diventato sponsor del Colosseo. Fendi ha invece finanziato il restauro della Fontana di Trevi, mentre Brunello Cucinelli da tempo agisce da mecenate nei confronti di Solomeo, paesino dell’Umbria nel quale la sua azienda è attiva. è bello constatare come le due massime eccellenze del nostro Bel Paese, che tutto il mondo ci riconosce e ci invidia, moda e arte, abbiano stretto dei così importanti sodalizi. Ed è proprio in questa direzione che il governo ha scelto di andare con l’istituzione dell’Art Bonus.
Non è infatti necessario uno sforzo economico enorme come quello messo in campo dagli imprenditori citati più sopra per diventare mecenati: l’obiettivo del’Art Bonus, che la legge di stabilità 2016 rende permanente e per il quale fissa il credito d’imposta al 65% per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura, è proprio quello di incentivare il mecenatismo di persone fisiche e di imprese a favore di interventi di manutenzione, protezione e restauro dei beni culturali pubblici, sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica, delle fondazioni lirico-sinfoniche e dei teatri di tradizione, realizzazione di nuove strutture, restauro e potenziamento di enti e istituzioni pubbliche che, senza scopo di lucro, svolgono attività nello spettacolo.
Le azioni possono essere dirette al restauro di piccole opere ma anche di tesori universali, basta consultare l’elenco degli interventi sul sito del Ministero dei Beni Culturali (http://artbonus.gov.it), molto semplice e ben fatto, per trovare dalla Galleria degli Uffizi all’Arena di Verona, dalla fontana del Nettuno a Bologna al Mosaico delle Terme di Caracalla a Roma. Accanto a interventi molto rilevanti per la preziosità del monumento e per le risorse economiche necessarie si affiancano piccoli interventi come quello promosso dal Comune di Varese per il restauro del ritratto ad olio su tela di Giuseppe Baratelli. per il quale sono stati richiesti 2.074 euro e già raccolti 1.275.
L’agevolazione, entrata in vigore con l’anno 2014, ha già portato buoni risultati e per l’anno 2015 il bilancio è di 57 milioni di euro donati al sistema culturale da 1.427 soggetti, privati e imprese. Ovviamente si potrebbe fare molto di più e nella nostra Italia dalla Grande Bellezza di spazio per mecenati e per interventi di restauro ce n’è moltissimo.
Laddove non può arrivare la risorsa pubblica e i tanti casi di incuria balzati agli onori della cronaca negli ultimi anni ne sono prova, il mecenatismo privato è fondamentale. L’Art Bonus permette di ottenere un credito dalle imposte per ill 65% dell’ammontare del contributo e vale per le persone fisiche come per le imprese e gli enti che svolgono attività commerciale. Un importante incentivo per azioni di filantropia destinate come si diceva a moltissime opere e luoghi di cultura di proprietà pubblica.
Ma il mecenatismo vero può e deve esulare dai bonus statali ed è quindi doveroso segnalare i moltissimi tesori di proprietà religiosa, che non rientrano negli interventi soggetti ad Art bonus e che possono essere adottati e sponsorizzati da privati. Le tante chiese parrocchiali o piccole chiesette che si incontrano nelle strade della nostra provincia di cui il nostro magazine, Varesefocus, da anni racconta le particolarità e le bellezze, ma anche le importanti testimonianze artistiche, come ci racconta Monsignor Armando Cattaneo, parroco di tutte le 6 parrocchie della Città di Saronno.
Con grande trasporto ci racconta delle meraviglie del Santuario di Saronno: gli affreschi di Bernardino Luini e il Concerto degli Angeli di Gaudenzio Ferrari da poco restaurato; ma anche della Chiesa di San Francesco del 1200, una delle poche chiese francescane affrescate e per questo motivo assimilabile alla Chiesa di San Francesco ad Assisi, che necessiterebbe di un buon restauro e un buon mecenate…
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