Lo ha fatto promuovendo le sue eccellenze nel corso dei sei mesi in cui sono stati animati i padiglioni. E non soltanto, a dire il vero, nell’area espositiva di Rho. Ma anche direttamente nella nostra regione grazie al progetto “Expo in Calabria” ( messo a punto dalla Regione – Settore n. 5 “Cooperazione e Internazionalizzazione dei Sistemi produttivi” – Dipartimento Presidenza e Unioncamere Calabria, in qualità di soggetto attuatore ) che ha visto lo svolgimento di molte missioni di incoming realizzate in riva allo Ionio e al Tirreno. Tanti i buyer che, grazie a questa iniziativa, sono atterrati a Lamezia Terme. E, da lì, hanno raggiunto molte imprese per toccare con mano e saggiare la qualità dei nostri prodotti tipici. Non solo il peperoncino e la ‘nduja – veri “must” apprezzati e ricercati in tutto il mondo – ma anche il vino, l’olio d’oliva extravergine e i numerosi prodotti certificati Dop e Igp sono destinati a conquistare fette di mercato sempre più ampie specialmente in alcuni Paesi, come gli USA, dove la propensione ai consumi e all’importazione dall’Italia è in costante aumento.
Gli operatori esteri in “tour” per la Calabria” hanno potuto”, ad esempio, scoprire l’unicità del bergamotto, con le sue qualità benefiche e terapeutiche, e l’eccellenza della tradizione dolciaria con il tartufo di Pizzo e il torrone di Taurianova preparati a mano e con materie prime di qualità del territorio, etichette vinicole e olio evo di eccelsa qualità e pregio. Si è partiti con gli operatori canadesi e russi per passare a quelli australiani, “considerato che – ha spiegato Maurizio Ferrara, segreteraio generale di Unioncamere – l’Australia è uno dei paesi mondiali a maggiore crescita economica, che meno ha sentito la crisi in questi anni, avendo margini di crescita elevati rispetto alla media mondiale. Costituisce altro elemento importante la considerazione dei prodotti italiani, con la nostra nazione che è il quarto paese esportatore, con elementi come vino e olio che per qualità son mercati in cui anche la Calabria può inserirs”.
E’ toccato quindi cinesi e francesi, con quest’ultimi che hanno visitato il centro storico di Pizzo con le sue bellezze naturalistiche e degustato alcuni prodotti tipici già particolarmente apprezzati dai consumatori francesi. A conquistare i loro palati sono stati soprattutto la ‘nduja di Spilinga, che con il retrogusto piccante è ricercata soprattutto nella Francia d’oltremare. E poi il bergamotto con le sue qualità benefiche e terapeutiche, e ancora l’olio d’oliva e i salumi. A Pizzo gli operatori francesi non potevano non assaporare il famoso tartufo direttamente nello stabilimento “Corallini”, dove hanno potuto ammirare da vicino tutti i segreti sulla produzione, la conservazione e la distribuzione del gustoso gelato. Gli operatori francesi hanno espresso la propria soddisfazione per l’opportunità concessa loro di arrivare in Calabria per stringere o consolidare i rapporti con le piccole aziende locali. L’obiettivo dichiarato dai soggetti coinvolti è, quindi, quello di proseguire il dialogo anche oltre Expo per contribuire a mettere in rete i diversi tasselli del sistema produttivo locale valorizzando le specifiche eccellenze dei territori e sostenendo il processo di internazionalizzazione delle aziende calabresi specialmente negli aspetti relativi agli ingenti costi di trasporto.
Gli asiatici hanno fatto tappa, tra l’altro, nel reggino, dapprima presso l’azienda Marco Licastro a Delianuova, da quattro generazioni impegnata nella produzione di olio d’oliva che di recente ha allargato la propria attività nel più vasto campo del biologico. Subito dopo è stata la volta di “Romeo Dolci e delizie” a Taurianova, il paese del torrone: nel laboratorio di famiglia da poco aperto e dedicato al tipico dolciume, i buyer hanno potuto scoprire i dettagli legati alla produzione e alla distribuzione di un “pezzo” pregiato della tradizione calabrese grazie alla qualità delle materie prime utilizzate. Infine a conquistare i palati cinesi sono stati i prodotti di conserve dell’azienda Santa Rita nella zona industriale di Vibo Valentia, in particolare quelli più “piccanti” che si avvicinano al gusto di alcuni piatti speziati cinesi. In Calabria anche una nutrita delegazione statunitense e inglese che, tra le altre, ha visiato l’azienda A.D. srl, ovvero l’eccellenza della tradizione dolciaria targata “Aiello”: la visita ha rappresentato l’occasione per scoprire e degustare il ricco catalogo di prodotti tra Biscotti, torte, croccanti, torroni, dragées, tartufi, frutta ricoperta e cremini tutti preparati ancora a mano con una scrupolosa selezione delle materie prime, in gran parte del territorio, rigorosamente biologiche e tracciabili. E’ stata una piacevole sorpresa per gli operatori stranieri – alcuni di essi dalle radici italiane – quella di poter conoscere dal vivo i metodi di lavorazione di un’azienda che, tra tradizione e innovazione, spera di poter ampliare ancora di più il proprio mercato all’estero già presente in diversi Paesi europei ed extraeuropei. Subito dopo i buyers americani si sono trasferiti a Petronà, il paese dei funghi e delle castagne, accolti dai titolari dell’azienda Salpa di Carmine Capellupo specializzata nella produzione ed esportazione di prodotti di conserve della tradizione calabrese.
Protagonisti anche i buyer svizzeri. E non poteva essere altrimenti considerata la forte presenza di discendenti da immigrati italiani, o proprio calabresi, esistendo quindi una base di mercato da incrementare. Delegazione molto attesa quella degli Emirati Arabi: si tratta di uno dei principali porti di sbocco del nostro export verso l’oriente, e l’occasione di Expo è stata colta per far vedere ai potenziali investitori la realtà produttiva calabrese direttamente in loco, andando oltre ai documenti e materiale promozionale. Per ultimi, nella nostra regione e a Expo già terminata, i buyer danesi. In Danimarca esiste un’attenzione per le produzioni made in Italy, e in questo caso calabresi. Si tratta di una nazione che ha il pil pro capite più elevato con primo posto anche nella trasparenza degli affari, con l’Italia ad oggi sesto fornitore ed ottavo cliente nei rapporti commerciali tra i paesi. “Come questi incontri influiranno poi sull’export calabrese – ha commentato Maurizio Ferrara – dipenderà da altri fattori: “In pochi minuti non si possono concludere accordi, ma si è cercato di creare collegamenti e rapporti tra potenziali clienti stranieri e produttori della nostra regione. Abbiamo coinvolto 50 imprese calabresi che hanno avuto occasione di farsi conoscere a più di 100 buyer, i quali sapevano già dell’alta qualità dei prodotti quanto della tecnologia presente, anche se diversi operatori son stati colpiti in positivo dalle strumentazioni trovate in Calabria». Per Paolo Abramo, presidente Camera di Commercio Catanzaro, il progetto di incoming può rappresentare una svolta nel processo di internazionalizzazione delle nostre imprese. “Non abbiamo grandi industrie, le nostre aziende son medie e piccole per quantità,ma di qualità elevata. Abbiamo manufatti difficilmente rintracciabili in altri mercati, anche per le materie prime usate, per questo reputo che come per le precedenti visite anche in questo caso il “made in Calabria” – ha concluso – dimostrerà di non essere secondo ad altri sistemi produttivi italiani”.
Per quanto riguarda la presenza a Milano, tra i tanti eventi organizzati, grande successo ha avuto La mostra “Cibo per gli Dei, cibo per gli uomini: I Musei della Calabria all’EXPO” promossa da Regione Calabria – Dipartimento Turismo e Beni culturali e Unioncamere Calabria.
L’evento espositivo ha espresso la varietà e la ricchezza, il fascino e la complessità dell’offerta dei Musei calabresi e della cultura archeologica, storica artistica e demoetnoantropologica della Calabria.
L’organizzazione dell’evento culturale ha previsto il trasporto e l’esposizione, nello spazio a rotazione destinato alla Regione Calabria, di 120 oggetti, tra reperti archeologici, opere d’arte e oggetti demoetnoantropologici, provenienti da 21 musei prestatori distribuiti su tutto il territorio calabrese, oggetti rispondenti al tema della mostra e riguardanti i vari aspetti e significati assunti dal cibo dall’antichità fino ai nostri giorni nella sua componente sacra e quotidiana.
L’allestimento della mostra ha visto il coinvolgimento attivo di archeologi, storici dell’arte, architetti ed esperti in valorizzazione, con il coinvolgimento di tutti i Musei nazionali e statali afferenti alle Soprintendenze (Archeologia e Belle Arti e Paesaggio) e al Polo Museale della Calabria nonché dei Musei civici e territoriali appartenenti al Sistema museale regionale.
I visitatori della mostra si possono computare tra i 12.000 e i 15.000, tra i quali va segnalato l’AD di EXPO 2015, Giuseppe Sala, che ha espresso pubblicamente i suoi apprezzamenti.