La forte caduta dell’attività economica in atto dal 2011 nei primi mesi del 2015 si è attenuata, ma i segnali di una ripresa rimangono più deboli rispetto al resto del Paese. E’ quanto emerge nel documento che illustra l’andamento dell’economia reale e del mercato del credito nei primi sei mesi del 2015, presentato dal direttore della Filiale di Catanzaro della Banca d’Italia, dottor Sergio Magarelli, ed dai ricercatori che hanno curato il rapporto: il responsabile del nucleo per la ricerca economica della Filiale di Catanzaro Giuseppe Albanese, Iconio Garrì e Antonio Covelli.
Secondo il documento di Bankitalia, il fatturato nell’industria sta tornando gradualmente a crescere; la domanda estera di prodotti calabresi è salita sensibilmente, anche se tale canale ha influito in misura ridotta sull’andamento dell’economia, dato lo scarso peso dell’export sul prodotto. Il settore delle costruzioni ha registrato alcuni segnali di stabilizzazione, che stentano tuttavia a tradursi in un’inversione di tendenza. Ma l’andamento del settore dei servizi si è confermato debole.
In linea con l’andamento nazionale, si sono registrati segnali di miglioramento nel mercato del credito. La flessione dei prestiti si è sostanzialmente interrotta per le famiglie consumatrici mentre si è attenuata per il settore produttivo. Sono aumentate le richieste di finanziamento provenienti sia dalle famiglie sia dalle imprese, ad eccezione di quelle delle costruzioni. Timidi segnali di distensione si registrano per le condizioni di accesso al credito.
Anche la qualità del credito alle imprese calabresi, pur rimanendo inferiore al resto del Paese, è leggermente migliorata: si sono ridotti il tasso di ingresso in sofferenza e, soprattutto, l’incidenza dei finanziamenti con temporanea difficoltà di rimborso. È proseguita l’espansione dei depositi bancari delle famiglie consumatrici e delle imprese, soprattutto nelle componenti più prontamente liquidabili. Il valore dei titoli a custodia detenuti presso il sistema bancario dalle famiglie calabresi è invece diminuito. La direzione è quella giusta, quindi, ma la “nave Calabria” deve accendere i motori e partire.
“Dopo sette anni di fermo dovuto alla crisi sarebbe esiziale per la Calabria perdere il treno della incipiente ripresa – afferma Magarelli -. La nave Calabria, rispetto alle altre regioni, anche del sud che hanno lasciato il porto, non è riuscita a rompere gli ormeggi. Non c’è stata un’inversione di tendenza chiara ma elementi come il fatturato, l’attività economica e il mercato del credito denotano un visibile mutamento”. Ma la “nave” Calabria deve trovare ancora la spinta propulsiva per mollare gli ormeggi, uscire dal porto della crisi e navigare nel mare della ripresa seguendo l’esempio del resto del Paese. La forte caduta dell’attività economica in atto dal 2011 nei primi mesi del 2015 si è attenuata, quindi, ma i segnali di una ripresa rimangono più deboli rispetto al resto del Paese. C’è un “ma” bello grosso nella riflessione del direttore della Filiale di Catanzaro della Banca d’Italia.
“Il fatturato nell’industria sta tornando gradualmente a crescere. In linea con l’andamento nazionale, poi, si sono registrati segnali di miglioramento nel mercato del credito. La flessione dei prestiti si è sostanzialmente interrotta per le famiglie consumatrici mentre si è attenuata per il settore produttivo. Sono aumentate le richieste di finanziamento provenienti sia dalle famiglie sia dalle imprese, ad eccezione di quelle delle costruzioni”. Sempre sul credito, “timidi segnali di distensione – riporta il testo – si registrano per le condizioni di accesso al credito. Anche la qualità del credito alle imprese calabresi, pur rimanendo inferiore al resto del Paese, è leggermente migliorata: si sono ridotti il tasso di ingresso in sofferenza e, soprattutto, l’incidenza dei finanziamenti con temporanea difficoltà di rimborso. È proseguita l’espansione dei depositi bancari delle famiglie consumatrici e delle imprese, soprattutto nelle componenti più prontamente liquidabili.
Il dato che desta maggiore preoccupazione, quindi, è quello dell’occupazione che corrisponde al 37,4%, pari a 18,5 punti in meno rispetto al dato nazionale (55,9), rilevato nel primo semestre del 2015. Quello che preoccupa maggiormente sono le condizioni sul mercato del lavoro: dopo la sostanziale stasi registrata lo scorso anno, l’occupazione è tornata a scendere. Tutti i principali indicatori rimangono peggiori rispetto al resto del Paese. “Le condizioni sul mercato del lavoro – è detto nel documento – sono rimaste tese. Nel complesso del semestre il numero degli occupati è diminuito dell’1,1% rispetto allo stesso periodo del 2014 mentre è lievemente aumentato nel Mezzogiorno e a livello nazionale. L’andamento dell’occupazione è stato particolarmente differenziato per genere e posizione professionale: il calo è stato concentrato nella componente maschile (-2,5%), mentre quella femminile è tornata a crescere (1,3%); la flessione ha interessato esclusivamente i lavoratori dipendenti, a fronte dell’aumento registrato per gli autonomi. A livello settoriale, invece, il calo è stato generalizzato a tutti i principali comparti”. Secondo il rapporto di Bankitalia, il numero dei disoccupati nel primo trimestre 2015 è rimasto pressoché stabile rispetto allo stesso periodo del 2014, a fronte del calo delle forze lavoro. La direzione è quella giusta, quindi, ma la “nave Calabria” deve accendere i motori e partire.
La direzione è quella giusta. Ma la “nave” Calabria deve trovare ancora la spinta propulsiva per mollare gli ormeggi, uscire dal porto della crisi e navigare nel mare della ripresa seguendo l’esempio del resto del Paese