Più di 1.100 imprese tra il pubblico, più di 65 storie aziendali sul palco. Sono i numeri del Roadshow “Intelligenza artificiale e Pmi: esperienze da un futuro presente” che l’8 ottobre ha raggiunto Parma per l’appuntamento conclusivo. Organizzato da Piccola Industria in collaborazione con Anitec-Assinform, il ciclo di incontri iniziato nel 2023 è stato molto apprezzato sul territorio e ha contributo a sensibilizzare le imprese più piccole sull’importanza di adottare i nuovi strumenti offerti dall’Intelligenza artificiale.
Sotto questo profilo l’Emilia Romagna si presenta come una delle regioni più virtuose. La spesa per IA, infatti, ha raggiunto 48,5 milioni di euro (fonte: Anitec-Assinform) e – si legge nella nota stampa – nel 2023 il mercato digitale regionale ha raggiunto un valore complessivo di 6,06 miliardi di euro, registrando una crescita del 2,6% rispetto all’anno precedente. Le previsioni per il futuro sono persino più promettenti. Nel 2024 il mercato digitale in Emilia-Romagna è previsto in crescita del 4,1%, con un valore stimato di 6,3 miliardi di euro. Fra le varie tecnologie abilitanti è il cloud computing a dominare la spesa tecnologica nel 2023, con un valore di 440 milioni di euro e una crescita media annua prevista del 15,4% fino al 2027.
Parma è sicuramente tra le protagoniste del processo di trasformazione digitale del sistema produttivo regionale: la città si posiziona, infatti, al quarto posto tra le province emiliano-romagnole per valore del mercato digitale nel 2023, con una quota dell’11,6% sul totale regionale. Il mercato digitale della provincia di Parma ha raggiunto nel 2023 un valore complessivo di circa 703 milioni di euro, con una crescita annua del 3,2% rispetto all’anno precedente. Il settore manifatturiero ha guidato la spesa digitale, seguito dal settore agroalimentare, dove si registra un’adozione crescente di soluzioni basate su automazione e tecnologie IoT.
Nel 2024 – prosegue la nota stampa – le previsioni indicano un’ulteriore crescita del mercato digitale di Parma del 5,1%, portando il valore complessivo a circa 739 milioni di euro. Gli investimenti sono destinati principalmente a software e soluzioni Ict (+5,2%) e servizi Ict (+7,8%), trainati dalla transizione digitale del settore agroalimentare e dalla crescente adozione di tecnologie innovative nelle Pmi locali (fonte: rapporto “Il Digitale in Emilia-Romagna 2024”).
“L’Intelligenza artificiale rappresenta una delle più grandi rivoluzioni tecnologiche del nostro tempo e ha il potenziale di trasformare radicalmente il modo in cui facciamo impresa – sottolinea Giovanni Baroni, presidente di Piccola Industria Confindustria –. È necessario promuovere una cultura dell’innovazione responsabile, che sappia coniugare opportunità, etica e sostenibilità. Per questo diventa centrale sollecitare il governo ad implementare un quadro normativo che favorisca l’adozione dell’IA nelle Pmi, garantendo al contempo una concorrenza leale e la tutela dei diritti fondamentali. Sicuramente occorre facilitare le partnership tra piccole imprese, centri di ricerca e grandi aziende tecnologiche per democratizzare l’accesso a queste tecnologie. E per farlo bisogna anche investire nella formazione e nell’aggiornamento professionale per preparare i lavoratori alle nuove sfide”.
Il presidente di Anitec-Assinform Massimo Dal Checco evidenzia il ruolo dell’Emilia-Romagna, che “con il suo ecosistema innovativo e la presenza di distretti produttivi altamente specializzati, ha dimostrato di essere all’avanguardia nell’adozione di tecnologie digitali, diventando un modello di riferimento per altre regioni”.
Una conclusione supportata dai dati forniti dal presidente del Comitato regionale Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna Andrea Pizzardi, che spiega: “In soli due anni le aziende emiliano-romagnole che investono nell’ambito dell’IA sono più che triplicate, passando dal 4,2% del 2022 a quasi il 15% previsto nel 2024. La nostra – aggiunge – è una delle regioni più innovative e digitalizzate a livello italiano ed europeo: questo risultato è il frutto di un lavoro comune del mondo imprenditoriale e delle istituzioni per caratterizzare il territorio come Big Data Valley, con infrastrutture, competenze e potenza di calcolo molto avanzate. Abbiamo però ancora molta strada da fare, in particolare per soddisfare il crescente fabbisogno di professionalità Ict da parte delle imprese e diffondere le nuove tecnologie in tutte le dimensioni aziendali e in tutta la regione”.
Infine, il presidente della Piccola Industria dell’Unione Parmense degli Industriali Lorenzo Zerbini ricorda il contributo specifico del contesto industriale parmense, “caratterizzato – spiega – dalla stretta sinergia tra le Pmi e le grandi imprese manifatturiere e di servizi. Segna infatti da tempo l’adozione di tecnologie innovative e abilitanti da parte anche di realtà piccole o medie che vogliono affrontare il mercato in modo distintivo. L’impiantistica, l’alimentare, l’automotive, la farmaceutica sono infatti settori molto performanti, che richiedono innovazione e fanno da volano per tutto il tessuto economico. Occorre continuare a mostrare i vantaggi dell’adozione di queste tecnologie anche nelle realtà di minore dimensione”.
(nella foto in alto il presidente di Piccola Industria Giovanni Baroni
con il direttore generale di Anitec-Assinform Eleonora Faina)