Sessant’anni fa, in un periodo storico di grande sviluppo per il nostro paese, ad Arquà Polesine, in provincia di Rovigo, iniziava a mettere le prime radici quel progetto di successo che ha generato Irsap – 147 milioni di euro di fatturato nel 2023 e 1.130 dipendenti come Gruppo –, leader nel settore dei radiatori per riscaldamento ed attivo anche nel campo dei sistemi di climatizzazione civile e residenziale. Una crescita esponenziale partita dall’idea di due soci e che si è concretizzata nel tempo a seguito della creazione del primo Tesi, ancora oggi iconico radiatore multicolonna distribuito in tutta Europa dall’azienda veneta.
“Dopo aver fatto passi in avanti all’interno dei confini nazionali, Irsap ha trovato uno sbocco commerciale ulteriore in Germania, lì dove i vertici aziendali del tempo avevano intuito potessero esserci ancora maggiori esigenze riguardo allo sviluppo tecnologico dei radiatori – spiega Marco Rossi (nella foto in alto), coamministratore delegato della Pmi veneta –. Un link con il mercato tedesco che si è sempre più solidificato attraverso il lavoro dell’importatore pioniere, interessato a fornirsi da noi sia per la qualità del prodotto che per il basso costo complessivo. E quando venne realizzato questo primo radiatore da bagno, che nel 2024 possiamo dire valga poco meno della metà del fatturato, il più era stato fatto”.
Mentre il nonno cofondatore di Irsap faceva crescere l’impresa qui da noi, il padre di Marco Rossi ha continuato a rendere sempre più capillare la presenza del marchio soprattutto in altre zone europee. “La nostra rete vendita si è così ampliata, raggiungendo prima la Spagna e successivamente la Francia, sviluppo che è passato anche per l’opera di destagionalizzazione legata al condizionamento portata a termine negli anni ‘90. Scelta fatta pure con l’obiettivo di creare una filiera ancora più solida e in grado di permetterci di ampliare il portafoglio aziendale”.
Iniziata in questo modo anche l’operatività connessa alla commercializzazione dei prodotti, nel 2001, Irsap acquisisce Rhoss, società ben radicata nel mondo del condizionamento d’ambienti. “Purtroppo con i cambiamenti che hanno spostato in Asia, in particolare in Cina, Corea del Sud e Vietnam, il 95% della produzione dei condizionatori, ad un certo punto è diventato assai poco competitivo continuare a farlo in Italia, tanto che nel 2017, quando il mercato era ormai dominato dalla presenza dei grandi player del settore, abbiamo infine deciso di cedere l’attività”.
Nel frattempo, la realtà industriale del rodigino ha proseguito a radicarsi sul territorio europeo con l’apertura, nel 2004, di una seconda sede produttiva a Cluj-Napoca, in Romania, dove vengono creati radiatori da bagno, mentre ad Arquà Polesine ci si è continuati ad occupare di radiatori tubolari, Tesi multicolonna e di design. “Vista poi la volontà dell’altro socio di mettere in vendita le quote, quattro anni fa la nostra famiglia ha assunto il pieno controllo di Irsap, diventata nel tempo un gruppo anche con ramificazioni all’estero. Questa propensione a sviluppare le potenzialità del brand pure oltre i confini nazionali ha portato la percentuale export a salire fino a raggiungere l’attuale 52%. Al momento la rete vendita è sparsa un po’ in tutto il continente europeo e può contare sulle sedi commerciali di cui disponiamo in Germania, Spagna, Francia e infine Inghilterra, dove speriamo di esserci finalmente radicati dopo quattro tentativi. Debbo dire che da qualche tempo stiamo dando un’occhiata anche oltreoceano, mentre, parallelamente, è sempre più forte la spinta nella direzione dei possibili, nuovi spazi industriali verso cui ci sta portando la domotica”.
In un settore nel quale ormai da tempo è tangibile la selezione naturale che ha ridotto di molto l’operatività complessiva sul territorio italiano, Irsap resta comunque uno dei punti fermi, confermandosi portatrice di un’affidabilità certificata. “Detto che è fisiologicamente cambiato il modo di costruire i prodotti, anche il mercato ha finito per virare verso forme molto strutturate in cui non c’è più spazio per tutti – sottolinea Rossi -. Se prima qui da noi c’erano dieci produttori di radiatori tubolari e una ventina di quelli da bagno, adesso i competitor sono parecchi di meno. Assistiamo quindi alla crescita esponenziale della tecnologia in ogni processo interno all’azienda, dinamiche sostenute da un marcato utilizzo dell’automazione industriale”.
Interessati a produrre mantenendo ben ferma l’attenzione sul limitare sempre più le emissioni nell’atmosfera, i vertici del gruppo di base a Arquà Polesine, per i sessant’anni di presenza sul mercato si sono regalati un piano strategico per dare corso ad una sostenibilità pervasiva, che copra insomma il periodo compreso fra quando un prodotto viene progettato e quando arriva a fine vita. “Tra le altre cose, per esempio, vorremmo fosse chiaro a tutti dove vanno a finire i radiatori una volta dismessi. Questo perché crediamo sia importante comunicare che possono anche essere recuperati e avviati ad una nuova vita”.
Intanto Irsap si prepara ad inserire ulteriori progetti nel proprio planning imprenditoriale. “Nell’ottica di sviluppo delle pompe di calore, cioè di sistemi di riscaldamento che vanno a sempre più bassa temperatura, stiamo iniziando a studiare la ventilazione del radiatore per aumentarne le rese pure in termini di efficienza energetica”, conclude Marco Rossi.