Si è conclusa ieri la terza edizione del Business Forum Confindustria, Bdi, Medef. Le due giornate di lavoro hanno dimostrato, ancora una volta, la forza delle relazioni tra le organizzazioni imprenditoriali dei tre più grandi paesi manifatturieri d’Europa, l’unità di visione nei confronti delle sfide legate alla delicata fase storica che stiamo vivendo, la volontà comune di contribuire in modo proattivo alle soluzioni per lo sviluppo dell’Unione, mettendo in comune conoscenze, idee e prospettive del mondo industriale e facendo in modo che vengano valutate e prese in considerazione dai decisori politici (nella foto in alto, da sinistra Siegfried Russwurm, presidente Bdi, Geoffroy Roux de Bézieux, presidente Medef, e Carlo Bonomi, presidente Confindustria).
Alla vigilia della presidenza francese dell’Ue, nel corso del confronto con i rappresentanti dei rispettivi governi e delle istituzioni europee, gli imprenditori presenti al Forum hanno tracciato la direzione da seguire per consentire alle imprese europee di realizzare la grande trasformazione economica e sociale legata alla doppia transizione, verde e digitale. Le proposte poste al cuore della Dichiarazione congiunta firmata al termine dei lavori e sulle quali Confindustria, Bdi e Medef ribadiscono il loro impegno comune, vertono su sei punti prioritari:
- promuovere processi di decarbonizzazione che salvaguardino la competitività delle nostre aziende, definire politiche climatiche e industriali rigorose, che facilitino gli investimenti in nuovi prodotti e tecnologie, assicurare un’implementazione e tempistiche adeguate del pacchetto Fit-for-55.
- minimizzare il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio attraverso strumenti appropriati, tra cui la CBAM (carbon border adjustment mechanism), quote gratuite e misure di compensazione.
- completare il mercato interno del gas e sostenere lo sviluppo della catena del valore dell’idrogeno.
- adottare un approccio ambizioso per rafforzare la competitività digitale dell’Ue proseguendo nel cammino di iniziative come Gaia-X e l’IPCEI sul Cloud (Importante Progetto di Interesse Comune Europeo) e operando a favore di un quadro regolamentare appropriato per l’Intelligenza Artificiale, della promozione delle competenze e del rafforzamento della capacità di produzione nel settore dei semiconduttori.
- definire le regole in ambito finanziario tenendo conto delle esigenze legate alla doppia transizione, evitando una revisione della disciplina di Basilea III che limiti eccessivamente la capacità di prestito delle banche, favorendo una revisione di Solvency II che sostenga il ruolo delle assicurazioni nella ripresa e nella transizione e garantendo che nuove norme e regolamenti ESG tengano in debito conto le grandi esigenze di investimento per affrontare la transizione in tutti i settori.
- sostenere le recenti iniziative intraprese sul fronte del commercio e delle relazioni economiche esterne volte a rafforzare la capacità dell’Ue di far fronte alle sfide legate alla sovranità e di creare nuove opportunità commerciali attraverso accordi bilaterali e multilaterali.
Numerosi spunti hanno arricchito il dibattito. Un primo aspetto su cui le tre organizzazioni imprenditoriali hanno espresso una totale convergenza è stato quello dei costi enormi, sia economici che sociali, che discenderanno dalle transizioni energetica, ambientale e digitale e della assoluta necessità di intervenire sulla base di un approccio pragmatico e non ideologico, stabilendo obiettivi credibili, non velleitari e irrealistici.
Sulla questione della sovranità digitale, è stata richiamata l’urgenza di affrontare l’impatto drammatico che la carenza di materie prime e di semiconduttori sta avendo su molti settori, a cominciare dall’automotive. In questo senso, è stata sottolineata la necessità di interventi tesi a rafforzare la capacità di produzione dell’Europa, mentre la Commissione ha confermato il lavoro in corso su un Chip Act che sarà presentato il prossimo anno e che avanzerà soluzioni per sviluppare una produzione in Europa e indirizzare gli investimenti in modo corretto. È inoltre stato richiamato il ruolo degli IPCEI, partendo da quelli in corso di elaborazione sul Cloud e sulla Microelettronica, quali strumenti importanti per aumentare gli investimenti in tecnologie innovative, facendo l’up-scaling di quelle esistenti e sviluppandone di nuove, e per contribuire così a rafforzare la sovranità tecnologica dell’Europa.
Quello che è emerso con chiarezza è che, nel contesto geopolitico attuale, l’Europa deve essere unita perché un’Europa che agisca in modo coordinato rappresenta la migliore protezione per tutti noi, imprese e cittadini. L’Europa ha dimostrato la propria forza nella gestione della crisi pandemica, assumendo le decisioni giuste al momento giusto; ora, deve dare prova della stessa efficienza e capacità di coordinamento nell’affrontare le sfide del futuro, ricoprendo un ruolo incisivo nello scenario mondiale, conquistando una maggiore autonomia tecnologica e affermando la propria leadership in settori strategici. In questo contesto, non si può prescindere dal favorire la creazione di campioni europei sulla base di un quadro di regole sulla concorrenza e sugli aiuti di Stato più moderno e adeguato alle caratteristiche del mercato globale.
Le tre organizzazioni hanno dunque ribadito la volontà di continuare a lavorare insieme, anche su temi specifici, per definire posizioni condivise ed elaborare proposte comuni, per il successo dell’Europa e per quello dei rispettivi paesi.